Renato Pezzini, Il Messaggero 29/3/2013, 29 marzo 2013
BECCHI, IL TEORICO DELLA PROROGATIO
Insegna Filosofia del Diritto a Genova ed è considerato un suo ispiratore. Paolo Becchi, del resto, se ne fa un vanto: «Cinque Stelle è un movimento rivoluzionario, che ha come obiettivo quello di cambiare radicalmente le cose nel nostro Paese».
Professor Becchi, Grillo sostiene che il Parlamento può andare avanti anche senza governo?
«E’ una cosa che avevo detto io un mese fa, sono contento che l’abbia fatta sua. Anche perché è ciò che sta accadendo. Il Parlamento è già al lavoro e fino a quando non ci sarà un nuovo governo rimane in carica quello guidato da Monti».
Ma può prendere iniziative solo di ordinaria amministrazione, è un governo monco.
«E allora? Qual è il problema? Le Camere possono proporre e approvare leggi, indipendentemente dal tipo di governo. Si riuniscano, si mettano d’accordo, facciano la nuova legge elettorale visto che tutti dicono che l’attuale ingovernabilità è colpa del porcellum, facciano leggi a favore delle piccole imprese, le cose più urgenti. Dopodiché si va a votare».
Però ci sono state elezioni anche per dar vita a un nuovo governo, e un movimento che dice di mettere al primo posto la volontà popolare come può pensare di farne a meno?
«Bisogna prendere atto del fatto che non c’è una maggioranza per sostenere un esecutivo, Bersani non vuole accordi con Berlusconi, e Grillo non ne vuole con nessuno. Ma ciò non toglie che il Parlamento posa ugualmente lavorare con il governo Monti in prorogatio, come sta del resto accadendo: chi ha rispedito in India in due marò se non il governo? Magari Monti e i suoi ministri fanno idiozie, ma fanno».
Quanto dovrebbe rimanere in vita questo Parlamento senza esecutivo?
«Tre, quattro mesi al massimo. Faccio una provocazione: per adottare un nuovo sistema elettorale basta una legge con un solo articolo che dice: la legge elettorale attualmente in vigore è abrogata. Così si torna al Mattarellum e si va a votare. Nel frattempo si possono approvare provvedimenti per tagliare i rimborsi ai partiti, si possono fare leggi economiche e il governo Monti può fornire un supporto tecnico per valutarne i costi e individuare i capitoli di spesa».
Sarebbe un governo con le mani legate che non può fare decreti d’urgenza.
«Benissimo, è proprio quello che vogliamo: legare le mani al governo e dare spazio al Parlamento. Poi vediamo che succede. Monti per più di un anno ha fatto decretazione d’urgenza, con quali risultati?».
Ma se non si trova una maggioranza per sostenere un governo, come si potrebbe trovarne una per approvare le leggi?
«Le intenzioni del Movimento di Grillo sono chiare: nessun accordo politico con nessun partito, anche perché sparirebbe. Ma tutta la disponibilità possibile a trovare accordi sui singoli provvedimenti, cioè sulle singole leggi».
Sembra francamente un’ipotesi accademica e niente più.
«Senta, i casi sono due. O si va al voto fra tre mesi, e allora non c’è alcuna necessità di un governo visto che il Parlamento può benissimo fare da solo le due o tre cose necessarie, oppure si dà vita a un esecutivo di quasi minoranza, o a uno del Presidente. Ma quanto possono durare? Un anno al massimo, col sovrapprezzo di tornare all’anima più nera della prima repubblica».