Marco Franchi, il Fatto Quotidiano 27/3/2013, 27 marzo 2013
L’OCCHIO DEL FISCO NEI DEPOSITI: COSA CAMBIA E COME FUNZIONERA’
Parte l’anagrafe dei rapporti finanziari, il grande fratello del fisco. Con il provvedimento firmato lunedì dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, è diventato operativo il sistema previsto dal decreto Salva Italia di cui si è dibattuto per un anno, che di fatto annulla il segreto bancario consentendo al fisco di incrociare i dati sui conti correnti con le dichiarazioni dei redditi per scovare più facilmente gli evasori.
1. Cosa cambia rispetto al passato?
Finora il fisco aveva accesso solo ai dati identificativi del conto corrente, quindi sapeva solo se veniva aperto o chiuso, e poteva chiedere maggiori informazioni solo dopo l’apertura di un accertamento formale a carico di un contribuente specifico. In sostanza il grande fratello fiscale potrà vedere ogni singolo rapporto finanziario esistente. Incrociando i saldi dei conti correnti, spese effettuate con i redditi dichiarati, salteranno fuori le eventuali “incongruenze”. Quando si verificherà uno scostamento rilevante (Befera ha sempre detto di almeno il 20%), il contribuente finirà nella lista di quelli che potranno essere sottoposti a controlli. Tradotto, l’accertamento scatta se un contribuente dichiara 30 mila euro ma con la carta di credito fa acquisti nello stesso anno per decine di migliaia di euro senza intaccare i risparmi o senza avere entrate straordinarie e magari sostiene anche una serie di spese elevate.
2. Chi deve trasmettere i dati al fisco?
Dovranno essere gli intermediari finanziari e non il singolo contribuente a fare le dichiarazioni. Saranno dunque banche, uffici postali, Sgr (Società di gestione del risparmio), Sim (Società di intermediazione mobiliare), assicurazioni e fiduciarie che dovranno trasmettere al fisco tutti i dati riguardanti i rapporti finanziari dei propri clienti, cominciando da quelli attivi nel 2011, che dovranno giungere all’Agenzia delle entrate entro il prossimo 31 ottobre. Per quelli del 2012 invece la data di consegna ultima è fissata per il 31 marzo 2014, poi a regime la comunicazione dovrà avvenire entro il 20 aprile dell’anno successivo a quello a cui sono riferite le informazioni. In questo modo verrà creato una sorta di “storico” delle nostre movimentazioni sui conti correnti, ovvero l’Anagrafe dei rapporti finanziari.
3. Quali dati devono essere comunicati?
Le informazioni da trasmettere riguardano i saldi iniziali e finali dei conti nell’anno, gli importi totali delle movimentazioni distinte tra dare (ad esempio bonifici) e avere (ad esempio accrediti), i dati riferiti ai conti deposito di titoli, obbligazioni e buoni fruttiferi, i contratti delle gestioni risparmio e patrimoniali, l’importo totale degli acquisti con la carta di credito, con relative ricariche per quelle prepagate, il numero di accessi alle cassette di sicurezza, gli incrementi di valore e riscatti relativi alle polizze assicurative, gli acquisti e vendite di oro o di altri metalli preziosi.
4. Si dovranno comunicare anche i dati dei conti su cui sono finiti i capitali illecitamente detenuti all’estero, ma sanati fra il 2001 e il 2010 con gli scudi fiscali?
In teoria no, perché ai contribuenti era appunto stata garantita la protezione dagli accertamenti. Ma la questione, rispondono all’Agenzia, sarà affrontata con un successivo provvedimento.
5. Come verrà garantito il rispetto della privacy?
Le informazioni viaggeranno attraverso un nuovo canale telematico denominato Sid (Sistema di interscambio flussi dati) al quale dovranno registrarsi gli operatori finanziari che comunicheranno attraverso una piattaforma di File transfer protocol (Ftp) oppure, in alternativa, utilizzando la Posta elettronica certificata. Inoltre l’Agenzia delle entrate è stata invitata, sempre dall’Authority per la privacy, a conservare i dati fino a un massimo di 6 anni prima di disfarsene.