VARIE 28/3/2013, 28 marzo 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - LO STALLO POLITICO
ROMA - Pier Luigi Bersani non ce la fa: le consultazioni, come ha detto il segretario generale del Quirinale Donato Marra, "non sono state risolutive". La palla passa ora a Giorgio Napolitano, che si riserva tempo per approfondire personalmente i possibili sviluppi del quadro politico istituzionale. E’ questo il verdetto dopo un’ora e un quarto di colloquio del premier incaricato con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha fatto seguito a una giornata dominata dall’incertezza, dalle vane speranze di una svolta positiva nutrite dal Pd e dai nuovi attacchi di Beppe Grillo, che ha rilanciato il mito del ’modello Belgio’ con il Parlamento al lavoro senza governo.
Incarico "congelato". Fonti del Pd spiegano però che Bersani non ha rinunciato al pre-incarico ricevuto dal presidente per tentare la formazione del governo. Il Capo dello Stato condurrà propri accertamenti ma questo non comporta la rinuncia all’incarico da parte del leader democratico. "Ho riferito al signor presidente dell’esito delle consultazioni di questi giorni che non hanno portato ad un esito risolutivo", ha detto il leader democratico al termine del colloquio con il Capo dello Stato, che ha poi aggiunto: "Ho spiegato le ragioni e illustrato gli elementi di comprensione anche positivi attorno ad alcuni punti. Ma ho descritto anche le difficoltà derivate da delle preclusioni o condizioni che non
ho ritenuto accettabili".
Consultazioni-lampo. Domani ricomincerà al Quirinale uno stretto giro di consultazioni, che si svolgeranno tutte in un solo giorno. Si parte alle 11 con il Pdl, per proseguire alle 16 con M5S, alle 17 Scelta Civica, alle 18 con il Pd. La ’formazione’ pidielliena sarà formata da Angelino Alfano, Renato Brunetta e Renato Schifani. Per la Lega ci sarà sicuramente Roberto Maroni. Ancora non è stato deciso se sarà presenta pure Berlusconi. E cominciano a circolare i nomi di possibili candidati premier alternativi al segretario Pd.
Le reazioni. Sul "congelamento" dell’incarico a Bersani interviene la senatrice Pd Laura Puppato, che si dichiara dispiaciuta per il segretario: "Prendiamo atto che i numeri non ci sono - ha detto- a questo punto facciamo un passo di lato, ma ci auguriamo che ci si renda conto che il Paese non può attendere". Urgenza sottolineata anche dal cardinale Angelo Bagnasco: "Il Paese è stremato - ha detto il presidente della Cei e arcivescovo di Genova - C’è bisogno di risposte urgenti, vorrei dire immediate". Mentre parole di incoraggiamento arrivano da Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera che twitta: "Coerenza e responsabilità di Bersani. Non ci si può piegare a richieste inaccettabili".
Dure le critiche del Pdl: "Bersani ci ha messo del tempo per capire che non aveva i numeri - dichiara il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri - Ora lo sa". Mentre Daniela Santanché parla di "accanimento terapeutico" della sinistra nei confronti del leader Pd e Renato Schifani, capogruppo dei senatori Pdl, rimpiange "il tempo perso". Per Renato Brunetta, capogruppo dei deputati Pdl, "Bersani ha fallito per colpa sua, dopo aver più volte chiuso la porta in faccia al centrodestra". Lorenzo Cesa, segretario Udc, confida "nell’equilibrio e nella saggezza di Napolitano". Roberto Fico, deputato del M5S, taglia corto: "A Napolitano ribadiremo quello che abbiamo già detto nel primo incontro: no ad un governo a guida Bersani".
(28 marzo 2013)
GRILLO ATTACCA L’UNITA’ - REPUBBLICA.IT
ROMA - "L’unità è in rosso per circa 3,5 milioni di euro. Ha subìto una perdita di 4,3 milioni del 2011. Lo stesso anno ha ricevuto 3,709 milioni di euro di contributi pubblici, 5,267 milioni di euro per l’anno 2010. Ha un debito che a fine 2011 era di 21,22 milioni di euro: dei quali più di 8 nei confronti dei fornitori". Lo scrive Beppe Grillo nella sezione "balle quotidiane" del suo blog.
"Stiamo mantenendo con i soldi di tutti i contribuenti - prosegue - un progetto editoriale di propaganda. La prima pagina de l’Unità di oggi lo testimonia e in rete è stata inizialmente scambiata per un fotomontaggio: ’Patto Grillo - Berlusconi: fermare il cambiamento’". "Non è un fotomontaggio, ma la balla quotidiana di oggi" commenta.
Sul quotidiano del Pd è infatti comparso un editoriale di Pietro Spataro (in foto) che ipotizza un "inedito asse tra Grillo e Berlusconi" che "sembra sbarrare al tentativo di Bersani". E la risposta del giornale al leader dei 5 Stelle non si fa attendere. Sull’home page del sito internet il titolo d’apertura è il seguente: "Grillo vuole chiudere l’Unità, come Berlusconi". Viene poi spiegato che "Grillo non è il primo che vuole la chiusura de l’Unità. L’hanno preceduto altri, tra i quali, guarda caso, anche Silvio Berlusconi. Su un punto invece riconosciamo a Grillo un primato: nemmeno Berlusconi avrebbe avuto il coraggio di proporre un prolungamento del governo Monti".
Al leader dei 5 Stelle replica anche il comitato di redazione (ossia la rappresentanza sindacale) del giornale: "Se ne faccia una ragione Beppe Grillo - scrive il crd in una nota- L’Unità non ha taciuto sotto il fascismo o al tempo dei quotidiani attacchi di Berlusconi e non lo farà oggi". "Penalizzata dalla raccolta pubblicitaria e in un regime di mercato distorto dall’assenza di leggi che tutelino la libera concorrenza- spiega -, l’Unità riceve quei finanziamenti pubblici all’editoria che esistono in tutti i paesi democratici del mondo e che soltanto in Italia sono messi in discussione con una martellante e non disinteressata campagna di disinformazione. Tali fondi peraltro sono già stati ampiamente ridotti e i tagli hanno costretto alla chiusura diverse testate, specialmente a sinistra".
"Queste misure di sostegno, infatti, servono proprio per garantire l’esistenza di voci libere e la tutela di interessi come la libertà di stampa e di informazione e il pluralismo che la costituzione italiana, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la carta dei diritti fondamentali dell’unione europea hanno riconosciuto fra i valori fondanti della convivenza democratica. Il dissenso e la libertà di pensiero non si possono cassare come un commento sgradito o non allineato al pensiero unico di un blog. E’ il gioco della democrazia, e grillo dovrebbe imparare a rispettarlo", conclude il cdr del quotidiano.