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 2013  marzo 28 Giovedì calendario

PARIGI NON PUÒ SMALTIRE LE TERRE DI SCAVO DEL METRÒ


Parigi si trova a dover affrontare un grosso problema in previsione della costruzione della nuova linea di metropolitana Gran Paris Express, il supermetrò che il governo ha confermato il 6 marzo. Il cantiere, secondo i calcoli, produrrà all’incirca 20 milioni di metri cubi di terre di scavo nel periodo dei lavori tra il 2015 e il 2030. Una enormità. Tanto per dare un’idea, un volume equivalente, all’incirca, da cinque a settemila piscine olimpioniche. Una montagna di inerti che andranno a sommarsi ai materiali di scavo provenienti dai cantieri per la costruzione di palazzi e altri lavori pubblici, che nella regione parigina ammontano a 32 milioni di tonnellate. Così Parigi rischia di non sapere come fare per sbarazzarsi di questo tipo di materiali di risulta, che possono essere riciclati e riutilizzati. Il volume imponente delle terre di scavo è causa di frizioni fra la società che dovrà costruire il supermetrò, la Société du Grand Paris (Sgp), che prevede da 30 a 40 milioni di metri cubi tra cantieri di linea e quelli per le stazioni (72), e l’amministrazione della regione Ile de France, dove l’associazione per l’ambiente, invece, ritiene che l’ammontare sia maggiore, tra 50 e 60 milioni di metri cubi. Di fronte a questo l’amministrazione pubblica non può ignorare il problema anche se secondo la legge la responsabilità dello smaltimento è di competenza della società esecutrice dei lavori. Un precedente c’è: i materiali di scavo per la costruzione dell’autostrada A86 sono finiti a creare le trincee nella piana di Versailles. Di diverso parere la Sgp che, nel suo schema direttorio in via di ultimazione, prevede che le terre di scavo rimangano sul sito venendo valorizzate e riutilizzate relativamente ad altri progetti. E che le eccedenze siano trasportate via fiume ai siti di stoccaggio degli inerti collocati fuori dalla regione dell’Ile de France, interessata dai cantieri del supermetrò. L’ ingegnere ambientale di Sgp, una donna, Florence Castel, ha parlato di realizzazione di camini d’evacuazione per minimizzare l’impatto ambientale dello smaltimento. In particolare, la prima parte, 5-6 milioni di metri cubi ricavati dagli scavi a partire dal 2015, per la costruzione del primo troncone della linea da Pont-de-Sèvres a Noisy-Champes, verranno smaltiti con due piattaforme fluviali di trasporto sulla Senna ai siti di Sèvres e Vitry -sur-Seine (Val-de-Marne). Qui, potranno essere riutilizzati anche per la costruzione di una diga di protezione di Parigi dalla piena a La Bassée (Seine-et-Marne). I conti andranno fatti, però, prima di cominciare.