Cristiana Lodi, Libero 27/3/2013, 27 marzo 2013
ASSOLUZIONI NULLE, TUTTO DA RIFARE IL DELITTO DI MEZ TORNA A PROCESSO
Si rialza il sipario. Sul delitto di Meredith non poteva cadere il silenzio, così clamorosamente. Con una corte d’Appello che, stando alle parole di fuoco pronunciate lunedì dal procuratore generale di Cassazione, Luigi Riello, aveva «smarrito la bussola quando assolse quei due». Quei due sono l’americana e il pugliese. Amanda e Raffaele. Knox e Sollecito: difficile scordare il cognome degli ex fidanzati condannati in primo grado a 26 e 25 anni per l’omicidio di Meredith Kercher; e poi assolti il 3 ottobre 2011 con una sentenza che «non poteva non essere annullata» perché, come l’ha definita l’accusa «quel verdetto è un raro concentrato di violazioni di legge e un monumento alla illogicità». Così si riparte. E si ricomincia da Firenze per chiarire la fine della studentessa inglese che secondo l’accusa «fu sgozzata perché aveva osato sottrarsi a un gioco erotico di gruppo». Il nuovo processo d’Appello potrebbe essere celebrato molto presto. Forse già prima dell’estate, non appena la Cassazione avrà passato gli atti alla Toscana. E qui, il giudice del caso Meredith sarà la corte d’Assi - se d’Appello fiorentina, proprio nel capoluogo dove l’avvocato della famiglia Kercher, Francesco Maresca, (come si dice) giocherà in casa. Chissà se tutto avverrà nell’aula bunker del vecchio Tribunale, dove furono ospitati i processi sul mostro di Firenze e sulle stragi mafiose del 1993. Si andrà a Firenze perché a Perugia c’è soltanto una sezione della corte d’Assise d’Appello, quella che ha emesso la sentenza d’assoluzione due anni fa e annullata ieri dai giudici in Ermellino. Succede il 26 marzo, proprio nel giorno in cui Raffaele Sollecito compie 29 anni: «Sono deluso. Non me l’aspettavo», ha detto senza tradire emozione dall’università di Verona, dove si esercita in pratiche di robotica applicate alla medicina; sognando di entrare al Cern di Ginevra.
Raffaele ieri mattina ha chiamato Amanda, che ha aspettato la sentenza a Seattle: «Vedremo cosa fare. Stai tranquilla», si sarebbero detti. Si sa invece che Amanda è andata in escandescenza: «Già quando le ho comunicato che la Cassazione aveva rinviato di un giorno la sentenza, lei era molto scossa», dice il suo avvocato Luciano Ghirga, «e una volta saputo che si dovrà rifare il processo, si è arrabbiata moltissimo». È andata su tutte le furie, Amanda: «Di nuovo?! Perché non mi credono? Quando finirà quest’incubo?».
«Questo incubo», ossia l’annullamento dell’assoluzione, ha sparso la sua eco Oltreoceano (nello Stato di Washington dove Amanda è tornata dopo quattro anni di carcere a Perugia) ma anche Oltremanica (in Inghilterra dove vivono i genitori di Meredith). «Per ora», dice Carla Spagnoli del Movimento per Perugia, «la Cassazione, restituisce alla famiglia Kercher almeno la speranza che Meredith possa avere finalmente giustizia». Mentre Stephanie, sorella di Mez, in lacrime dice che «cercare la verità su quanto successo la notte di Halloween nel casolare di via della Pergola, dove Meredith è stata uccisa, è la sola cosa che si può fare». Parla di gravi falle nella sentenza di assoluzione, l’avvocato Francesco Maresca: «Sono felice che la Corte suprema le abbia riscontrare».
Erano state durissime le parole del procuratore Luigi Riello: «Amanda e Raffaele, due bravi ragazzi, studiosi, ai quali proprio per questo fu riconosciuta una specie di immunità rispetto a un delitto così orribile da poter essere commesso soltanto da un diseredato». Il diseredato e unico possibile colpevole, fino a ieri, era Rudy Hermann Guede. L’ivoriano condannato definitivamente a 16 anni, prima di essere «lombrosianamente indicato come ladro, delinquente, sbandato». Certo, nemmeno lui reo confesso, ma riconosciuto da un’altra Corte colpevole di concorso nel delitto di Meredith, «in concorso con chi?» si era chiesto il pg. Si ricomincia daccapo, dunque. Con Amanda che dice di voler restare a Seattle dove, a fine mese, uscirà Waiting to be heard: il suo primo libro. L’opera per la quale ha firmato un contratto da quattro milioni di dollari con la Harper and Collins. Domenica, sull’Abc, andrà invece in onda la sua prima intervista televisiva. E se ne vedranno delle belle.
Il nuovo processo, dice Luigi Riello, «sarà su tutto, perché il ricorso della Procura generale è stato totalmente accolto dalla corte Suprema». Amanda e Raffaele, al momento, non rischiano il carcere. Anche se, aggiunge il procuratore, «una volta trasmessi gli atti a Firenze, questo tipo di valutazione spetterà ai magistrati toscani». Intanto per Piazza Cavour sussistono tutti i presupposti perché su questo delitto «sconvolgente e gravissimo» non cali il sipario.