Maurizio Ternavasio, La Stampa 27/3/2013, 27 marzo 2013
LE MOTO SONO UN PO’ PIU’ SICURE
Ieri sono stati diffusi gli ultimi dati relativi agli incidenti motociclistici: è vero che sulle due ruote in Italia si muore di meno?
Lo confermano i dati dell’indagine condotta dall’Asaps, Associazione sostenitori ed amici della Polizia Stradale, sulle statistiche elaborate dall’Istat. Calano i morti, ma anche i feriti negli incidenti stradali. Nel quinquennio 2007-2011, fra le 22.043 vittime stradali, i decessi per incidenti con moto e ciclomotori sono stati 6.403, pari al 29% del totale.
Un trend in continua diminuzione?
Sì. In particolare, negli ultimi cinque anni si è passati dai 1.540 morti fra gli utilizzatori delle due ruote nel 2007 ai 1.088 nel 2011, con un calo di 452 vittime. Il dato generale è migliore per i decessi fra i ciclomotoristi rispetto ai motociclisti, soprattutto in considerazione della netta diminuzione del parco circolante dei «cinquantini», in parte provocata dall’entrata in vigore delle nuove normative sulle patenti di guida.
Un risultato in linea con i dati generali?
No, decisamente migliore, visto che la cifra è superiore alla diminuzione generale della mortalità per incidenti stradali, pedoni compresi, che si è fermata a -24,8%, passando da 5.131 vittime del 2007 alle 3.860 del 2011.
Si può dire che il calo dei decessi in moto sia ormai una realtà?
I dati Asaps anche in questo caso farebbero propendere per una risposta positiva: negli ultimi tempi la diminuzione dei decessi è stata costante, anche se in rallentamento: -10,4% nel 2008, -9,5% nel 2009, -8,2% nel 2010, infine -5% nel 2011.
I dati sono più rassicuranti anche per quanto riguarda i fine settimana del 2012?
Sì, nonostante non siano ancora disponibili i dati elaborati dall’Istat. Comunque, pure in tale contesto è evidente il segno meno. Infatti si sono contati 348 incidenti mortali, ben 50 in meno e con un calo del 12,6% rispetto al 2011, quando invece furono 398.
E per quanto riguarda i feriti nei sinistri verificatisi a bordo delle due ruote?
In questo caso la riduzione dei feriti è invece un po’ meno netta. I numeri, sempre negli ultimi cinque anni, parlano di un calo del -17,1%: sono passati da 90.551 a 75.065, con una diminuzione totale di 15.486 ingressi al pronto soccorso.
Ci troviamo comunque di fronte ad un deciso cambio di tendenza?
Sì, soprattutto se si considera il passato recente. Basti pensare che tra il 2000 e il 2005 il numero delle vittime fra i motociclisti e i ciclomotoristi era cresciuto passando da 1.378 a 1.505, con 127 lenzuoli bianchi in più (+9,2%) stesi sulle strade. Certo è che sulle più recenti cifre positive può aver inciso il calo della mobilità a causa della crisi.
Oltre a ciò, a che cosa si devono questi dati incoraggianti?
I progetti legati alla sicurezza stradale, gli sforzi dei costruttori sul fronte dell’innovazione e della tecnologia, ma anche l’abbigliamento e l’uso di caschi adeguati hanno contribuito in maniera decisiva al decremento costante di vittime e di feriti negli incidenti verificatosi sulle due ruote.
È corretto affermare che il motociclo sia un mezzo meno pericoloso rispetto al passato?
Assolutamente no, in questo caso è meglio vedere il bicchiere mezzo vuoto. Infatti, i dati appaiono comunque allarmanti in considerazione del fatto che ci troviamo di fronte a un parco veicoli (circa 8,6 milioni) che corrisponde a circa il 21% di quello totale, la cui percorrenza chilometrica complessiva annua è molto inferiore al dato della percorrenza generale, ed è collocabile intorno al 3-4% del totale dei chilometri percorsi da tutti i veicoli. Quindi, in proporzione, gli incidenti, mortali e non, sono ben più numerosi.
In definitiva gli italiani sulle due ruote sono o non sono virtuosi?
Probabilmente è il caso di dare una risposta affermativa, anche se le cause sugli incidenti lasciano l’amaro in bocca: per il 50% dei casi la colpa sarebbe di chi guida altri veicoli, mentre per il 25% la concausa è rappresentata dall’inadeguatezza delle infrastrutture.
Riguardo alla circolazione su due ruote a motore esistono ancora margini di miglioramento?
Secondo Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori), «questa inversione di tendenza testimonia che il nuovo concetto di mobilità inizia ad essere compreso da tutti i protagonisti della strada. La sicurezza è la nostra priorità, sia sotto il profilo normativo, sia per quanto riguarda la comunicazione. Ad esempio, con l’entrata in vigore della nuova Direttiva Patenti, ci aspettiamo un miglioramento anche della formazione dei futuri centauri». Quindi, in futuro, le statistiche dovrebbero essere ancora più positive.