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 2013  marzo 27 Mercoledì calendario

IL FASCINO DELLA SUPERCOPPIA TALENTO AL QUADRATO

Dietro le ultime vittorie di Tiger Woods si scatena il romanzo. Di nuovo numero uno perché innamorato di un’atleta che sa cosa serve per vincere, di nuovo baciato dagli sponsor grazie al flirt che piace e fa vendere, di nuovo simpatico perché il fidanzamento con Lindsay Vonn seduce e appassiona. Non è puro gossip, sarebbe troppo semplice liquidare così l’empatia che scatenano certe coppie sportive, le relazioni tra campioni attirano oltre la normale curiosità. È come se mettendosi insieme le star dello sport potessero moltiplicare il talento e tutti si aspettano che da quell’energia escano meraviglie: successi, vittorie strepitose, medaglie con dediche. La love story fa da eco e amplifica trionfi e sconfitte all’infinito. Si raddoppia il tifo, l’aspettativa, la critica come se la carriera dovesse per forza riflettere l’andamento della relazione: se entrambi ottengono risultati è sana, altrimenti no. E un abbinamento giudicato dannoso può suscitare offese rimostranze.

È così da sempre, nel 1938 Babe Didrikson e George Zaharias diventano la prima coppia medagliata che fa impazzire il pubblico. Babe, «il tornado del Texas» vince due ori nell’atletica alle Olimpiadi del 1932 e poi passa al golf. Gioca contro gli uomini, guarda un po’ che coincidenza, proprio il sogno di miss Vonn, non li batte ma fa invidia perché è spavalda e totalmente fuori stereotipo. Proprio a un torneo di golf incontra Zaharias, lottatore di origini greche e attore part time, un colosso d’uomo. Si sposano subito e lui si inventa un nuovo ruolo diventando così il partner ideale: lascia l’agonismo, si trasforma in manager e suona il corno ogni volta che lei abbassa il punteggio. Perfetti e felici fino a che Babe si ammala e muore di cancro molti anni dopo.

Ci sono anche attrazioni tragiche che la competizione non fa che esaltare. Vera Caslavska e Joseph Odlozil organizzano le nozze a Città del Messico, proprio dopo i Giochi del 1968. Invitano tutto il villaggio olimpico, più popolari dei cinque cerchi, simbiosi tra armonia e resistenza. Lei ginnasta, con sette medaglie d’oro in tre Olimpiadi, lui mezzofondista con lo sguardo che incanta. Colpo di fulmine, storia struggente che diventa incubo. Vera si scontra con il regime, ha firmato il «manifesto delle duemila parole», simbolo della Primavera di Praga. Viene emarginata, dimenticata e Joseph si sente trascinato nell’abisso. Divorziano, uno dei figli avuti insieme ucciderà il nuovo compagno della madre. Dramma e ancora quella sensazione di ineluttabilità, come se l’unione di due esseri speciali fosse uno sgarbo agli dei. Marion Jones e Tim Montgomery sono finiti anche peggio: sprinter, record del mondo, un concentrato di velocità che fa girare la testa e che si scioglie nello scandalo doping. Entrambi in galera, separati e marchiati. Il fatto che si fossero anche messi insieme diventa la prova della loro colpa. È solo suggestione ma regge fin troppo bene.

In Italia l’ultima storia a sfondo podio è nata in piscina. Federica Pellegrini e Filippo Magnini, non solo coppia ma catalizzatori di ansie e consigli. Quando la telenovela inizia lei è imbattibile e festeggia con gesti rock dedicati all’anima gemella. Ai Giochi di Londra tutto gira male e l’affaire si trasforma in capro espiatorio. La terza puntata è ancora da scrivere come l’evoluzione del romanzo Woods-Vonn: per ora basta una foto on line per incantare e promettere.