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 2013  marzo 27 Mercoledì calendario

NON CE L’HO CON LE DONNE MA CON I POLITICI CORROTTI È MATTO CHI MI ATTACCA

[Franco Battiato]

«Non ci posso credere ». Alle sette della sera Franco Battiato si fa leggere al telefono, a Bruxelles, i dispacci d’agenzia che lo riguardano. «Grasso? La Fornero? Sono contro di me? Non ci posso credere. Ma sono tutti matti?». La musica delle prove per il concerto al Palais des Beaux-arts copre altre espressioni colorite di incredulità del cantautore-assessore che non restituisce proprio l’impressione di uno che l’ha fatta grossa. «Troie sì. L’ho detto. Potevo dire prostitute. Il termine magari non piace, ma come chiama lei quelle, o quelli, che rendono i propri servizi per soldi?». Lo dice così, Battiato, con una leggerezza che sembra lontana anni luce dalle polemiche che infiammano Camera e Senato. Quasi a rievocare il testo di uno dei suoi più famosi brani.
Lei cantava, in Bandiera bianca: «Quante stupide galline che si azzuffano per niente». Ha riproposto quel tema, più o meno.
«Con una differenza. Io oggi (ieri, ndr) non ho fatto riferimento solo alle donne, ma anche agli uomini. Ho parlato di una parte deviata del Parlamento che avrebbe fatto qualsiasi cosa per il potere. Vuole negare che è così?».
Diciamolo subito: a chi si riferiva?
«Non riesco neppure a nominarli, certi personaggi. La zona è limitata. Ma mi sembra che siano finiti sulle pagine dei giornali, e al centro di inchieste giudiziarie, soggetti che prendevano soldi per fare leggi pazzesche, per bloccare il Paese, per fare o non fare cadere i governi. È ovvio che il mio pensiero va alla scorsa legislatura».
La Boldrini ha censurato le sue parole, definite «volgari e insultanti».
«Ma lei non c’entra, ripeto. Poteva informarsi prima, farmi una telefonata. Il nuovo Parlamento ancora deve mettersi in moto, ci aspettiamo tutti un grande cambiamento».
Ammetta che dare della «troia» a una rappresentante delle istituzioni non è proprio il massimo.
«Ha ragione. Se avessi usato il termine “prostituta” sarebbe stato diverso, forse. Peraltro non ho nulla contro le prostitute, semmai contro chi le sfrutta. Il punto è un altro: si sono viste cose orribili, in Parlamento, e non può essere una veste istituzionale a fare da copertura. Bisogna indignarsi per i termini che si usano o per i comportamenti di politici deviati che fanno a pugni con un Paese che muore di fame? Insomma, non mi è scappata quell’espressione. Io sono così. Ho detto anche alcune cose sulla Chiesa, in passato, o meglio su qualche alto prelato con il vizietto. Ma nessuno ha generalizzato. Ora non voglio essere frainteso».
Quindi?
«Quindi ci manca pure che passo per sessista, per misogino. Andate a riascoltare le interviste che ho rilasciato, entusiasta, sulle donne che lavorano nell’Assemblea siciliana. La mia era una critica, una battuta ambisesso, rivolta a una zona limitata del Parlamento».
Resta il fatto che anche dallo schieramento che rappresenta in Sicilia, il centrosinistra, si levano a gran voce richieste di dimissioni.
«Ma no».
Proprio così. Grasso dice che esprimerà il suo disagio a Crocetta.
«Pure lui. Forse ha ragione Travaglio...».
La censura arriva anche dal ministro Fornero.
«Non ci posso credere, non ci posso credere. Guardi, meglio che non aggiunga altro. Forse tutti avrebbero fatto meglio a documentarsi su quello che ho detto a Bruxelles. C’erano pure parecchie donne che mi hanno fatto festa».
Il presidente Crocetta l’ha sentito?
«No, non ancora».
E se le chiedesse di lasciare l’incarico?
«Ci impiegherei pochissimo, guardi. Per assurdo, sarebbe un’occasione fantastica. Ma in questo momento non penso a niente. E se permette, la lascio. Ho le prove del concerto».