Alessandro Gnocchi, il Giornale 25/3/2013, 25 marzo 2013
SE LE CLASSIFICHE DI VENDITA PREMIANO CHI VENDE MENO
Pagina delle classifiche. Tra filetti introduttivi ed esplicativi della lista dei bestseller. In quello di Tuttolibri, inserto della Stampa, si legge che nei primi dieci libri più venduti, sette titoli su dieci appartengono alla collana «Live» (0,99 centesimi) dell’editore Newton Compton. Secondo quello di Repubblica, i libri low cost occuperebbero addirittura nove posizioni su dieci della Top ten.
A questo punto il lettore incuriosito guarda le due classifiche ove lo attende una clamorosa sorpresa: contrariamente a quanto scritto negli articoli di accompagnamento, non ci sono titoli della Newton Compton. Dove sono finiti? E perché? Risposta: la collana «Live» è stata esclusa dalla graduatoria più importante e collocata in quella dei tascabili. I motivi sono a dir poco oscuri. Leggiamo ad esempio la giustificazione di Repubblica: «In testa alla Top ten dei libri più venduti di questa settimana troviamo La rivoluzione della luna di Andrea Camilleri» (Sellerio). Il romanzo ha ottenuto il primo posto nonostante abbia totalizzato meno punti dei primi quattro titoli della classifica riservata ai tascabili». Singolare: in testa alla classifica dei libri più venduti non c’è il libro più venduto. Proseguiamo nella lettura di Repubblica: «Quest’ultima (la classifica dei tascabili, ndr) è interamente occupata dai libri di un’unica casa editrice, la Newton Compton, che il sette marzo ha lanciato una nuova collana, “Live”:testi classici e brevi inediti a 0,99 euro. Il prezzo di copertina, senza uguali sul mercato, ha condizionato le vendite e se non ne tenessimo conto avremmo nove posizioni, tra le prime dieci, occupate dai titoli super economici della Newton Compton». Beh, è una spiegazione davvero singolare. Se Newton Compton riesce a piazzare nove best seller su dieci, la classifica non dovrebbe limitarsi a registrare l’evento, come accaduto la settimana scorsa? Il prezzo «ha condizionato le vendite»: dov’è il problema per chi fotografa l’andamento del mercato? Noi non lo vediamo, ma gli istituti di ricerca (Nielsen Bookscan per Tuttolibri; Eurisko per Repubblica) che compilano le classifiche evidentemente sì.
Alcuni librai e molti editori concorrenti non vedono di buon occhio la collana Newton Compton perché offre margini di guadagno ridotti e ferisce la (supposta) sacralità del libro. Non c’è bisogno di tornare su tale aspetto: Serena Sileoni, ricercatrice dell’Istituto Bruno Leoni, ha già raccontato ai lettori del Giornale la polemica, spiegando benissimo quanto sia dannosa alla diffusione della lettura e al mercato stesso. Una riflessione sulle classifiche è invece necessaria. Questa settimana restano fuori Seneca, Freud, Dostoevskij, Poe, Austen, Shakespeare, Sun Tzu, Fitzgerald, Némirovsky a 0.99 euro. Fuori anche l’autore emergente Marcello Simoni, che nella collana «Live» presenta un inedito. Al contrario, rientrano, oltre a Camilleri, Wilbur Smith, Patricia Cornwell, Massimo Gramellini, Simonetta Agnello Hornby, Nicolai Lilin, Gianluigi Nuzzi, Clara Sánchez, Jo Nesbo e Susanna Tamaro. Una gioia per tutti i grandi gruppi. Una beffa per Newton Compton. Ai lettori invece è consegnata una Top ten in cui nove titoli su dieci in realtà non sono al top delle vendite. Aggiungiamo un particolare non insignificante.
Il libro di Nicolai Lilin, Educazione siberiana, risale al 2009 ed è pubblicato da Einaudi nella collana Super ET, cioè Einaudi Super Tascabili. Il romanzo gode ora di una seconda vita in seguito all’uscita dell’omonimo film girato da Gabriele Salvatores. Sorge una domanda: come mai il tascabile di Lilin è nella Top ten e quello inedito di Marcello Simoni no? Mistero. Non resta che prendere atto. Le “classifiche di vendita” possono anche non rispettare l’andamento reale delle vendite, quindi non sono vere classifiche di vendita: ma allora cosa sono?Un po’ di trasparenza per favore.