Marika de Feo, Corriere della Sera 26/03/2013, 26 marzo 2013
LA CLAUSOLA DELLE RISOLUZIONI BANCARIE
Alla fine, è passata la linea dell’intransigenza tedesca. Il neocapo dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem ha detto ben chiaro che «il piano per Cipro deve essere visto come la prova di una nuova determinazione europea di limitare l’onere collettivo per i fallimenti, e di ridurre al minimo il bisogno di ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del Fondo anticrisi». La filosofia sottesa a queste affermazioni è che «chi ha assunto dei rischi deve gestirli». E come ha ribadito la cancelliera Angela Merkel, «non vogliamo che i contribuenti salvino le banche», bensì anche gli investitori privati oltre i limiti dei depositi garantiti. Caso per caso. Ma è caduto un tabù. Per le grandi banche di Cipro l’Eurogruppo e la Bce hanno anticipato l’applicazione della direttiva sul meccanismo unico per le risoluzioni bancarie in via di approvazione dal Parlamento europeo. D’altra parte, la ristrutturazione di Cipro spezza una lancia in favore dell’autorità unica di vigilanza Ssm, visto che le autorità nazionali non sono in grado di denunciare grandi rischi nelle banche. Mentre invece la Bce dovrebbe poter controllare direttamente nei grandi istituti i rischi attraverso gruppi misti di esperti europei per evitare il sorgere di «nuove Cipro».
Marika de Feo