Paolo Conti, Corriere della Sera 26/03/2013, 26 marzo 2013
MAGDI ALLAM LASCIA LA CHIESA: «LEGITTIMA L’ISLAM» —
«La mia conversione al cattolicesimo, avvenuta per mano di Benedetto XVI nella notte della Veglia Pasquale il 22 marzo 2008, la considero conclusa ora in concomitanza con la fine del suo papato». Magdi Allam lascia la Chiesa cattolica con un intervento apparso ieri in prima pagina su Il Giornale. Allam scrive che la «papalatria che ha infiammato l’euforia per Francesco e ha rapidamente archiviato Benedetto XVI, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un quadro complessivo di incertezze e dubbi sulla Chiesa». La questione è soprattutto il nodo dei rapporti con l’Islam: «Ciò che più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa è il relativismo religioso e in particolare la legittimazione dell’Islam come vera religione, di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto... Francesco ha esordito esaltando i musulmani “che adorano Dio unico, vivente e misericordioso”».
Per Allam, l’Islam più che una religione è «un’ideologia intrinsecamente violenta così come è stata storicamente conflittuale al suo interno e bellicosa al suo esterno. Ancor di più sono sempre più convinto che l’Europa finirà per essere sottomessa all’Islam». Ieri Allam aggiungeva: «Non intendo "sbattezzarmi", continuo a sentirmi cristiano ma questa Chiesa relativista, globalista e buonista, connivente con i poteri finanziari e tentata dal male, porterà al suicidio del Cristianesimo». Critici verso Allam molti commenti sulla sua pagina Facebook «Io amo l’Italia». Uno tra tanti, Filippo Savarese: «Non so cosa possa esserci di peggiore che rinnegare la propria conversione per (presunte) questioni che di fatto sono innanzitutto "politiche"».
Maurizio Lupi del Pdl, che fu padrino di Allam, commenta sul suo sito: «Mi dispiace, ma nel Cristianesimo ho imparato ad amare la libertà di ogni uomo e a rispettarla anche quando non ne condivido le scelte. In questo caso neanche le motivazioni (si è cristiani per amore della verità non per avversione all’Islam), ma noto che, purtroppo, è questo l’atteggiamento di molti che dicono di accettare Cristo ma non la Chiesa».
Una replica ad Allam arriva dall’imam Yahya Pallavicini, vicepresidente del Coreis, Comunità religiosa islamica d’Italia, invitato alla cerimonia di inizio del pontificato di papa Francesco: «Una religione non è un fan club. I credenti sono chiamati a riconoscere l’autorità spirituale delle proprie gerarchie. Nessuno vuole un’Europa sottomessa a un’ideologia. Vogliamo che sia permesso ai cittadini europei credenti nello stesso Dio pari dignità e pari diritti. Solo così potremo unirci tutti per batterci contro la strumentalizzazione delle religioni che davvero può profanare l’Europa».
Paolo Conti