Luigi Grassia, La Stampa 26/3/2013, 26 marzo 2013
BAGNO DI SANGUE PER BANKIA IN BORSA A MADRID GIU’ DEL 43%
Il risanamento in stile lacrime e sangue imposto a chi ha creduto nelle banche di Cipro non fa velo alla cura tremenda a cui si devono sottoporre gli azionisti e i detentori di bond della spagnola Bankia. Si tratta di un gruppo nato dalla fusione di numerose casse di risparmio iberiche, piegate dalla bolla immobiliare e dalla crisi economica generale. La fusione ha nascosto i problemi senza risolverli e adesso Bankia è costretta a ristrutturarsi imponendo forti perdite agli investitori. Ieri in Borsa il titolo ha perso addirittura il 41,43% precipitando a un centesimo per azione, così si è allineato al valore attribuito venerdì dal Fondo di ristrutturazione (Frob) nell’ambito del piano di salvataggio.
La decisione è stata presa per evitare ulteriori esborsi a carico dello Stato e quindi dei contribuenti, e in pratica azzera il valore dei titoli in mano ai circa 400 mila soci di minoranza del gruppo che si era quotato nell’estate 2011 a 3,7 euro dopo la fusione collettiva delle casse di risparmio in difficoltà. L’operazione aveva tenuto celate le maxi-perdite in bilancio e ora è oggetto di indagini della magistratura.
Pesanti perdite subiranno pure coloro che hanno investito in titoli «preferentes» o subordinati, spesso piccoli risparmiatori a cui sono stati offerti prodotti complessi la cui rischiosità non erano in grado di valutare. I loro titoli saranno scambiati in azioni Bankia con una perdita fra il 36% e il 38%, per un totale poco inferiore ai 5 miliardi. Alla fine dell’operazione di aumento capitale e di raggruppamento titoli, per complessivi 15 miliardi di euro, il Frob convertirà le sue obbligazioni sottoscritte con i fondi Ue per 10 miliardi e avrà il 70% del capitale. L’altro 30% sarà in mano ai possessori di titoli «preferentes».
La cura è da cavallo eppure secondo Standard and Poor’s potrebbe non essere sufficiente; perciò l’agenzia ha tagliato il rating (valutazione della capacità di onorare i debiti) al livello BB-, bassissimo. Sulla valutazione di S&P pesano i 19 miliardi di euro persi nel 2012 e la continua dipendenza di Bankia dalla liquidità fornita dalla Bce. I fattori positivi sono invece la fine della dipendenza dal comparto immobiliare (gli attivi sono stati conferiti a una bad bank pubblica) e una riduzione dei debiti. Così Bankia potrà ripartire ma (purtroppo) chi ha dato ha dato.