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 2013  marzo 22 Venerdì calendario

IL COSMO CAMBIA DATA DI NASCITA HA CENTO

MILIONl DI ANNI IN PIU’ -
Diamo tutti per scontato che si possa vivere su un satellite come è la nostra Terra che gira attorno a una Stel­la­ come è il no­stro Sole. Ma ai tempi del Big Bang l’Uni­verso non ave­va né satelliti né Stelle né Ga­lassie. Come se non bastas­se, l’Universo ai tempi del Big Bang non aveva né ato­mi né moleco­le. L’acqua è fatta di mole­cole ciascuna delle quali composta da due atomi di Idrogeno e un atomo di Ossi­geno. Nulla di tutto ciò esisteva ai tempi del Big Bang. Ma noi siamo fatti di atomi e molecole vediamo la luce e vi­viamo in un satellite che gira at­torno a una Stella. Il nostro Universo fatto con Stelle e Galassie viene da quello che è successo qualcosa come 300 mila anni do­po il Big Bang.
Fu a questo punto che la misce­la di energia e materia è diventa­ta «visibile».E qui interviene l’al­to valore del satellite Planck che studiando questa luce ci permet­te ­di capire come sono nate le Ga­lassie. E infatti nessuno è finora riuscito a capire come nascono le Galassie fatte ciascuna con 200 miliardi di Stelle. C’è un det­taglio che desidero segnalare. In ciascuna Galassia- inclusa la no­stra- c’è un«buco nero»con mas­sa pari a circa centomilioni di Stelle. Ecco perché una scuola di pensiero- alla quale io apparten­go - pensa che queste enormi masse siano state prodotte già nell’Universo del Big Bang.
Per passare dall’Universo del Big Bang al nostro ci sono voluti qualcosa come quindici miliar­di di anni, che a noi sembrano una quantità di tempo enorme in quanto-se ci va bene-riuscia­mo a vivere cent’anni. Il che cor­risponde a circa tre miliardi cen­toquaranta milioni di battiti del nostro cuore. Infatti il nostro cuo­re invece batte al ritmo di un col­po al secondo. Il cuore del Big Bang batte invece a un ritmo enormemente più veloce. Qual­cosa come centomilioni di mi­lia­rdi di miliardi di miliardi di mi­liardi di volte più del nostro cuore.
Fu il grande Planck a capire che il nostro secondo è una quan­tità di tempo che non può essere presa in considerazione se vo­gliamo capire la Logica che reg­ge il mondo. Se prendiamo co­me base il ritmo al quale batte il cuore del Big Bang ci rendiamo conto che 300 mila dei nostri an­ni, sono una quantità di tempo enormemente più grande affin­ché vengano fuori dall’Universo del Big Bang i primi segnali di lu­ce. È questa la luce osservata dal satellite che porta il nome di Planck, il padre della Fisica Quantistica.Vedremo che è dal­la s­truttura Quantistica dell’Uni­verso che nascono le Galassie. Struttura Quantistica vuol dire che tutto è fatto di «pezzettini» (cioè «Quanti») e che il continuo è pura illusione. Questo satellite - che si trova a circa un milione e mezzo di chilometri dalla Terra­ riesce quindi a vedere gli istanti in cui, per la prima volta nell’evo­luzione cosmica, l’Universo di­venne trasparente: il che vuol dire osservabile. È motivo di orgo­glio nazionale che ben sessanta ricercatori italiani delle Universi­tà di Bologna, Milano, Pisa e Ro­ma (Tor Vergata) siano coinvolti nello studio dei dati ottenuti con questo satellite alla cui realizza­zione hanno partecipato Inaf e Asi. I dati sono dieci volte più det­tagliati di q­uelli ottenuti con il sa­tellite Americano Cobe.
C’è un dettaglio interessante da mettere in evidenza. Al fine di permettere ai suoi strumenti di operare correttamente la tempe­ratura interna del satellite deve essere 253 gradi sotto zero; il che vuol dire vicina allo zero assolu­to che si trova a 273 gradi negati­vi. Ma è ancora più vicina allo ze­ro assoluta la luce che raccoglie Planck. La temperatura di que­sta luce è infatti di appena tre gra­di sopra lo zero assoluto.
I risultati più interessanti ri­guardano la quantità di energia oscura (68,3 per cento); quella della materia oscura (26,8 per cento) e quello della materia a noi familiare (protoni, neutroni ed elettroni) che è solo il 4,9 per cento del totale e infine l’età dell’universo che è ora valutata in 13,82 miliardi di anni anziché 13,7, anche se chi scrive pensa che si arriverà forse ad almeno 15 miliardi.
La materia detta oscura non sappiamo di cosa sia fatta. Chi scrive è convinto che sia fatta di neutralini, le particelle più legge­re del Supermondo, che non emettono luce ma agiscono co­me sorgenti di attrazione gravita­zionale. L’energia oscura è inve­ce quella cosa legata a­ciò che riu­scì matematicamente a inventa­re Albert Einstein. Un’idea formi­dabile che dice: basta la sola esi­stenza dello Spazio per produrre una quantità di energia repulsi­va.
È stato il sogno di tutte le civiltà riuscire a sapere dove ci trovia­mo nel Cosmo, come esso è fat­to, quali sono le sue origini e le sue strutture. Grazie al satellite Planck abbiamo fatto un passo importante verso la realizzazio­ne del sogno.