Concetto Vecchio, la Repubblica 26/3/2013, 26 marzo 2013
CONCETTO VECCHIO
ROMA
— Giuliano Santoro, da studioso del grillismo, ritiene fondata la denuncia sulle infiltrazioni dei troll nel blog di Grillo?
«Si tratta di una specie di caccia alle streghe. Leggo la sua uscita come un segnale di debolezza: Grillo comincia a fare i conti con il dissenso. Vede, questi messaggi contrari alla linea ufficiale contraddicono la sua idea della rete come un’entità unica, il famoso “popolo del web”. Ora, “il popolo del web” non esiste, è una sua costruzione ideologica, la rete è semplicemente uno spazio pubblico nel quale agiscono varie forze, che talvolta confliggono tra loro. Questa vicenda lo dimostra una volta di più».
Ma perché giudica l’affondo
una debolezza?
«Volendo schematizzare finora il blog di Grillo funzionava così: il comico-leader detta l’agenda e gli spettatori-lettori la condividono su Facebook, che è un formidabile moltiplicatore di contenuti, un luogo dove solo una piccola minoranza produce contributi originali. Gli altri si limitano a commentare con un “mi piace”. Ecco, i tanti commenti critici verso gli ordini calati dall’alto sovvertono questa passività».
Grillo incita alla caccia all’infiltrato. Ma com’è possibile scovarlo?
«Non vedo come potrebbe, da un punto di vista pratico. Il suo invito rappresenta piuttosto un messaggio politico, un modo per serrare le fila, respingere il nemico esterno. È l’ennesimo tentativo di colpevolizzare il dissenso.
Lo scrive lui stesso nel suo post di domenica, quando parla di «divisori venuti per separare ciò che è oscenamente unito». I dissenzienti, sono, in questa logica, i fautori di una guerra che cerca di rompere l’unità fittizia e autoritaria che c’è nei 5 Stelle».
Reggerà questa unità oppure al Senato si spaccheranno, votando la fiducia a un governo Bersani?
«Penso che nel breve periodo l’unità non si romperà. Anzi, i loro auspici si stanno realizzando, visto che c’è il rischio concreto di un governissimo. Il che confermerebbe
il loro
frame:
da un lato ci sono i partiti, che sono tutti uguali, e dall’altro ci sono i 5 Stelle. Per questo, se solo provi a ragionare, anche usando un pensiero autonomo dai partiti, ti zittiscono con un “allora ti paga
il Partito democratico”».
Cosa l’ha colpita dei loro primi passi in Parlamento?
«La capacità incredibile di concentrarsi sui dettagli, di spostare cioè l’attenzione su questioni simboliche ed emotive, a scapito di quelle materiali e razionali
».
Può fare un esempio?
«Si parla di “rendicontare le caramelle”, e s’ignora l’importantissimo vertice dei primi ministri di Bruxelles. Insomma, si punta di continuo alla pancia degli elettori, senza spiegare come uscire dalla crisi».