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 2013  marzo 25 Lunedì calendario

Caro Giuliano Ferrara, è un po’ di tempo che non ci sentiamo, e che non la disturbo con lamentele a proposito di ciò che esce sul suo Foglio Quotidiano

Caro Giuliano Ferrara, è un po’ di tempo che non ci sentiamo, e che non la disturbo con lamentele a proposito di ciò che esce sul suo Foglio Quotidiano. Diversamente dalle altre volte, però, quando mi lamentavo di cose (false) che lei aveva pubblicato sul mio conto, e dunque intervenivo privatamente con una lettera al direttore, oggi le scrivo pubblicamente dal mio blog, a causa di un articolo di un suo collaboratore (lei mi scuserà se ne vengo a conoscenza con un po’ di ritardo, ma immagino capirà il perché senza alcun ritardo). Il contenuto di quell’articolo grida vendetta di fronte non soltanto alla comunità scientifica, ma all’intera comunità degli esseri umani, intesi secondo la definizione stoica di “animali razionali”. Il suo collaboratore Camillo Langone, evidentemente in possesso di uno solo dei due attributi che definiscono appunto l’uomo, ha postato sul sito del suo giornale il 7 marzo scorso, due giorni dopo il rogo della Città della Scienza di Napoli, un articolo intitolato Dovevano bruciarla prima, che si conclude così: Ho scoperto che nei capannoni dell’ex Italsider si propagandava l’evoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente negli ambienti parascientifici. Il darwinismo è una forma di nichilismo e secondo il filosofo Fabrice Hadjadj dire a un ragazzo che discende dai primati significa approfittare della sua natura fiduciosa per gettarlo nella disperazione e indurlo a comportarsi da scimmia. Dovevano bruciarla prima, la Città della Scienza. Una prova così concisa di ignoranza e di stupidità (due attributi che ovviamente convivono benissimo, in generale e nel suo collaboratore) sarebbe difficile darla. “Superstizione ottocentesca”? “Ambienti parascientifici”? “Forma di nichilismo”? Il povero Langone, che nel suo articolo nominava invano (cioè, a sproposito) il nome di Nobel, potrebbe cortesemente dirci quanti e quali, tra i 201 vincitori del premio Nobel di fisiologia e medicina tra il 1901 e il 2012, non siano stati afflitti da quella “superstizione ottocentesca, parascientifica e nichilista”? Siamo tutti tutte orecchie. La realtà è che gli unici superstiziosi e prescientifici sono appunto gli ignoranti come lui, che non sanno di cosa parlano. In Italia, fino al 7 marzo, in questa categoria ricadevano soltanto due persone notorie, il fisico delle particelle Antonino Zichichi e lo storico delle idee religiose Roberto de Mattei, e i quattro sconosciuti gatti di un patetico Comitato Antievoluzionista. Ora ci appartiene di diritto anche lei, caro direttore: almeno fino a quando non epurerà ufficialmente “l’asino ignorante e presuntuoso” (come Giordano Bruno ne definì uno analogo, che ragliava in maniera analoga contro l’eliocentrismo) che ha scritto quell’articolo. A differenza degli esaltati come Langone, io non chiedo naturalmente roghi. Mi basterebbe che la magistratura processasse e condannasse lui, per l’apologia di reato commessa nell’ultima frase del suo demenziale articolo. E che lei ci rassicurasse di non essersi accorto di ciò che quella mina vagante aveva postato sul suo sito. Voglio sperare che lei non condivida invece quell’articolo, e non dimostri in tal modo di appartenere pure lei, come gli esseri già citati, alla specie delle scimmie non evolute. Ps. Immagino lei sappia chi è “il filosofo Fabrice Hadjadj”. Invito però i miei lettori, che probabilmente non lo sanno, a informarsi sul sito di Wikipedia, e a farsi quattro gustose risate: