Carlo Bertini, La Stampa 25/3/2013, 25 marzo 2013
PARLAMENTO PRESSING PER FAR INIZIARE I LAVORI
I partiti al primo giorno di insediamento delle Camere hanno già presentato centinaia di proposte di legge: tanto per capire, solo al Senato, il Pd ha sfornato 100 disegni di legge, sul conflitto di interessi, dimezzamento dei parlamentari, falso in bilancio, voto di scambio. E gli altri non sono da meno, mentre i parlamentari 5stelle, che oggi cominceranno a presentare le loro proposte, spingono affinché le commissioni comincino a lavorare al più presto, procedendo subito alla nomina di presidenti e segretari.
Il Parlamento infatti è bloccato, ostaggio delle lungaggini della politica, con 945 neoeletti che devono restarsene inattivi in attesa che si formi un governo: ai nuovi arrivati non fa piacere, ai veterani sembra una cosa ovvia. Ma non lo è del tutto, tanto che non solo i grillini scalpitano, ma anche tra i renziani del Pd la questione provoca una certa insofferenza.
In pratica, fino a quando non saranno concluse le pratiche per cercare di dare un esecutivo al paese, le commissioni permanenti delle due Camere non potranno mettersi a lavorare, malgrado le elezioni si siano tenute un mese fa.
Ed è vero che l’aula non può votare nulla che non richieda un parere governativo, ma è anche vero che solo per prassi i presidenti delle 14 commissioni permanenti di Camera e Senato non vengono indicati subito. «Perché le presidenze vengono usate per posizionare eventuali “trombati” dai ruoli di ministri e sottosegretari», ha accusato il capogruppo dei 5 Stelle, Vito Crimi. E anche chi nei due palazzi lavora da trent’anni ammette che le commissioni possono essere formate e le presidenze assegnate, «se non altro per deliberare su pareri fermi da mesi su decreti legislativi che attendono solo il via libera delle commissioni parlamentari. Poi se le commissioni fossero attive, pur senza governo, potrebbero cominciare a incardinare proposte di legge su temi ritenuti da tutti delle urgenze, legge elettorale, riduzione dei parlamentari e altro ancora». Insomma, c’è da immaginarsi che già questa settimana il pressing per cominciare a far lavorare il Parlamento si farà più intenso.