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 2013  marzo 25 Lunedì calendario

TAC, FARMACI E CLINICHE CHIC PRONTI A TUTTO PER CANI E GATTI

OSPEDALI attrezzati con tac e risonanze magnetiche, chirurghi che mettono protesi d’anca e cardiologi che innestano pacemaker. E, ancora, medicinali sempre più sofisticati, molecole contro malattie un tempo impossibili da curare. La sanità per i cani e i gatti corre, come l’affetto dei padroni per i
loro amici.
PER correggere problemi alla colonna vertebrale, ad esempio, si affrontano operazioni da 3-4mila euro. «Chi prende un cane o un gatto, oggi è disposto a fare sacrifici importanti, gli animali sono entrati a pieno titolo nel nostro stato di famiglia », spiega Marco Melosi, presidente di Anmvi, l’associazione dei medici veterinari. «Mi sono laureato alla fine degli anni Ottanta, quando facevi questo lavoro usando il termometro e poco più. Oggi abbiamo strumentazioni sofisticate, cliniche con le migliori tecnologie, e curiamo disturbi cardiaci
grazie a medicine che una volta non c’erano».
Malgrado la crisi, il fatturato dell’industria del farmaco in Italia, circa 245 milioni di euro, tra il 2011 e il 2012 è salito del 2%. C’è stato però un calo di prezzo di alcuni prodotti, e se si prendono in considerazione le confezioni vendute l’aumento è più marcato e sale al 4-5%. E la spesa per curare gli animali da compagnia non è spinta verso la crescita, come invece per gli uomini, dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle ma-lattie croniche. «C’è una tendenza a prendersi più cura dei propri animali, ed essere più responsabili, un po’ come
sta avvenendo nei paesi anglosassoni », dice Roberto Cavazzoni, il direttore di Aisa, che raccoglie le imprese produttrici di farmaci per animali. In tutto sono 27 e circa la metà sono multinazionali che producono anche per l’uomo. Del resto molti dei
medicinali sono gli stessi, cambiano solo i dosaggi. Negli Usa molte aziende farmaceutiche puntano su questo settore per alzare i fatturati, come ha scritto il
Wall Street Journal.
«E infatti si stanno inventando molte molecole nuove, per questo ci aspetteremmo
anche un incremento di fatturato più alto. È che alcuni prezzi sono un po’ scesi », spiega il presidente di Aisa Paolo Giulio Predieri. I farmaci veterinari vengono autorizzati e registrati dal ministero della Salute, in questo momento sul mercato italiano
ce ne sono 2.137. Una buona parte servono per gli animali da allevamento. Sono 578 quelli che possono essere usati per i cani e 361 per i gatti.
Secondo l’Eurispes, il 55% dei 24 milioni di famiglie italiane hanno un cane o un gatto. Quasi due terzi di coloro che hanno un animale, il 63%, spendono meno di 100 euro all’anno per le cure. Si può calcolare una spesa totale intorno agli 800 milioni di euro. Comprare il cibo costa nella maggior parte dei casi, il 53%, entro i 30 euro al mese. «Se da una parte riscontriamo spese sempre più alte, dall’altra ci sono dei segnali di difficoltà», spiega ancora Melosi, «mentre gli interventi e le cure urgenti e quelli sulle malattie importanti sono sempre più diffusi, ma notiamo un calo di attenzione per attività di prevenzione come i vaccini. E non dobbiamo dimenticare che le prestazioni veterinarie, al contrario di quelle per l’uomo, sono gravate dall’Iva al 21%. Nel nostro settore, poi, sui farmaci generici, sempre più diffusi, non ci sono grandi sconti. Infine, le spese veterinarie sono state messe nel redditometro e le detrazioni fiscali sono ridotte al lumicino, appena 45 euro all’anno».