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 2013  marzo 25 Lunedì calendario

ELVIRA NABIULLINA LA PUPILLA DI ZAR PUTIN CHE GOVERNERÀ LA MONETA DI MOSCA

Mosca A vvertenza a tutti i sostenitori delle quote rosa: prima di esultare per la nomina della prima donna alla guida di una banca centrale in un paese del G8, riflettete un attimo. Se chiedete a collaboratori, amici, ed entusiasti ammiratori di Elvira Nabiullina, la migliore qualità della futura governatrice russa, vi risponderanno infatti con l’elogio più offensivo che ci possa essere per il genere femminile: “E’ pragmatica, immediata, sempre lucida. Insomma si comporta proprio come un uomo”. Lei stessa non l’ha presa molto bene. Non che si sia mai considerata una paladina delle donne, ma la cappa pesante di maschilismo che regna sul sistema di potere russo non le è mai piaciuta. Pare che lo stesso Presidente Vladimir Putin, convocandola nel suo ufficio per comunicarle la nomina, abbia usato solo termini al maschile, usando con lei una franchezza cameratesca che proprio non gli riesce di usare con le altre donne del suo staff. Elvira Nabiullina sopporta e mira al sodo. Sa bene che la questione femminile c’entra poco o niente con la sua carriera. Sa pure che la scelta che la farà insediare nel più prestigioso ufficio della Neglinnaja Ulitsa, al posto del riottoso governatore uscente Sergej Ignatiev, si spiega soprattutto con la sua fama di “fedelissima”, “assolutamente incapace di dire no al capo”. Ma intanto incassa e va avanti. E prepara un piano per avviare al più presto una riduzione dei tassi di interesse proprio come Putin chiede da tempo, inascoltato, al suo predecessore.
Un ex ministro delle Finanze come Aleksej Kudrin, particolarmente avvelenato da quando fu licenziato su due piedi l’anno scorso, non ha dubbi: “Farà tutto quello che piace allo Zar. E’ come se Putin si fosse preso direttamente per sé la guida della Banca di Russia”. Secondo carattere e stile di vita, Nabiullina non risponde. Ma fa dire dai suoi amici fidati che “non c’è niente di strano nell’essere d’accordo con Putin. Anche perché tutto quello che Putin pensa e dice di economia è proprio frutto dei consigli e delle lezioni private di Nabiullina stessa”. La convinzione di aver svelato a Putin e a tutti gli uomini della sua squadra i segreti della macroeconomia è molto forte. All’alba dei cinquant’anni, che compirà in ottobre, Elvira Nabiullina resta in fondo la ragazza intelligente e un po’ sgobbona orgogliosa di essere sempre e comunque la prima della classe. Sin dai tempi delle elementari e delle medie alla scuola numero 31 di Ufa, capitale della Bashkiria, una repubblica agricola della Russia meridionale. Papà camionista, mamma operaia, sangue tartaro nelle vene come quasi tutti i suoi concittadini. E casa piccolissima nella classica Krushjovka, gli edifici popolari dell’epoca, in periferia. Condizioni umili che potrebbero sembrare normali per chi è nato in uno Stato comunista. Ma che invece non lo sono. Perché la stragrande maggioranza dei nuovi ricchi e dei top manager coetanei di Elvira Nabiullina appartenevano a famiglie che, in qualche modo, spesso al limite della legalità, godevano di tutta una serie di privilegi. Nella biografia della governatrice invece ci sono solo episodi normali di una ragazza di provincia testarda e incredibilmente volitiva. Ore e ore sui libri, premi e medaglie d’oro assortite nelle competizioni tra studenti, e comportamento irreprensibile, perfino troppo, nei confronti dei ragazzi che, dopo qualche inutile tentativo di corteggiamento, si rassegnavano a chiederle soltanto il privilegio di copiare i suoi compiti. E il copione non è mai cambiato. Schiva e riservata anche a Mosca, prima e dopo la laurea in Economia. Elvira Nabullina sorprende tutti e concede poche righe ai gossip solo quando sposa il suo rettore Jaroslav Kuzminov detto “il Saggio”, economista tra i più prestigiosi del Paese. Non avranno figli ma lei diventa una buona amica e compagna di Ivan e Angelina che Kuzminov ha avuto da un precedente matrimonio. Un po’ per le entrature del marito, e molto anche per il suo curriculum di studentessa-modello, tutto il resto diventa una cavalcata senza ostacoli. Dal primo impiego all’Unione Scientifico Industriale dell’Unione Sovietica, a un oscuro passaggio di consulente di un chiacchierato oligarca georgiano, fino all’ingresso nel centro di Ricerche Strategiche di Gherman Gref. La svolta. Creatura eltsiniana, presto finita nel cuore di Putin, Gref è un economista liberale che tanto ha insegnato in economia a un volenteroso autodidatta come Putin. Gli incontri ripetuti con lo squadra di Greff, diventato il guru del Cremlino in materia, hanno formato molte opinioni del Presidente che ha subito intuito le potenzialità di quella assistente discreta e apparentemente timida che spiegava le cose con grande semplicità e difendeva le sue opinioni con ostinata tenacia. Per questo, nel 2007 l’ha voluta al ministero dello sviluppo economico nel governo che ha diretto personalmente prima di tornare per la terza volta al Cremlino. Le “note professionali” redatte dai collaboratori più stretti di Putin in quegli anni confermano le doti e di funzionalità al progetto di Nabiullina. “Competente, sicura di sé, efficientissima” è il giudizio più gettonato. “Fedele e docile” è invece quello più cattivo. Insomma non sembra una decisionista ma, a suo modo, lo è. La sua ex collega Bella Zlatkis, adesso vice presidente della pubblica Sberbank ne è convinta: “Alla fine ottiene sempre quello che vuole. Solo che lo fa senza quell’aria ridicola che hanno quasi tutti gli uomini di potere. Senza quella spocchia di chi pensa di essere l’unico ad aver capito le cose. Lei ascolta sempre tutti. Per rispetto e perché non si sa mai. Una buona idea può venire a chiunque”. In realtà, a porte chiuse, Nabiullina ha criticato più volte perfino l’operato del Capo. In qualche caso è riuscita a cambiare la linea. In molte altre no. In pubblico però non ha mai tradito anche una sola smorfia di dissenso. E si è rivelata particolarmente utile per liquidare ministri diventati scomodi e non più utili come quello del Lavoro e quello dell’Istruzione messi alla porta da Putin dopo una riunione del consiglio dei ministri in cui la futura governatrice ha giocato il ruolo dell’accusatrice snocciolando presunti errori, incompetenze e irregolarità dei suoi colleghi. Da ministro e poi da consigliera economica del Presidente, avviene anche una piccola mutazione estetica. Famosa e molto presa in giro per il suo look grigio e senza troppa personalità, Nabiullina comincia a investire anche sulla sua immagine. Compaiono tailleur firmati, foulard colorati, montature degli occhiali meno “sovietiche”. Piccole concessioni alla femminilità che niente hanno a che vedere per esempio con quelle delle sue colleghe Tatjana Golikova (Sanità) ed Elena Skrynnik (agricoltura). Se quelle indugiano su certi luoghi comuni sul sesso debole, usando qualche scena di pianto al momento giusto o non rinunciando al trucco vistoso e al tacco a stiletto, Nabiullina preferisce stupire i suoi colleghi maschi sul loro campo. Per esempio la passione per le auto da corsa. Come la Jaguar color “verde Inghilterra” con cui ogni tanto va sgommando in solitudine per la città. Piccolissime licenze diventate sempre più rare. Soprattutto da quando decise di partecipare a una festa organizzata dal miliardario Prokhorov proprio sulla tolda del mitico incrociatore Aurora, la nave ancorata nel porto di San Pietroburgo, che diede il via con le sue cannonate alla Rivoluzione d’Ottobre. Lo scandalo che ne seguì, la collera dei comunisti per il sacrilegio e, pare, un rimbrotto di Putin in persona, hanno praticamente messo fine ad ogni escursione mondana. Da allora, fino all’incarico più importante della sua vita, solo libri, ufficio e Putin. Pronta ad eseguire da Governatrice della Banca centrale tutte le direttive del Presidente. D’altra parte, giurano i suoi amici, le ha elaborate lei.