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 2013  marzo 25 Lunedì calendario

M5S, COM’È DIFFICILE SFUGGIRE AI PRIVILEGI

Quanto è difficile restare francescani, o diventarlo, nel tempio dei mercanti di Montecitorio. Come è complicata l’arte di sfuggire ai privilegi dentro il Palazzo, dove i privilegi ti vengono addosso senza neppure avvertirti, ti avvolgono e ti travolgono e tu a volte non puoi farci niente. Perciò i grillini soffrono in questi giorni.
Vivere lì dentro, nel luogo della casta, senza farsi contaminare, come si fa? Si fa facendosi accreditare lo stipendio (dimezzato) presso la Banca Etica e non tramite il Banco di Napoli, che è quello di tutti gli inquilini di Montecitorio. Anche se alcuni 5 Stelle sono andati a informarsi l’altro giorno proprio allo sportello della casta: «Quali sono le condizioni del conto corrente da onorevole?».
IL MITICO ZAC
L’esempio più eclatante di come non è facile sottrarsi ai benefit è quello del mitico Zac. Di chi? Dell’ex segretario democristiano Benigno Zaccagnini, buonanima? Macchè. Ora il mitico Zac è Adriano Zaccagnini, un bel ragazzo alto che sembra un po’ un modello. E’ il deputato grillino diventato celebre grazie al famoso pranzo che ha consumato al ristorante di Montecitorio («Ma non mi sono fatto servire dal cameriere, ho preso le cose al bancone») ed è finito al centro di polemiche e sfottò. Del tipo: tu quoque, parlamentare pentastellato, ti gusti i privilegi alimentari della casta.
Adesso, per liberarsi dalla colpa, per trasformare la contrizione in contrattacco, il mitico Zac è diventato il più celere cecchino degli sprechi eno-gastronomici nel Palazzo. Ha bruciato sul tempo tutti i suoi colleghi anti-casta e annuncia su Facebook: «Ho fatto richiesta di tutti i contratti del bar, della buvette, della mensa e delle macchinette che stanno nei corridoi. Per vedere se ci sono eventuali sprechi».
LO SCONTRINO
Comunque, è dura per i grillini convivere con il complesso di non apparire abbastanza francescani come si vorrebbe da loro e con la fatica di stare nel tempio del potere dove è più semplice prendere lo stipendio pieno che dimezzarselo, più facile avere l’acqua minerale a prezzo scontato piuttosto che l’«acqua pubblica» come chiedono loro in questi giorni ma le caraffe del Palazzo non sono sufficienti a dissetarli tutti.
Per non incorrere in accuse, e per poi non dover chiedere scusa come il mitico Zac, il suo collega pentastellato Dino Alberti ha fotografato lo scontrino al termine di un pasto alla mensa di Montecitorio (quella dei dipendenti, non il ristorante) e lo ha postato su Facebook così: «Ho speso sei euro per un pasto. Ditemi voi se è il prezzo giusto. Se lo è, continuerò a mangiare qui. Se non lo è, andrò altrove».
La difficile arte di sfuggire ai privilegi è una battaglia condotta quotidianamente. Che riguarda anche la pipì. I commessi della Camera stanno notando che i deputati a 5 Stelle si recano meno volte, rispetto agli altri, nei wc. Forse, per evitare l’onta del privilegio, la fanno altrove. O rischiano di farsi scoppiare la vescica, pur di apparire francescani.