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 2013  marzo 22 Venerdì calendario

LEONARDO TORNA A CASA, ALLA MADRE IL BIMBO CONTESO

Dopo cinque mesi e dieci giorni Leonardo, il bambino di 10 anni di Cittadella (Padova) prelevato con la forza dalla scuola per essere portato in una casa famiglia, come deciso dalla Corte d’appello di Venezia, in quanto affetto da Pas (sindrome da alienazione genitoriale) è tornato a casa.
A STABILIRLO, la Suprema Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso di Ombretta, la mamma del bimbo, annullando la decisione della Corte d’Appello. “Sono stati mesi indimenticabili, ma ora l’incubo è finito. Leonardo ricomincerà a vivere la sua vita di sempre e chi ha sbagliato pagherà” sono le sue prime parole dopo la decisione, rotte dal pianto. Anche per Leonardo, dimagrito di otto chili, è la fine di un incubo. Seppure i ricordi delle tante sere vissute da solo in quella casa famiglia, come se dovesse espiare chissà quale colpa, tarderanno a svanire. Come il ricordo di quella mattina, quando venne portato via dalla scuola da agenti di polizia e dallo psichiatra mentre resisteva con tutta la forza, restando aggrappato al banco. Venne trascinato come un animale lungo la strada e caricato in auto. Una scena di dominio pubblico grazie al video girato dalla zia del bimbo, trasmesso da Chi l’ha visto. “Lasciatelo stare, non si trattano così i bambini, i bambini non si portano via, i bambini vanno ascoltati” gridava la zia, mentre il bimbo implorava: “Zia aiutami, come faccio? Nonno, aiutami vi prego”. Leonardo era malato come la mamma di Pas, secondo la diagnosi del consulente tecnico d’ufficio, Rubens De Nicola. Una sindrome psicologica che i giudici della Cassazione nella sentenza definiscono “senza alcun rigore scientifico”, spiegando che, come hanno sostenuto in una pubblicazione del 2009 due psicologhe, una spagnola l’altra argentina, la Pas “sarebbe un costrutto pseudo-scientifico”.
L’ASSOCIAZIONE spagnola di neuropsichiatria “ha posto in evidenza i rischi della sua applicazione in ambito forense, in grado di minacciare l’integrità del sistema penale e la sicurezza dei bambini vittime di abusi”. La Suprema Corte aggiunge che, anche volendosi “attenere ai caratteri discutibili del padre della Pas, Richard Gardner, presentato quale professore di psichiatria infantile presso la Columbia University, pur essendo un mero ‘volontario non retribuito’, che ha giustificato la pedofilia”, questi caratteri “non sono stati riscontrabili nel caso di specie”. Infine, i giudici richiamano la Corte d’Appello “per aver disatteso il principio della necessità di ricorrere alle proprie cognizioni scientifiche” e di essersi avvalso di idonei esperti senza verificare “il fondamento sul piano scientifico di una consulenza che presenti devianze della scienza medica ufficiale”. Esattamente come aveva ripetuto incessantemente la mamma di Leonardo, che per quasi sei mesi lo ha visto solo una volta alla settimana in un incontro protetto e video ripreso. Ma Ombretta non si è arresa: carte bollate, ricorsi su ricorsi, denunce, fino al trionfo della verità e della giustizia. Leonardo non era malato, lei non era malata di Pas e la Pas non ha fondamento scientifico. Stanotte Leonardo dormirà nel suo lettino e fra qualche giorno tornerà nella sua scuola tra i suoi compagni, che non hanno mai smesso di aspettarlo per sedersi sul suo banco di sempre. Ombretta: “Leonardo è un bambino forte ma anche molto sensibile, temo che possa crescere custodendo rancore. Ci vorranno tempo e tanto amore, anche per aiutarlo a perdonare e scoprire il bisogno di suo padre”. Quel papà che si dice amareggiato per la sentenza, precisando di “non disporre del provvedimento”. Che la drammatica lezione subita da Leonardo serva a tutti per capire che un bambino ha diritti inviolabili come quello di non essere oggetto di violenza da parte di chi dovrebbe proteggerlo come i giudici, le forze dell’ordine, le assistenti sociali, gli psichiatri.