Antonio Lo Campo, La Stampa 22/3/2013, 22 marzo 2013
VEDERE IN DIRETTA L’UNIVERSO BAMBINO
È stato un po’ come togliere il «velo» all’Universo. I nuovi dati dal satellite europeo «Planck» presentati ieri nella sede ESA a Parigi ne hanno fornito una nuova mappa più dettagliata rispetto a quella già elaborata nell’estate 2010. E per prima cosa si scopre che l’Universo ha 13,8 miliardi di anni.
Ma le sorprese sono molte. Per la nostra galassia, la Via Lattea, è stata realizzata una mappa dell’emissione delle polveri prodotte dalle stelle alla fine della loro vita, e una mappa dell’emissione degli elettroni liberi presenti tra le stelle. Per il cosmo intergalattico c’è ora una mappa della radiazione diffusa dal gas caldissimo degli ammassi di galassie, anche da quelli così lontani da non essere mai stati osservati prima.
Ma il dato più sorprendente è il prospetto della radiazione dei primi istanti dopo il big bang: «È come analizzare le acque alla foce di un grande fiume», spiega Paolo de Bernardis, responsabile delle attività di Planck presso l’Università La Sapienza di Roma, «e farlo talmente bene da poter risalire precisamente ai contributi di ciascuno dei suoi affluenti. Le nuove mappe di Planck permettono di stabilire per la prima volta quanta radiazione proviene dalla nostra galassia, dall’universo extragalattico e dall’universo primordiale».
Planck è un satellite dell’ESA lanciato nel maggio 2009 con un razzo Ariane 5 e inviato in un punto dello spazio a circa 1 milione e mezzo di chilometri dalla Terra; alcuni apparati del satellite operano a -253 gradi, altri a -273. Si tratta di quella sorta di «membrana» molto sensibile ma necessaria per rivelare i segnali testimoni della nascita dell’universo.