Francesca Sforza, La Stampa 22/3/2013, 22 marzo 2013
LA LUNGA CATENA DI ERRORI IMBARAZZA LA FARNESINA
I due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ritorneranno in India oggi stesso. La marcia indietro è stata inserita con decisione dal premier Mario Monti una volta che le conseguenze del gesto di trattenerli in Italia sono diventate chiare in tutta la loro pesantissima portata. Non solo un’incrinatura politica dei rapporti, ma un grave colpo all’interscambio commerciale, che dal 1991 al 2011 è cresciuto di 12 volte, passando da 708 milioni di euro a 8,5 miliardi di euro.
Le parole pronunciate qualche giorno fa dal presidente del partito del Congresso indiano Sonia Gandhi hanno complicato e fatto precipitare la situazione: «Nessuno sottovaluti l’India», aveva detto. Chi fino a quel momento aveva pensato a un esito «alla Battisti», nella presunzione che un caso giuridico fosse troppo poco per mettere in crisi una consolidata relazione bilaterale, si è dovuto ricredere: gli scenari che si sono aperti vedevano l’Italia, attualmente quarto partner commerciale dell’India tra i Paesi Ue dopo Germania, Belgio e Gran Bretagna, perdere vistosamente posizioni. Niente che ci si possa permettere in questa fase.
La catena degli errori è lunga, e alla Farnesina è difficile nascondere l’imbarazzo per come sono stati inanellati uno dopo l’altro: dalla decisione di non rinunciare alla missione commerciale in India subito dopo l’arresto dei marò, fino a quella di far firmare l’affidavit sul ritorno di Latorre e Girone con un impegno personale e diretto dell’ambasciatore Daniele Mancini, fino all’ultima, la più sciagurata, di trattenere i marò senza avere una strategia in mente.
Fonti diplomatiche assicurano che non è stato messo sul tavolo alcun tipo di risarcimento, piuttosto ci si augura che a questo punto l’India usi clemenza nei confronti dei due italiani, e tenga in qualche conto quest’ultimo gesto del governo Monti. Ufficialmente si parla di «ampie assicurazioni ricevute», in seguito alle quali il governo avrebbe ritenuto, anche nell’interesse dei fucilieri, di mantenere l’impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo.
Tra gli altri fattori che si portano a giustificazione della catena di errori c’è il fatto che il presidente del Consiglio Mario Monti si trovava a Bruxelles quando il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha optato per il non rientro dei marò, cosa che avrebbe dato vita a un corto circuito comunicativo i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. La confusione istituzionale italiana è un ulteriore tassello del mosaico: responsabilità poco chiare, mandati in scadenza, assenza di coordinamento e mancanza di una visione di lungo termine. I fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone saranno accompagnati dal sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, risiederanno nell’ambasciata italiana a New Delhi e avranno «libertà di movimento». Lo ha assicurato lo stesso De Mistura aggiungendo: «Potranno anche andare al ristorante, se vogliono».