Varie, 21 marzo 2013
Farfalle per Sette - Per riportare le farfalle a Milano quelli del progetto “Effetto farfalla” hanno chiesto ai cittadini di seminare su balconi, davanzali, terrazzi, oltre che nelle aiuole condominiali, le piante di cui si nutrono i lepidotteri, come il finocchio selvatico o il prezzemolo
Farfalle per Sette - Per riportare le farfalle a Milano quelli del progetto “Effetto farfalla” hanno chiesto ai cittadini di seminare su balconi, davanzali, terrazzi, oltre che nelle aiuole condominiali, le piante di cui si nutrono i lepidotteri, come il finocchio selvatico o il prezzemolo. Scopo: creare dei corridoi che uniscano tra loro i diversi parchi urbani. (Carlo Brambilla, Repubblica 13/3/2013) Aristotele chiamava le farfalle psyche, dal greco per “anima”. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Nel mondo esistono circa 18mila specie di farfalle, in Europa circa cinquecento, di cui quattrocento si trovano in Turchia. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) La maggior parte delle farfalle esisteva già quaranta milioni di anni fa. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) In quasi tutte le specie di farfalle, i maschi sono sempre in cerca di femmine vergini: le corteggiano e provano ad accoppiarsi con loro al momento dell’uscita dalla crisalide, quando cominciano a volare. In alcune farfalle del genere Heliconius l’impazienza è tale che i maschi si siedono sulle crisalidi delle femmine di farfalla che si schiuderanno di lì a due giorni. Quando la farfalla comincia a dimenarsi per rompere l’involucro, sono abbastanza eccitati da aprire a forza la crisalide con particolari strutture chiamate clasper, situate nella parte terminale dell’addome, e accoppiarsi con la femmina. Siccome lei non è ancora uscita dallo stadio di pupa, questo comportamento è stato definito “stupro pupale”. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) La femmina allo stadio di pupa secerne un feromone capace di attirare irresistibilmente i maschi. Ci possono essere anche quattro o cinque maschi che svolazzano attorno alla stessa pupa: il più aggressivo scaccia gli altri e s’accoppia con la femmina. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Il maschio della farfalla Apollo, dopo aver fecondato la femmina, secerne una sostanza con cui modella una specie di fiore e lo salda all’addome della sua compagna. Ma questa cintura di castità, però, non scoraggia del tutto gli altri maschi. La femmina, comunque, rimane fedele e respinge i nuovi spasimanti, mentre il suo primo amore se ne va in cerca di nuove mogli. Quelli della North American Butterfly Association, non avendo trovato in letteratura un termine adatto a definire un gruppo di farfalle, hanno adottato il termine branco, ma propongono alternative come “bacio di farfalle”, “caleidoscopio di farfalle”, “frullio”, “danza”, “scintillio”, “sinfonia” e “profluvio” di farfalle. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) La maggior parte delle farfalle dei climi temperati vivono un paio di settimane. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Le farfalle Heliconius vivono anche quattro o cinque mesi, durante i quali una femmina può arrivare a deporre cinquecento uova, con una media di venti al giorno. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Le Hamadryas, anche note come Petardi, sono le uniche farfalle che fanno rumore. Usano le ali per produrre uno scricchiolio interpretato da Darwin come richiamo per l’accoppiamento, da altri scienziati come un sistema per scacciare i predatori. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) La Caligo memnon, anche detta Gufo perché ha sulle ali piegate una grossa macchia nera a forma di occhio, che usa per camuffarsi (il predatore crede di vedere, invece di una gustosa farfalla, la testa di un gufo). (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) La Nymphalis antiopa, chiamata Mourning Cloak (velo funebre) perché sembra nera (guardando con attenzione, le sue ali sono in realtà rosso scure, bordate di giallo e azzurro). (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) La farfalla Atlante, che vive nelle Indie Orientali, ha disegnata sulle ali la testa di un cobra. La farfalla Thecla, invece, finge di avere la testa dall’altra parte del suo corpo. In questo modo riesce a fuggire dalla parte opposta a quella prevista dall’aggressore. La Ornithoptera alexandrae – la farfalla più grande del mondo – può misurare fino a 30 centimetri da ala ad ala. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Le farfalle volano di giorno, le falene di notte. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Le falene, che non possono scaldarsi al sole, devono dotarsi di più grasso rispetto alle farfalle (inoltre il loro corpo è coperto di un pelo molto più fitto rispetto a quello delle farfalle). (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Il biologo Robert Dudley della University of California di Berkeley ha misurato il volo di alcune farfalle tropicali, registrando velocità di circa 40 chilometri all’ora. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Il biologo Robert Dudley della University of California di Berkeley divide gli stili di volo delle farfalle in due gruppi. Nel primo mette le farfalle velenose che volano lentamente: gli uccelli potrebbero catturarle ma non lo fanno, perché mangiarle li farebbe star male. Il secondo gruppo comprende le farfalle mangiabili, che presentano un volo casuale. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Il professor Dudley, convinto d’aver visto più di una farfalla ubriaca (la loro bevanda preferita è l’etanolo contenuto nella frutta in fermentazione). (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Trappola perfetta per attirare una farfalla (o una falena): una banana, intinta nella birra. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) In epoca vittoriana Margareth Elizabeth Fountaine viaggiò per il mondo in cerca di farfalle. Ne lasciò in eredità circa 22 mila, tutte spillate ed etichettate (la collezione al Norwich Castle Museum, Inghilterra). (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Secondo la Bbc nell’Inghilterra Vittoriana c’erano tremila inglesi collezionisti di farfalle che vagavano per il mondo con spilli e retino. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Alcuni tra i colori che decorano le farfalle sono solubili in acqua. Un esempio è la Colia eurytheme, diffusa nei campi di erba medica. Se si bagna per via di un’irrigatore, l’acqua lava via un po’ del pigmento, lasciando chiazze scolorite sulle ali. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Per feste di laurea, matrimoni, funerali eccetera, in America va di moda la “liberazione di farfalle”: gli appassionati ordinano decine di esemplari agli allevatori, che, per far viaggiare le farfalle, appena escono dalla crisalide le congelano e le chiudono in bustine trasparenti in modo che le loro ali non si danneggino. Le bustine sono sistemate in scatole raffreddate con ghiaccio e le farfalle restano lì come addormentate. Una volta messe nel contenitore da cui saranno liberate, sono esposte al calore che le risveglia e le fa volare. Perché il decollo sia ad effetto cromatico, c’è chi usa scatole a fisarmonica: le farfalle sono sistemate tra fogli di carta che, aperti di colpo, fanno loro spiccare il volo verso il cielo tutte assieme. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Le specie più usate per le “liberazioni” sono Vanessa del cardo e Monarca, perché anno ali grandi (l’apertura arriva fino a 8-9 centimetri) e colori sgargianti. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Bande di bracconieri, dediti al contrabbando internazionale, cacciano certi esemplari di farfalle fino all’estinzione, in modo da aumentarne il prezzo. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Il contrabbandiere di farfalle Yoshi Kojima, arrestato, pagò 40mila dollari di multa e fece 21 mesi di carcere. Ammise di aver venduto negli Usa esemplari della farfalla più grande del mondo e in via di estinzione, la Ornithoptera alexandreae: 8mila dollari la coppia. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) La cittadina di Pacific Grove, che si autodefinisce “Città delle farfalle, Stati Uniti”, minaccia multe fino a mille dollari per chi disturba una qualsiasi tra le migliaia di Monarca che svernano da quelle parti. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Il bruco, progettato per mangiare, «può aumentare la dimensione del suo corpo fino a ventisettemila volte. E’ come se un bimbo di 4 chili arrivasse a pesarne 110mila e rotti» (la biologa Rachel Diaz-Bastin). (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Uno dei primi europei a sostenere una dieta a base di insetti fu Vincent M. Holt, autore del saggio Why Not Eat Insects? (1885). Scriveva: «Non sono mai riuscito a capire il perché dell’evidente disgusto con cui viene salutata a tavola la comparsa di un bel bruco bollito, erroneamente servito insieme al cavolo (...) Queste persone delicatine e schizzinose che ora, passato l’appetito, allontanano il piatto all’apparire di un bruco ben cotto e cresciuto a verdura, probabilmente hanno appena finito di ingoiare una dozzina di ostriche vive, o magari hanno appena consumato l’oscena aragosta». (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Vincent Holt, che per le sue ricette prediligeva le larve della Cavolaia, suggeriva di servirle non solo allo stadio di bruco ma anche quando diventano crisalidi, «fritte nel burro, con tuorlo d’uovo e condimento». (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Secondo gi esploratori che le mangiarono a metà dell’Ottocento, le falene Agrotis australiane una volta arrostite sanno un po’ come di noce. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) La farfalla con sapore peggiore, secondo James Fordyce, è la Batthus filenor: «Ne ho mangiato un bruco piccino e mi ha invaso la bocca con un sapore amaro che non sono riuscito a mandar via per almeno mezz’ora, né bevendo acqua ne masticando una cicca». (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Le farfalle sono quasi ovunque. L’entomologo Arthur Shapiro: «Ci sono farfalle sulle spiagge dell’Oceano Artico. Ci sono farfalle vicino all’Antartide. Ci sono farfalle a 5 mila metri sulle Ande e forse anche più in alto, sull’Himalaya». Le farfalle non esistono «nell’Oceano e nel deserto totale dove non ci sono risorse». (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) D’estate le Monarca tropicali si spingono fino in Canada. Con l’avvicinarsi dell’inverno migrano a sud verso il Messico, dove si ibernano in massa, pigiate a milioni per ogni acro, nel Michoacàn e nelle montagne della Sierra Madre. In primavera l’aumento della temperatura risveglia le Monarca. Si accoppiano mentre tornano a Nord, pratica che porta velocemente il maschio alla morte. Tuttavia, a differenza del viaggio diretto verso sud, per spostarsi al nord le Monarca impiegano qualche generazione. Quelle che sono sopravvissute al lungo viaggio verso il sud e hanno passato l’inverno in Messico arrivano al massimo in Texas o in Louisiana. Le femmine gravide rimangono vive abbastanza da trovare un luogo per deporre le uova, sulla prima Asclepiacea che trovano: queste piante costituiscono il nutrimento per le larve, riempiendo i bruchi – e poi le farfalle – del veleno che rende le Monarca non commestibili. Questa nuova generazione si schiude entro breve tempo e continua il viaggio verso nord, verso i Grandi Laghi, dove depone a sua volta le uova. Dopo poco la progenie si dirige verso la costa est: saranno i suoi discendenti a compiere il lungo viaggio (circa 4.800 chilometri) verso il Messico. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Secondo alcune teorie le Monarca sanno dove andare e come arrivarci grazie alla posizione del Sole, altre teorie sostengono che a un ruolo importante, nella loro migrazione, il campo magnetico terrestre. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Le farfalle impreziosivano le monete dell’antica Grecia e dell’Impero romano. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Tra le opere di Damien Hirst, una tela con farfalle imprigionate nella vernice secca. Le farfalle erano nel bozzolo, lui le ha messe sulla tavola piena di vernice fresca, quando i bozzoli si schiudevano le farfalle rimanevano imprigionate, a caso, nella vernice. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) Nella recente retrospettiva dedicata a Damien Hirst, la Tate Gallery di Londra ha incluso anche In and out of Love del 1991, installazione in cui novemila farfalle volano in due stanze senza finestre. Gli animali utilizzati sono le specie Gufo ed Heliconius, la cui vita media è di nove mesi. Qui però, calpestate dai visitatori o ferite negli scontri con le pareti, ne morivano fino a 400 a settimana, che gli organizzatori dovevano integrare con nuovi esemplari. Proteste degli animalisti. (Corriere della Sera 20/10/2012) In una performance della Biennale di Venezia del 1972 il gruppo belga Mass Moving liberò 10mila farfalle che si rivelarono essere cavolaie: le loro larve divorarono tutte le foglie dei paraggi. L’artista Lori Precious realizza quadri usando esclusivamente pezzi di farfalle e scarabei. (Peter Laufer, La battaglia delle farfalle) L’animale a maggiore rischio di estinzione è la farfalla. (Danilo Mainardi, Corriere della Sera 1/9/2012) Luciana Littizzetto ha paura delle farfalle. Nabokov appassionato collezionista di farfalle, si dice abbia scritto Lolita viaggiando negli Stati Uniti al fianco della moglie, armato di retino. (Carlo Grande, La stampa 19/06/2009) Nabokov studiò un importante gruppo di lepidotteri sudamericani (le «farfalle blu»), pubblicò una decina di articoli tecnici sulla tassonomia e la storia naturale delle farfalle e fra il 1942 e il 1948 lavorò come ricercatore associato di lepidotterologia presso il Museo di zoologia comparata dell’Università di Harvard. (Carlo Grande, La stampa 19/06/2009) «Una delle prime cose che abbia mai scritto in inglese fu un articolo sui lepidotteri, quando avevo 12 anni. Non lo pubblicarono perché la farfalla di cui parlavo era già stata descritta da qualcun altro» (Nabokov). I bruchi della farfalla Maculinea rebeli secernono sostanze simili a quelle delle formiche, così si fanno curare e accudire da loro fino al giorno in cui aprono le ali e volano via dal formicaio. (Carlo Grande, La stampa 19/6/2009)