Paolo Russo, La Stampa 20/3/2013, 20 marzo 2013
PERCHE’ PIU’ BADANTI CHE INFERMIERI?
Il Rapporto Sanità 2012 della Bocconi presentato ieri lo conferma: senza le badanti il nostro sistema sanitario crollerebbe. Sono diventate veramente così tante e indispensabili?
I numeri del Rapporto dicono che per la prima volta il numero delle badanti (774 mila) ha superato quello dei dipendenti di Asl e ospedali (646 mila). In pratica oramai una famiglia italiana su dieci non può farne a meno. L’esercito delle badanti è in costante crescita. Del 42% dal 2001, informa il Censis. E sempre più spesso suppliscono alle carenze del nostro servizio sanitario nazionale, che stritolato dalla crisi ha la spesa più bassa d’Europa per assistere chi non è più autosufficiente, che in media può contare solo su 22 ore di assistenza domiciliare l’anno. L’alternativa sarebbero le residenze socio-assistenziali pubbliche (Rsa), ma sono così poche che ottenere un posto è come vincere alla lotteria. Le case di riposo private poi non sono certo per tutte le tasche.
Con le badanti invece si risparmia?
Sì, e non poco. La loro retribuzione media è di 800-900 euro mensili. In quasi l’80% dei casi pagati in nero. Ricoverare un anziano non più autosufficiente in una Rsa pubblica costa, secondo una recente indagine dello SpiCgil, quasi 1.800 euro al mese, per i fortunati che dopo mesi di liste d’attesa trovano un posto. Le rette delle case di riposo vanno poi da un minimo di 2 mila euro, fino a ben oltre i 4 mila mensili.
Ma di cosa si occupano in casa?
Di tutto un po’. Il nuovo pilastro del welfare «fai da te» ricopre in parte il ruolo della colf, visto che secondo il Censis l’83% si dedica alla pulizia di casa, il 42% fa la spesa per tutta la famiglia e oltre la metà prepara pranzo e cena; in parte fa da assistente sociale accudendo gli anziani in un caso su due. Sempre più numerose sono però le badanti che finiscono per ricoprire abusivamente il ruolo di infermiera, come indica quel terzo di loro che dichiara di fornire una vera e propria assistenza sanitaria a domicilio.
Hanno una formazione alle spalle per svolgere compiti di assistenza socio-sanitaria?
Circa la metà ha un diploma o una laurea, ma poche di queste lavoratrici invisibili possiede un diploma in scienze infermieristiche o consimili. Per questo ieri alla presentazione del Rapporto sanità della Bocconi il Presidente della Federazione di Asl e ospedali (Fiaso), Valerio Fabio Alberti, ha proposto percorsi di formazione delle badanti promossi proprio dalle Aziende sanitarie pubbliche, fermo restando - ha aggiunto - «la necessità di integrare maggiormente l’assistenza sanitaria domiciliare e i servizi più squisitamente sociali, per evitare di scaricare sulle famiglie oneri che in periodo di recessione finiscono per mettere a repentaglio anche i posti di lavoro». Che infatti svaniscono per l’8% dei casi di chi assiste in proprio i familiari non autosufficienti, casomai perché i soldi per pagare la badante non ci sono.
Come vedono le badanti straniere noi datori di lavoro italiani?
«Poco puliti e finti buonisti, che fanno il regalo a Natale e pensano che sia la tredicesima». È quello che sintetizzano all’Api-colf, l’associazione dove ogni anno arrivano diecimila richieste di aiuto e di consulenza per maltrattamenti e violazioni di diritti.
E’ vero che esiste anche un racket delle badanti?
Purtroppo sì, perché il 40% di loro, informa un’indagine dell’Istituto per la ricerca sociale (Irs), è clandestina. La Caritas ambrosiana e i curatori della ricerca denunciano il proliferare di strane «agenzie» che le importano (il 56% dall’Europa dell’Est, il 30% dall’America latina) e poi le sfruttano «trattenendo qualche mese di stipendio».
Ma non era stata varata una sanatoria per mettere in regola le badanti?
Sì, con il decreto legislativo n. 109 del 2012 c’era tempo fino al 15 ottobre scorso per ravvedersi. Pagando un forfait di mille euro si poteva regolarizzare il lavoratore straniero che lavorava in nero, ma secondo alcune stime del ministero per la Cooperazione sociale i beneficiari sarebbero stati 150 mila su mezzo milione di irregolari. Probabilmente perché sanato il pregresso restano da sostenere oneri fiscali e contributivi comunque alti.
Cosa si rischia a non mettere in regola la badante?
Come per qualsiasi lavoratore irregolare, si incorre nel pagamento degli arretrati con gli interessi di mora, in una multa di cinquemila euro e, nei casi più gravi, si può arrivare alla reclusione da sei mesi a tre anni.
La crisi e i tagli alla sanità stanno veramente facendo dilagare il «welfare fai da te»?
Oltre alle «badanti-infermiere», il Rapporto Bocconi rivela che a causa dei tagli alla sanità oltre la metà degli italiani paga di tasca propria visite analisi, mentre i ticket sui farmaci lo scorso anno sono aumentati del 40% e la spesa sanitaria privata ha sfondato il muro dei 30 miliardi. Segnali di un sistema a rischio collasso. Con o senza badanti.