Massimo Galli, ItaliaOggi 20/3/2013, 20 marzo 2013
I SOCIALISTI FRANCESI CONTRO I ROM
Il governo socialista francese vara la linea dura contro i rom. Il ministro dell’interno, Manuel Valls, ha dichiarato che la situazione è divenuta intollerabile e non si può continuare così: bisogna far rispettare la legge smantellando le strutture dove non vi sono adeguate condizioni di salute.
Un grido d’allarme ma, al tempo stesso, una svolta all’insegna della tolleranza zero, forse più consona, almeno in base ai luoghi comuni, a rappresentanti dell’altra parte politica.
Attualmente le stime parlano di circa 20 mila uomini, donne e bambini, in gran parte originari della Romania e della Bulgaria, che occupano illegalmente oltre 400 aree sul territorio francese. Si trovano a ridosso dei quartieri cittadini di periferia, già colpiti dalla crisi, e sono all’origine di problemi di coabitazione che a volte assumono contorni inquietanti. Recentemente ci sono stati degli incendi in queste aree. Il ministero è stato sollecitato a intervenire da numerosi sindaci del paese. Negli ultimi giorni sono stati evacuati alcuni campi rom a Saint-Denis, Bondy e Vigneux-sur-Seine. Si organizzano voli di rimpatrio diretti a Bucarest e Sofia. L’anno scorso si sono contate 36.822 espulsioni di stranieri in situazione irregolare, di cui 12.800 romeni e bulgari.
Valls si dice convinto dell’utilità di aver eliminato il sussidio di 300 euro agli adulti rom e di 100 euro ai bambini per favorire il loro rimpatrio.
Lo definisce un sistema perverso, denunciato anche dalle ong, che ha provocato un’impennata dell’immigrazione clandestina. Gli stranieri arrivavano in Francia, ritiravano i soldi, tornavano in patria e quindi, attraverso dei prestanome, comparivano nuovamente per incassare i soldi dallo Stato. Un circuito criminale che è stato smascherato.
Quanto agli esperimenti di integrazione avvenuti in realtà come Tourcoing, nel nord della Francia, il ministro li considera interessanti ma limitati a una minoranza di rom: essi, in genere, non vogliono integrarsi per ragioni culturali o perché si trovano nella rete di organizzazioni legate alla malavita. I prefetti, dal canto loro, si trovano tra l’incudine e il martello: da un lato devono smantellare i campi abusivi e, dall’altro, si trovano a rispondere alla richiesta di un’indagine sociale per individuare misure alternative.
In ogni caso, il socialista Valls cerca di trovare altre vie d’uscita. Uno dei progetti riguarda la scolarizzazione dei bambini rom. Si parla anche dell’apertura del diritto di soggiorno e di impiego per le persone in grado di lavorare e che vogliano integrarsi nella società francese. La linea dura, insomma, non può essere l’unica strada percorribile, soprattutto per un governo di sinistra. Anche se, d’ora in avanti, sarà quella più seguita.