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 2013  marzo 20 Mercoledì calendario

DIECI MOTIVI PER CUI QUESTA EUROPA È IDIOTA

Il caos cipriota si farà sentire nei prossi­mi anni. Non tanto per le grandezze in gioco, quanto per le modalità imposte dai ministri finanziari europei. Il problema non è più la crisi delle banche, ma la solu­zione individuata. Vediamo per punti l’elenco delle sciocchezze commesse.
1 un’impresa che commette un errore, in un sistema di mercato, viene spazzata via. Regola che non si applica alle banche. Esse ne sono ormai consapevoli e dunque pren­dono rischi che per un imprenditore nor­male sarebbero folli. Le banche cipriote so­no oggi nel fango per un semplice motivo. Hanno investito gran parte dei depositi dei propri correntisti in titoli greci. Ciò che è chiaro anche a un bambino, non lo è per un manager bancario. Alla prima elementare spiegano che non conviene mettere le uova tutte nello stesso cesto: se cade, si rompono tutte. Ebbene, le banche di Cipro hanno massicciamente investito in obbligazioni greche e dunque subito il recente taglio im­posto proprio dai salvataggi europei. Geni.
2 Cipro ha un’economia che vale 18 miliar­di di euro l’anno; poco meno della metà del Pil dipende dal settore finanziario; a Nico­sia ci sono depositi bancari per circa 70 mi­liardi di euro, di cui la metà sono di stranie­ri non residenti. La dipendenza di Cipro dall’economia bancaria è superiore a quel­la che era per l’Irlanda (altra sommersa e poi salvata dalla Ue). Le banche prestano quattrini che hanno raccolto. In giro per il mondo una parte di questa raccolta avviene attraverso obbligazioni e strumenti simili e per un’altra parte attra­verso i depositi bancari. A Nico­sia il rapporto è tutto sbilancia­to verso i depositi; di obbligazio­ni in giro ce ne sono circa 3 mi­liardi di euro. Non pensate che questa sia un’attività crimina­le. Autorità internazionali (il co­mitato di Basilea tra le altre) sta consigliando agli istituti di tut­to il mondo di aumentare la quota di depositi rispetto a pre­stiti sul mercato. Lungimiranti.
3 In questo contesto i cervello­ni europei varano un piano di salvataggio di Cipro pari al suo Pil, ma pretendono che il gover­no ­dell’isola tassi i depositi bancari a livelli di esproprio (6,75% per i depositi fino a 100mila euro e 9,9% per quelli superio­ri): 10mila euro di imposta una tantum su un deposi­to ­di centomila euro. Legan­do il salvatag­gio di un’eco­nomia a questa tassa si rivoluziona un principio fon­dante del nostro sistema basato sul cre­dito bancario. Fino a ieri vi era una gerar­chia dei rischi finanziari ben chiara a chiunque. Le azioni sono le attivi­tà più rischiose, seguono le obbligazioni e ultimi i depositi bancari.
4 Nel 2008, causa crisi america­na dei subprime, in Europa si diffonde il panico bancario: il ri­schio è la corsa alla sportello. Non ci si fida più della solidità della propria banchetta. Che ti inventano i nostri accorti politi­ci? La garanzia sui depositi fino a 100mila euro (che in Italia già esisteva da un pezzo). Il messaggio è chiaro: state buoni, quei quattrini non ve li tocca nessu­no, non correte a ritirare soldi al­lo sportello. Dopo un lustro i medesimi politici non si fanno scrupoli a tosare il 10 per cento della nostra ricchezza custodi­ta in banca.
5 I depositi bancari sono frut­to (fino a prova contraria) del ri­sparmio accumulato al netto delle imposte pagate sui propri redditi. Non si creano da soli. Il principio per cui l’Europa e l’Ita­lia li hanno tutelati e garantiti (certo solo fino a 100mila euro) non è una graziosa concessio­ne statalista, ma nasce dall’esigenza di canalizzare il rispar­mio in banca e attraverso que­sta reimpiegarlo nell’econo­mia. Il tutto si basa sulla fiducia. Adombrare una tassazione espropriativa sui depositi ha dunque effetti macroeconomi­ci ben superiori al pareggio di bilancio che gli eurocrati cercano. Si vuole risolvere un problema contingente, un raffreddo­re, con una cura di lungo perio­do e inadeguata, una chemiote­rapia.
6 L’ipotesi di queste ore di ren­dere la tassa sotto 100mila euro più bassa e quella sopra 100 mi­la euro più gravosa, mantenen­do il gettito atteso di 5,8 miliardi di euro, non cambia il copio­ne. Il principio viene comun­que violato. I risparmiatori, ri­cordava Einaudi, hanno memo­ria di elefanti e gambe di lepre. Singapore ringrazia. Ridurre l’imposta per i patrimoni più bassi non ha inoltre alcuna giu­stificazione etica: non sta scritto da nessuna parte che il pro­prio conto corrente, inteso co­me cash depositato in banca, sia una proxi della propria ric­chezza.
7 Tassando i depositi bancari di Cipro si tassano gli oligarchi russi. Che hanno, si dice, 35 miliardi a Cipro. Interessante que­stione razziale: russo, oligarca, dunque mafioso o almeno riciclatore. Non si può ovviamente escludere, ma neanche affer­mare con tanta certezza. E a quel punto non sarebbe stato più sano azzerare il loro investi­mento azionario (i russi sono anche azionisti delle banche ci­priote) e dunque rispettare il corretto funzionamento della gerarchia dei rischi finanziari? Tanto più che gli investitori rus­si sono andati a Cipro (primo Stato che li ha accolti allo scioglimento dell’unione sovieti­ca) attratti dalla solidità dell’eu­ro. Una credibilità che oggi vie­ne irrimediabilmente persa.
8 Il parlamento cipriota ha vo­tato contro questa misura. Così come il fronte europeo sembra oggi meno granitico. Ma il dan­no è stato fatto. Se l’Italia o la Spagna (che ha avuto ingenti aiuti bancari senza alcun taglio ai depositi) dovessero trovarsi in una condizione disperata, chi ci garantisce che non verreb­be adottata una ricetta simile? i ministri finanziari europei di oggi? Alla promessa di un politi­co non ci crede neanche babbo natale, per di più se è stato già colto una volta con le mani nel­la marmellata. Tenete a mente questo numeretto: 8mila mi­liardi di euro, quattro volte il nostro debito pubblico. È la ric­chezza degli italiani. Di cui una gran parte depositata in banca.
9 Che a Cipro qualcosa non gi­rasse per il verso giusto si sape­va dal 25 giugno dell’anno scor­so, quando il Paese chiese i pri­mi aiuti. Solo oggi la storia preci­pita: i mercati tremano, l’euro ha raggiunto i suoi minimi. Per la crisi delle banche? Ma va: piuttosto per la soluzione trova­ta. Tanto che in questi sei mesi, dall’annuncio del problema di Nicosia fino al 17 marzo quan­do è stato rivelato il piano di tas­sazione dei depositi, mercati europei ed euro sono cresciuti.
10 Eurocrati e politici ciprioti sa­rebbero da imbavagliare. Si so­no comportati come quel killer che avverte la propria vittima. Hanno annunciato l’esproprio bancario senza prima averlo ap­provato in Parlamento. Già che c’erano potevano affidare la comunicazione a Cappuccetto rosso.