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 2013  marzo 20 Mercoledì calendario

“PER L’ITALIA NON C’E’ IL RISCHIO DI CONTAGIO"

L’ Abi lo ripete all’infinito. Non c’è un rischio-contagio nel nostro Paese: «I depositanti hanno fiducia nelle banche italiane», dice in tv il direttore generale dell’associazione bancaria Giovanni Sabatini. Cipro, aggiunge il direttore centrale Gianfranco Torriero, è «un caso particolare, totalmente autonomo, e verrà risolto in maniera specifica. Un caso non assimilabile a nessun Paese dell’Europa continentale». E a dimostrazione di come la situazione sia del tutto differente, entrambi rimandano ai risultati del rapporto di marzo curato dalla medesima associazione, in cui in particolare si legge come a febbraio la raccolta complessiva da clientela delle banche italiane salga del 2,65%, a quota 1.759,5 miliardi di euro. Ma a colpire è soprattutto il dato sui depositi: questi - sempre il mese scorso balzano del 7,31% a 1.195,4 miliardi. Un vero e proprio boom, con la crescita più alta dal novembre del 2008. E che segnala anche l’incertezza dei risparmiatori nell’allocare i propri risparmi, anche alla luce del Limbo in cui il risultato elettorale ha cacciato il Paese. La raccolta in obbligazioni bancarie, e dunque a più di lungo termine, invece soffre, scivolando del 6%, a 564 miliardi.

Il ritratto del sistema bancario eseguito dall’Abi, come sempre, è in chiaroscuro. Da un lato l’ammontare dei prestiti erogati alla clientela è stato pari a 1.917,3 miliardi di euro, e dunque superiore alla raccolta totale. Guardando alla dinamica dei finanziamenti, si vede come, sempre a febbraio, quelli indirizzati all’intero settore privato rallentino la discesa all’1,2%, contro l’1,5% del mese precedente. Ma se si stringe il campo ai finanziamenti a famiglie e imprese non finanziarie si continua a registrare una decisa frenata, pari al 2,84% tendenziale , in linea col -2,79% di gennaio. Sul dato, ricorda l’Abi, incide la forte contrazione degli investimenti: posto uguale a 100 il valore reale degli investimenti fissi lordi al primo trimestre 2008 (inizio crisi) nel quarto trimestre del 2012 l’indice era a 76,4 con una perdita cumulata di oltre 23 punti. Per contro i tassi si assestano un poco. Quello sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese scende al 3,50% (dal 3,62%), mentre il tasso sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si porta al 3,73% (dal 3,70% del mese precedente).

Con il progredire della crisi, con l’accumularsi dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione, cresce il numero di chi non ce la fa ad onorare i propri debiti. Ed ecco quindi il grande problema che sta avendo notevoli riflessi anche sui bilanci degli istituti, costretti ad aumentare gli accantonamenti: i crediti problematici. A gennaio si registra un nuovo picco delle sofferenze lorde, che risultano pari a 126,1 miliardi di euro, in crescita di altri 1,2 miliardi rispetto al mese precedente e di quasi 19 miliardi da gennaio 2012 (+17,5%). Dal 2009 il dato è sostanzialmente triplicato. Le sofferenze al netto delle svalutazioni invece tra dicembre e gennaio scendono leggermente, poco sotto la soglia dei 64 miliardi, ma l’incremento annuo è del 28,8%.

Il rapportotrasofferenzenetteeimpieghi totali si colloca al 3,35%, contro il 2,59% di un anno prima. Livelli elevati, ammette Torriero, «ma siamo ancora lontani dai massimideglianni’90.Prevediamounaumento ma non c’è ancora allarme».