Martina Carnesciali, La Stampa 21/3/2013, 21 marzo 2013
Ecco che si consuma una guerra di campanili, in Umbria, per colpa di Don Matteo . Il prete investigatore della serie tv di Raiuno incarnato da dieci anni da Terence Hill con ottimi risultati di ascolti, potrebbe lasciare il tradizionale panorama di Gubbio per trasferirsi in una location limitrofa, a Spoleto
Ecco che si consuma una guerra di campanili, in Umbria, per colpa di Don Matteo . Il prete investigatore della serie tv di Raiuno incarnato da dieci anni da Terence Hill con ottimi risultati di ascolti, potrebbe lasciare il tradizionale panorama di Gubbio per trasferirsi in una location limitrofa, a Spoleto. Ipotesi che accende la polemica locale. «La città di Gubbio ha presentato un’offerta tecnico-economica a dir poco stupefacente, non inferiore a quella offerta dalla città di Spoleto», scrivono sindaco, vescovo e operatori economici in una dura lettera al produttore della Lux Vide Luca Bernabei. Il quale risponde confermando i loro timori: «La scelta di non girare a Gubbio è in linea con la necessità del periodo, la crisi internazionale ha toccato tutti i settori dell’economia italiana e ha colpito duramente anche il comparto audiovisivo. Confermiamo che nelle ultime settimane è stato fatto uno sforzo in extremis dalla municipalità eugubina per permettere alla fiction di rimanere sul territorio, ma la preparazione di una fiction richiede tempi lunghi e, a pochi giorni dall’avvio del set, la decisione era già presa». Da Spoleto - dove ieri Terence Hill e alcuni rappresentanti della casa di produzione hanno svolto un sopralluogo non arrivano conferme ma si gongola. I motivi alla base del possibile trasferimento nella città del Festival sono logistici: proprio ieri, in una mail al Comune la produzione avrebbe respinto l’offerta economica dell’ente locale osservando, fra l’altro, che Gubbio non è facilmente raggiungibile da Roma. «Abbiamo letto con stupore e sconcerto la sua missiva odierna - è scritto, fra l’altro, nella lettera della città - con cui parrebbe potersi chiudere una storia comune lunga più di dieci anni. Nonostante la forte crisi che attanaglia e deprime la nostra area, Gubbio ha composto in tre settimane un’offerta che avrebbe meritato massima attenzione e massimo rispetto. Restiamo convinti che tanti anni di percorso comune e tutti gli sforzi prodotti durante questo lungo periodo, nonché il binomio inscindibile impostosi nell’immaginario tra la città e le vicende di Don Matteo , non possano essere sacrificati in nome di distanze chilometriche risibili e supposte convenienze economiche». La Lux Vide cerca di chetare gli animi: «Siamo profondamente grati alla città di Gubbio che in questi anni ci ha accolto ma vogliamo rassicurare tutti che Don Matteo non lascerà l’Umbria, si è solo spostata qualche chilometro più in là» si legge ancora nella nota di produzione che non nomina esplicitamente la città “rivale in fiction” di Spoleto, ma è certo che il nuovo set sarà lì. E non basta per calmare gli animi parlare di un arrivederci possibilista e non di addio. La guerra campanilista è solo al via.