Michele Brambilla, La Stampa 21/3/2013, 21 marzo 2013
Questa non l’aveva prevista neanche Malachia: un Papa juventino. Eh sì, Jorge Mario Bergoglio, appassionatissimo di calcio e gran tifoso in Argentina del San Lorenzo - che ora ha perfin messo la sua foto sulla maglia - avrebbe anche un amore italiano
Questa non l’aveva prevista neanche Malachia: un Papa juventino. Eh sì, Jorge Mario Bergoglio, appassionatissimo di calcio e gran tifoso in Argentina del San Lorenzo - che ora ha perfin messo la sua foto sulla maglia - avrebbe anche un amore italiano. La Juve, appunto. Almeno così l’ha fatta intendere l’altra sera Bruno Vespa a Porta a porta. Vespa è cattolico e juventino e quindi può darsi che confonda la realtà con i desideri. Interpellati ieri dai nostri cronisti, sia gli amici romani sia i lontani parenti piemontesi del nuovo Papa hanno detto di non saperne niente. Però qualche indizio, almeno a livello di suggestione, potrebbe esserci. Bergoglio è di origine piemontese, e sua mamma di cognome si chiamava Sivori. La Juve è la squadra più scudettata d’Italia e qualcuno potrebbe eccepire che tifare per chi vince non è molto bello per un «Papa degli ultimi». Ma forse ai piani alti della Chiesa è concessa un’indulgenza plenaria in materia: sicuramente juventino, infatti, è il segretario di Stato cardinal Tarcisio Bertone, e qualcuno dava del bianconero anche a Ratzinger (in realtà quel qualcuno era proprio Bertone, quindi non sappiamo quanto la fonte sia certa). Discorsi futili? Mica troppo. Il calcio in Italia è la seconda religione a fianco, o forse perfino un po’ avanti, a quella cattolica. Venisse fuori che Bergoglio è davvero juventino, pensate un po’ come la prenderebbero all’Inter, dove - forti di nove argentini in rosa - un minuto dopo l’«Habemus Papam» hanno diffuso un Exultet sul web. Adesso i casi sono due: o Bergoglio dice che tiene un po’ anche all’Inter, o i nove argentini passano agli ordini di Conte. E i tifosi del Napoli? Lo davano già per uno di loro, per via di Maradona e di Lavezzi che viene dal San Lorenzo. Non parliamo poi di quelli della Roma. Molti dei quali ancora pensano che il nome «Francesco» sia stato scelto in onore di Totti. Comunque vada, è su questo terreno che rischia di infrangersi l’unanimità di consensi che ha accompagnato i primi giorni del nuovo Papa. Quelli che dicono che, dopo la luna di miele con il mondo, il Papa argentino avrebbe cominciato a scontentare qualcuno sui temi dell’etica, tipo le nozze gay o l’aborto, dovranno ricredersi. Se Bergoglio è juventino, mezza Italia gli vorrà ancora più bene, ma l’altra metà comincerà a dire che dopo tutto ’sto Papa non è che sia un granché. È sul calcio, in Italia, che finiscono gli amori.