Giacomo Galeazzi, LA STAMPA 21/3/2013, 21 marzo 2013
La «spending review» di Bergoglio. Ogni suo gesto semplifica l’istituzione e avvicina il papato ai fedeli, mentre leader religiosi e politici rendono omaggio alla «rivoluzione» di Francesco
La «spending review» di Bergoglio. Ogni suo gesto semplifica l’istituzione e avvicina il papato ai fedeli, mentre leader religiosi e politici rendono omaggio alla «rivoluzione» di Francesco. Obama gli ha scritto una lettera per offrire collaborazione, Dilma Rousseff lo definisce un grande Pontefice», poi al termine dell’udienza scherza: «Se il Papa è argentino, Dio è brasiliano». Il «Bergoglio style» abiterà anche nell’Appartamento. «Qui c’è spazio per 300 persone», si sorprende Francesco: al Palazzo Apostolico sono in corso lavori di ristrutturazione e lui ha chiesto di abitare «nella semplicità e nella condivisione». Il giovedì santo, poi, saranno i poveri le figure centrali della messa «in coena Domini». Bergoglio ha dato disposizioni alla Caritas diocesana di distribuire i biglietti d’invito tra gli indigenti. Un altro strappo al protocollo riguarda la Sala Clementina (dove il Pontefice ha ricevuto i delegati della altre confessioni) il trono è stato sostituito da un semplice seggio. Intanto il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni studia una visita papale in sinagoga e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo lo ha invitato a fare insieme il viaggio in Terrasanta nel 2014, a 50 anni dall’abbraccio fra il Athenagoras e Paolo VI, pionieri del dialogo cattolico-ortodosso. Nell’incontro di ieri sono emerse piste unitarie: impegno per dialogo teologico, lavoro comune a difesa dell’ambiente, una visita al Fanar, a Istanbul, per novembre. Ma non mancano le polemiche. Il vicepresidente Usa Joe Biden e la leader democratica alla Camera Nancy Pelosi, cattolici, hanno ricevuto a San Pietro la comunione alla messa inaugurale di Francesco. Da più parti è stata criticata l’opportunità di tale gesto: entrambi sono «pro choice», favorevoli alla libertà delle donne di scegliere di interrompere la gravidanza. Il reverendo Frank Pavone, fondatore di un gruppo di sacerdoti che si oppone all’aborto, era intervenuto alla vigilia della cerimonia in Vaticano reclamando che Biden e la Pelosi fossero esclusi dall’eucarestia: «La comunione significa unione e loro non sono in unione con la Chiesa sui più fondamentali valori morali come il diritto alla vita». Nel 2008 XVI, Pelosi, allora speaker della Camera, prese l’ostia durante la celebrazione di Benedetto XVI a Washington. Insieme a lei ricevettero la comunione anche l’attuale segretario di Stato, John Kerry, e il senatore Chris Dodd, entrambi cattolici «pro choice». In vista dell’incontro a Castel Gandolfo con il suo predecessore, Francesco leggerà il dossier preparato dai cardinali inquirenti Herranz, De Giorgi e Tomko sullo scandalo Vatileaks. Padre Nicolas, il capo mondiale dei Gesuiti ha offerto al confratello Bergoglio «tutte le risorse di cui dispone la Compagnia di Gesù, dato che nella sua nuova posizione avrà bisogno di consigli, idee e persone». «L’umiltà è ciò che garantisce la presenza del Signore: quando qualcuno è autosufficiente e ha tutte le risposte per tutte le domande, questa è una prova che Dio non è con lui, la sufficienza si avverte in tutti i falsi profeti, nei leader religiosi in errore, che utilizzano la religione per il proprio ego», evidenzia Bergoglio nel libro in uscita «Il cielo e la Terra» scritto insieme con il rabbino Abraham Skorka. Francesco parla di politica, religione e potere e anticipa le linee guida del nuovo pontificato: rapporti con il potere politico, dialogo con le altre religioni e con i non credenti, apertura ai divorziati e agli irregolari. Ma anche principi saldi e conseguente chiusura alle unioni gay all’eutanasia e all’aborto. E una nuova organizzazione della Curia, più snella e meno ingessata e una gestione più collegiale. Concetti ripetuti ieri ai leader religiosi. L’uomo abbia «sete di assoluto, non prevalga una visione umana che riduce l’uomo a ciò che produce e a ciò che consuma: è una delle insidie più pericolose del nostro tempo». Nel 2009 firmò la prefazione di un thriller ambientato nella Gerusalemme del I secolo. Adesso si appresta a visitare la Città Santa col successore di Sant’Andrea: «mio fratello». E i musulmani (Iums) riaprono il dialogo.