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 2013  marzo 21 Giovedì calendario

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

GIAMPIERO MARTINOTTI
PARIGI
— Si fa sempre più scomoda la posizione di Christine Lagarde, sospettata di aver favorito Bernard Tapie in un contenzioso con lo Stato. Il domicilio parigino della direttrice del Fondo monetario internazionale è stato perquisito ieri nel quadro di un’inchiesta aperta dal tribunale dei ministri. Secondo l’accusa, la Lagarde, all’epoca dei fatti ministro delle Finanze, potrebbe essere trascinata sul banco degli imputati per complicità in appropriazione indebita e falso. Accuse
che lei ha sempre respinto.
Al centro dell’inchiesta le circostanze della vendita della Adidas nei primi anni ‘90. Tapie ne era il proprietario e aveva dato mandato al Crédit Lyonnais di
trovare un compratore. Ma il finanziere si è sempre sentito truffato dall’istituto di credito, che non gli avrebbe versato la cifra dovuta. Il contenzioso è andato per le lunghe, fino a quando la Lagarde
non ha deciso di ricorrere alla procedura dell’arbitrato per risolverlo. Risultato: i tre arbitri hanno dato ragione a Tapie e ordinato il versamento di 403 milioni lordi. Un verdetto che ha fatto
scandalo, anche per i legami di Tapie, ex ministro di Mitterrand, con l’allora presidente Sarkozy. I punti oscuri sono molti, fra questi i rapporti tra l’avvocato di Tapie e uno dei tre arbitri. Il tribunale dei ministri ha aperto un’inchiesta, che nelle settimane scorse ha portato alla perquisizione della casa e dell’ufficio di Claude Guéant, il più stretto collaboratore di Sarkozy, del domicilio di Tapie e dei suoi avvocati. E così, dopo Dominique Strauss-Kahn, finito nei guai per ben altre vicende a sfondo sessuale, la “maledizione” del Fmi sembra continuare.