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 2013  marzo 20 Mercoledì calendario

IL PRESIDENTE E IL LEADER MARZIANO AL COLLE L’INCONTRO DEI DUE MONDI


ACCADONO cose che anche solo due o tre mesi fa nessuno avrebbe mai immaginato. E dunque, sì, la cronaca politica si concede il lusso delle sorprese e domani mattina Beppe Grillo incontra il presidente della Repubblica Napolitano al Quirinale.
Sull’ultimo Espresso Massimo Cacciari ha notato come nella vicenda pubblica italiana, da qualche tempo, una vera e propria follia s’intrecci con «anticipazioni di scenari politici, premonizioni di comuni destini per gli attuali, asfittici regimi democratici». Tale groviglio, che poi è anche una tensione, e al tempo stesso una torsione, genera «autentici drammi che potrebbero essere degni di un tragi-comico Shakespeare più che di Dario Fo». E comunque, «tra le scene del dramma, per assistere al quale darei un anno di vita - continua Cacciari porrei l’incontro» tra Napolitano e Grillo. «Nessuna fantasia di poeta avrebbe potuto immaginare “collisione” più irreale, “guerra” di mondi più lontani e l’un l’altro estranei. eppure costretti, magari per un momento, a “incontri ravvicinati”. Solo da noi poteva accadere. Laboratorio o delirio?».
Boh, forse l’uno non esclude l’altro - «Delirio» d’altra parte si chiama il cagnetto di Beppe Grillo. E se la magistrale analisi del filosofo veneziano prosegue menzionando «un assurdo che neppure Ionesco avrebbe mai immaginato », quanto al luogo del fatidico incontro forse Cacciari sarà lieto di sapere o di ricordare che fra le lettere scritte da Nietzsche nel periodo torinese, quello della follia più tosta (1885-1889), ce n’è una in cui si può leggere: «Il mio indirizzo non lo so più: poniamo che per il momento possa essere il palazzo del Quirinale». Luogo in cui domani, secondo le ultime indiscrezioni cautamente, ma autorevolmente filtrate dal M5S, potrebbe farsi vivo anche Casaleggio.
Detto questo, varrà giusto la pena di ricordare che quasi da sei anni, ormai, Grillo attacca il Capo dello Stato: meno di quanto attacchi tanti altri politici, è vero, ma sempre a suo modo, e perciò sistematicamente mancandogli di rispetto, e ben consapevole che il bersaglio grosso comporta una ricaduta mediatica all’altezza.
Il campionario delle insolenze ha visto ad esempio il leader del M5S dare del tu al presidente della Repubblica («Se ci sei, batti un colpo»), così come alla sua persona sono stati indirizzati sberleffi per lo più connessi all’età (la dentiera), alle condizioni fisiche (fino a richiamare la cartella clinica), all’essere Napolitano un personaggio politico appartenente a un passato ormai chiuso (la salma).
Spesso Grillo l’ha chiamato «Morfeo», il dio del sonno, perché a suo giudizio il Capo dello Stato non vigila, ma dorme o al massimo «monita», terza persona del verbo «monitare» che equivale a lanciare innocue perorazioni. Riviste oggi, le occasioni di attacco politico paiono al tempo stesso consuetudinarie e tirate, per non dire abbastanza pretestuose. In alcuni casi il Quirinale ha anche risposto, ma quasi sempre attraverso note scritte, sul merito delle questioni. Ma ce n’è quanto basta per capire cosa Napolitano pensa del personaggio e del suo ergersi, da comico, quale leader dell’anti-politica - e quanto tale atteggiamento di sprezzante superiorità mandi in bestia Grillo. Dopo il boom elettorale in Sicilia, il presidente ha spiegato che di boom lui ricorda «solo quello economico degli anni 60, altri non ne vedo».
Napolitano è comunque, a giudizio del leader del M5S, una figura di regime che copre gli impicci, prende il caffè sulla piazzetta di Capri con gli inquisiti e il 25 aprile ha commemorato la Resistenza in un modo e con persone che avrebbero fatto piangere i vecchi partigiani, o li avrebbe spinti «a riprendere in mano la mitraglia». Più di una volta gli ha contrapposto la figura di Sandro Pertini, che mai ad esempio avrebbe apposto la sua firma al lodo Alfano. Nel maggio del 2012, spigolando il blog grillino, da qualche Procura è risuonata l’ipotesi di vilipendio (di cui il M5S ha chiesto prontamente chiesto l’abrogazione).
Solo venti giorni orsono, commentando l’alzata di scudi di Napolitano contro il leader tedesco che aveva parlato dei due pagliacci, Grillo ha commentato benevolmente: «Chapeau». Domani l’incontro più pazzo e drammatico della storia repubblicana. L’incredibile è davvero cominciato.