Agostino Paravicini Bagliani, la Repubblica 19/3/2013, 19 marzo 2013
DAL MEDIOEVO ALLO SHOW GLOBALE
FRANCESCO arriva alla prima messa solenne rinunciando all’oro. Il suo anello piscatorio sarà d’argento, ultimo segno che sembra marcare il pontificato che oggi comincia davanti ai grandi della terra. Nei secoli, la prima messa solenne di un papa fu definita con vari nomi. Si parlò di consacrazione quando il nuovo papa non era ancora vescovo. Fino al IX secolo, infatti, nessun vescovo fu eletto papa. Quando però ciò avveniva, la cerimonia di inaugurazione prendeva il nome di benedizione. Il nuovo papa veniva allora benedetto dai tre vescovi più vicini a Roma, quelli di Albano, Porto e Ostia. Dal 1300 in poi, però, porre la tiara sul capo del papa fu considerato un gesto rituale fondamentale, per cui si iniziò a parlare di incoronazione.
L’ULTIMO papa a essere stato incoronato è stato Paolo VI
(nel 1963), che rinunciò però alla tiara. Da allora è più giusto parlare di messa di inaugurazione.
Celebrare la prima messa solenne di un papa a San Pietro in Vaticano è un’antichissima tradizione che conobbe interruzioni soltanto per motivi di forza maggiore. Di solito avveniva la domenica che seguiva l’elezione. Suggestiva era e sarà anche oggi l’imposizione del pallio, la celebre stola di lana bianca, simbolo della funzione papale fin dal VI secolo. Il pallio veniva aggiustato sulle spalle del pontefice, inserendovi tre spine d’oro, davanti, dietro e a sinistra. Sulla sommità di ciascuna di queste spine era infisso un giacinto.
Il pallio veniva infatti posto sull’altare maggiore della basilica per tutta la notte precedente alla cerimonia, “toccava” cioè simbolicamente la tomba di san Pietro. Prima di mettergli il pallio, al papa veniva posto il Vangelo sul capo o sulla nuca.
Il nuovo papa saliva quindi sulla cattedra, un gesto che rendeva visibile il fatto che era ormai il vescovo di Roma. Il nuovo pontefice sedeva però talvolta anche sulla Cattedra di San Pietro, che non vedremo oggi, perché è questa Cattedra — di fatto il trono dell’imperatore Carlo il Calvo — è da secoli rinchiusa come reliquia a San Pietro.
Molti altri riti sono spariti nel corso dei secoli. Oggi non assisteremo, per esempio, al rito della stoppa che fu illustrato dal Pinturicchio nella Biblioteca Piccolomini nel Duomo di Siena. Un chierico presentava al papa portato sulla sedia gestatoria una canna di ferro sulla quale veniva posta la stoppa, che, bruciando rapidamente ricordava al papa che la sua funzione un giorno sarebbe terminata.
Il cerimoniere bruciava la stoppa alla presenza del pontefice, dicendogli per tre volte, genuflesso, le parole: «Padre santo, così transita la gloria del mondo». Subito dopo, il papa si recava in processione a visitare i sepolcri dei romani pontefici nella navata che prolunga la cappella di San Gregorio Magno.
Non vedremo il papa portato sulla sedia gestatoria, rito dal contrasto profondo con la semplicità con cui Francesco ha iniziato il suo pontificato. Paolo VI (1963) fu l’ultimo papa a essere portato sulla sedia gestatoria durante l’inaugurazione del suo pontificato. Che soppresse insieme alla tiara.
Non vedremo Francesco fermarsi in preghiera nella basilica di San Pietro sulla magnifica Rota di porfido sulla quale il papa si raccoglieva in preghiera con l’imperatore il giorno della sua incoronazione. Come fece con Carlo Magno nell’anno 800.
Non assisteremo alla cerimonia che per tanti secoli conduceva il papa, dopo la sua incoronazione, da San Pietro al Laterano, a cavallo in compagnia dei cardinali e dei prelati di curia vestiti di bianco. Anche al Laterano il papa veniva “intronizzato”, sulla cattedra nella basilica, su una sedia di marmo davanti alla basilica e su due sedie di porfido davanti al palazzo.
La messa di inaugurazione di Papa Francesco in Vaticano sarà assai più semplice. E, novità, soltanto sei cardinali compiranno l’omaggio al papa. Non ci sarà processione dell’offertorio e non sarà il papa stesso a dare la comunione. Il Vangelo verrà però recitato in greco e non in latino, e questo appare come un gesto ecumenico nei confronti degli ortodossi.
Perché i riti si modificano in linea con i messaggi che si vogliono comunicare. Come questo papa sta facendo fin dal primo giorno del suo pontificato.