Angela Maria Erba, la Repubblica 18/3/2013, 18 marzo 2013
IL PM BOCCIA AFFARI TUOI “QUEL GIOCO ERA SCORRETTO”
LA RAI perde la guerra dei pacchi. E diventa un boomerang la querela dei notai di “Affari tuoi” contro “Striscia la notizia”. È l’ultimo atto della battaglia giudiziaria con il tg satirico di Canale 5: la procura di Roma stabilisce che la trasmissione della Rai viene pilotata e di fatto consegna a viale Mazzini un altro “Tapiro d’oro”.
LO FA rigettando la querela dei notai dello show della tv di Stato contro “Striscia”, che da anni, anche per motivi di concorrenza, accusa la Rai di “brogli” durante la trasmissione lasciando alla fine i premi più ricchi in modo che gli ascolti salgano. Secondo i magistrati il gioco dei pacchi è stato «irregolare» e «assolutamente scorretto». Almeno per un certo periodo di tempo, «i concorrenti più accorti sono stati messi in grado di individuare i premi più sostanziosi».
Questo raccontano le carte depositate dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani, che assolve dunque “Striscia” e chiede l’archiviazione della querela presentata dallo staff notarile di “Affari Tuoi” contro il programma Mediaset.
Non c’è diffamazione, quindi, nessun reato nella guerra infinita dei pacchi dichiarata da Ezio Greggio, Jimmy Ghione, Valerio Staffelli e Antonio Ricci. E questo perché — si legge ancora nelle carte — «è stato rispettato il principio della continenza anche posto in relazione al carattere notoriamente satirico della trasmissione ». Ora la parola spetta al gip, che il prossimo 26 marzo dovrà decidere se accogliere oppure no la richiesta dei pm.
Una battaglia giocata per anni sul filo dell’audience, tra le continue accuse di brogli da parte di Ezio Greggio& Co e la rituale consegna del classico “Tapiro d’oro”. Lo scontro inizia nel 2005, quando “Striscia” insinua i primi dubbi sulla trasparenza del meccanismo dei pacchi. È nel 2009, poi, che Massimiliano Dona, segretario dell’Unione italiana consumatori, presenta una denuncia ai magistrati di Roma contro “Affari tuoi”, evidenziando alcune anomalie. Viene quindi avviata l’indagine per verificare l’eventuale pilotaggio. Gli inquirenti acquisiscono il regolamento del gioco, ascoltano alcuni concorrenti e fanno anche un sopralluogo negli studi della Rai per verificare tutte le modalità di preparazione e di esecuzione.
Dopo aver iscritto nel registro degli indagati una delle curatrici del programma, l’inchiesta termina con l’archiviazione ma lascia molti dubbi sulla regolarità della trasmissione. Secondo la procura, infatti, «il meccanismo di predisposizione dei pacchi era stato modificato» facilitando inevitabilmente i concorrenti. Tant’è che le regole vengono cambiate proprio per evitare che l’inconveniente potesse ripetersi. Ma, aggiungeva il pm, «pur essendo stato accertato il predetto meccanismo, non sarebbe stato possibile, comunque, appurare che ciò fosse stato fatto dolosamente ». Dunque l’imbroglio c’era, ma non si poteva dimostrare. Un giudizio inequivocabile, come sottolinea anche il gip nel 2010 quando accoglie la richiesta di archiviazione: «La vicenda evidenzia i difetti di un gioco che per garantire vera e certa trasparenza avrebbe dovuto avere ben altre modalità».
Di qui la querela per diffamazione presentata nel 2010 da Luigi e Giovanni Pocaterra, notai di “Affari Tuoi”. Un’azione legale intrapresa poco dopo la consegna del “Tapiro” al primo dei due, Luigi. La tradizionale onorificenza satirica che, come spiega la procura, «appare priva di qualsiasi rilevanza di carattere penale». Analogo ragionamento viene fatto per la denuncia intentata nei confronti di Massimiliano Dona e del suo libro “Affari Loro”, in cui l’autore ripercorre tutte le tappe dell’inchiesta e smaschera presunti trucchi e bugie del programma dei pacchi. Ha «narrato solo fatti», e ogni espressione utilizzata è stata inserita in un contesto di «sostanziale verità».