Valerio Cattano, il Fatto Quotidiano 18/3/2013, 18 marzo 2013
VA TRA LA GENTE, MA SI TEME PER LA SICUREZZA
Tutti pazzi per Francesco. L’esercito dei fedeli non si è fatto intimidire ieri mattina dalla maratona e dalle difficoltà per raggiungere San Pietro. Le stazioni metro di Lepanto e Ottaviano hanno sfornato a ritmo continuato migliaia di persone che non volevano perdere l’appuntamento con il nuovo Papa in occasione del primo Angelus. Alla fine sono 150 mila e più che occupano tutti gli spazi disponibili e le vie collaterali di Borgo Pio, per assistere alla celebrazione. Bianchi, gialli, neri, tutti di corsa – persino qualcuno che porta ancora la pettorina della maratona – tanto da trascinare bambini e anziani verso postazioni da dove poter guardare Papa Francesco. Chi pone un freno alla fiumana che si accalca attorno a San Pietro, come una signora anziana claudicante con il bastone, si becca pure qualche improperio: “A signò…eppure tu però…”. “Fijia mia, se me fanno er miracolo me metto a corè pure io…”.
PAPA FRANCESCO non delude i suoi fans. A cominciare dalla messa celebrata nella piccola parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, al termine della quale, prendendo in contropiede l’apparato della sicurezza, esce da solo per stringere le mani dei fedeli, quasi come un parroco di una piccola chiesa americana, dove è questa l’usanza del saluto finale. Francesco fa di più, decide di andare a piedi verso la folla che lo acclama oltre le mura vaticane. Servizio di protezione in fibrillazione, fedeli in delirio. Papa Francesco incontra anche i parenti di Emanuela Orlandi, la ragazza rapita e scomparsa il 22 giugno 1983 in circostanze mai appurate. “Mi ha accolto pronunciando la parola ‘Emanuela’, mi ha stretto forte la mano, e ho avuto la sensazione di un’intesa, la sensazione che conoscesse bene la storia di mia sorella – ha detto Pietro Orlandi, fratello della ragazza – prima di me c’era mia madre, poi mi sono avvicinato io, lui ha pronunciato il nome di mia sorella e mi ha detto: ‘Tu sei il fratello?’. Gli ho chiesto di aiutarmi a far emergere la verità e lui mi ha stretto più forte la mano. Ho avuto la sensazione che ci possa essere quel dialogo che attendo da tempo”. Pietro Orlandi ha confermato che chiederà una udienza privata.
ALLE 11,59 arriva il momento dell’Angelus, Papa Francesco si affaccia, la folla lo accoglie con un boato ed un applauso. Un dialogo durante il quale i più fortunati “bevono” ogni parola che ascoltano. “Sentire la Misericordia cambia tutto – ha detto il Papa – è il meglio che noi possiamo sentire. Un po’ di Misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto”. Coloro che sono nelle strade laterali cercano di fare del loro meglio. Qualcuno tira persino fuori il tablet ed inizia a seguire l’Angelus con le cuffiette guardando il piccolo schermo, mentre ovunque sventolano bandiere argentine e messicane. Quest’ultimi sono i fedeli più allegri, si vedono persino dei sombreri rossi e arancioni a dare un tocco di colore ad una giornata grigia.
Gli argentini sono più commossi e non mancano le lacrime, qualcuno è arrivato direttamente dall’ aeroporto Leonardo Da Vinci con le valigie ma non importa, per loro l’importante è “salutare” Francesco. Gli irlandesi sono impavidi in maniche corte, gli americani scattano foto da distanze improbabili. L’Angelus si conclude con una battuta informale in italiano: “Buona domenica e buon pranzo”. È tempo di sgombrare la piazza, qualcuno rimane ancora a godersi l’atmosfera, altri per uno scambio di battute: “Che applaudite che il Papa in Argentina era amico dei dittatori?!” punzecchiano due ragazzi, ma un signore di mezza età non ci sta: “Che dittatori che me state a dire! Sto’ Papa Francesco è tanto bravo, già se imparato l’taliano…che deve fà di più?”. Amen.