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 2013  marzo 16 Sabato calendario

IL DIAVOLO, QUELLA TENTAZIONE «DENUNCIATA» DA TUTTI I PAPI

Il diavolo sicuramente. Papa Francesco ha fatto due di­scorsi, entrambi ai cardina­li, e tutt’e due le volte ha citato il diavolo. Giovedì: «Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sov­viene la frase di Léon Bloy: “Chi non prega il Signore,prega il dia­volo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mon­danità del diavolo, la mondani­tà del demonio». Ieri: «Non ce­diamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno; non cediamo al pessimismo e allo scoraggia­mento ». Ci si stupisce, i laici, ma anche i cattolici non più abituati, in un mondo secolarizzato dalla cui mentalità non sono immuni, a sentire evocare «il tentatore». Coda, corna, fiamme… l’icono­grafia­folkloristica tende a ridur­re la sua esistenza a una creden­za superstiziosa, mentre è se non un articolo di fede una sua immediata conseguenza. «Chi non crede nel demonio non cre­de nel Vangelo», fu la secca ri­sposta di Giovanni Paolo II al­l’esorcista Gabriele Amorth, che si era lamentato con lui del fatto che «molti vescovi non cre­dono nel diavolo». Nella cate­chesi e nelle omelie poco ormai lo si sente evocare. Ma se è bene che le ragioni della fede siano ar­gomenti positivi - la presenza di Cristo - e non negativi come la paura del diavolo, i Pontefici ne hanno pur sempre denunciata l’opera, ed è significativo che l’abbiano fatto vedendone le conseguenze nella Chiesa stes­sa.
Il richiamo che fece più scal­pore fu di Paolo VI il 29 giugno 1972. «Ho la sensazione che da qualche fessura sia entrato il fu­mo di Satana nel tempio di Dio ». Il Papa non denunciava messe nere in Vaticano, e senza citarlo dava ragione a G.K. Chesterton quando dice che «solo l’opera del cielo è materiale,l’opera del­l’inferno è totalmente spiritua­le». Paolo VI esemplificava infat­ti così: «C’è il dubbio,l’incertez­za, la problematica, l’inquietu­dine, l’insoddisfazione, il con­fronto. Non ci si fida della Chie­sa… Crediamo in qualche cosa di preternaturale, il diavolo, ve­nuto nel mondo proprio a turba­re, per soffocare, i frutti del Con­cilio ». Papa Montini ribadì il concetto il 15 novembre 1972: «Uno dei bisogni maggiori della Chiesa è la difesa da quel male che chiamiamo demonio. Terri­bile realtà. Misteriosa e pauro­sa… Esce dal quadro dell’inse­gnamento biblico ed ecclesiasti­co chi si rifiuta di riconoscerla esistente… È il nemico numero uno, è il tentatore per eccellen­za ». E chiarì definitivamente il suo pensiero l’8 settembre 1977 in un colloquio con il filosofo francese Jean Guitton: «Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’in­terno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensie­ro di tipo non cattolico, e può av­venire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattoli­cesimo diventi domani il più for­te. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa».
Il 24 maggio 1987, Giovanni Paolo II a Monte Sant’Angelo af­fermò: «Questa lotta contro il de­monio che contraddistingue la figura dell’Arcangelo Michele,è attuale anche oggi; perché il de­monio è tuttora vivo e operante nel mondo. Infatti il male che è in esso, il disordine che si riscon­tra nella società, l’incoerenza del­l’uomo, la frattu­ra interiore della quale è vittima non sono solo le conseguenze del peccato origina­le, ma anche l’ef­fetto dell’azione infestatrice e oscura di Sata­na ». Il 26 agosto 2012, Benedetto XVI, che già ave­va ammonito i preti di Roma sul­l’esistenza del diavolo e dell’in­ferno, disse ai fe­deli accorsi a Ca­stel Gandolfo per l’Angelus che la «colpa più grave di Giuda fu la falsità, che è il marchio del diavo­lo. Per questo Gesù disse ai Dodi­ci: “ Uno di voi è un diavolo!”».In fondo Papa Francesco ammoni­va i «fratelli cardinali»con l’afori­sma di Oscar Wilde, «posso resi­stere a tutto tranne che alle tenta­zioni », invitandoli a trattenersi.