B. R., Il Sole 24 Ore 16/3/2013, 16 marzo 2013
BERLINO PRONTA A SALVARE LA PICCOLA CIPRO
La Germania dopo settimane di incertezze ha dato chiaramente il suo appoggio al salvataggio di Cipro, sull’orlo del collasso bancario; ma le modalità dell’operazione erano ieri sera ancora oggetto di difficilissimi negoziati. I contrasti non erano tanto tra i Paesi membri dell’Unione monetaria, quanto tra la zona euro e il Fondo monetario internazionale, preoccupato come nel caso greco della sostenibilità del debito pubblico.
«Lasciare Cipro al proprio destino e semplicemente vedere cosa succede non sarebbe responsabile», ha avvertito il cancelliere tedesco Angela Merkel durante una conferenza stampa alla fine del Consiglio europeo che si è svolto giovedì e ieri a Bruxelles. Cipro rappresenta appena lo 0,2% del Prodotto interno lordo della zona euro, ma un suo fallimento provocherebbe un terribile effetto-contagio nei Paesi più deboli dell’Unione monetaria.
La presa di posizione chiarisce finalmente l’atteggiamento tedesco sul futuro della piccola isola del Mediterraneo. Ieri sera a Bruxelles erano riuniti i ministri delle Finanze della zona euro per discutere di un pacchetto di aiuti a Cipro, e al suo sistema bancario. «Prenderemo visione della situazione, ascolteremo le diverse istituzioni, vedremo fin dove arriveremo», ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, prima dell’inizio della riunione.
In un primo tempo si pensava che il pacchetto sarebbe ammontato a 17 miliardi di euro. L’Fmi, che partecipa normalmente ai salvataggi sovrani della zona euro, teme tuttavia che in questo modo il debito pubblico cipriota diverrebbe insostenibile. Il Fondo vuole quindi ridurre l’ammontare dei prestiti a circa 10-12 miliardi di euro. Il problema è come fare. L’idea di chiedere ai depositanti nelle banche cipriote di sobbaccarsi parte dei costi non piace a molti.
Sia la Commissione che la Banca centrale europea temono che una soluzione di questo tipo - chiamata bail-in in inglese - possa creare nuovo nervosismo sui mercati (in un momento in cui l’Italia è particolarmente fragile). Si discutono quindi altre opzioni, come il tassare i conti correnti una tantum, ristrutturare il sistema finanziario, privatizzare alcune imprese. Spiegava ieri pomeriggio un alto responsabile europeo: «È una vicenda molto complessa, politicamente, ma anche tecnicamente».
Ai negoziati tra i Paesi della zona euro e con lo stesso Fmi - ieri rappresentato a Bruxelles dal direttore generale Christine Lagarde - si aggiungono trattative parallele con la Russia. Il Governo russo ha già concesso una prima linea di credito a Cipro di 2,5 miliardi e potrebbe partecipare al salvataggio, per esempio rinviando il rimborso del prestito dal 2016 al 2022. Il ministro delle Finanze cipriota Michalis Sarris sarà a Mosca la settimana prossima.
Un eventuale accordo su un pacchetto di aiuti al Paese mediterraneo deve essere approvato dai Paesi della zona euro. In Germania, il Governo democristiano-liberale dovrà probabilmente appoggiarsi ai voti dell’opposizione, perché molti deputati della maggioranza sono contrari a dare nuovi soldi tedeschi per salvare un Paese. A sei mesi dalle prossime elezioni, la questione sarà oggetto come minimo di un tira-e-molla politico da parte del partito socialdemocratico.
B. R.