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 2013  marzo 18 Lunedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 71

(«Nella mia lunga e tormentata esistenza. Lettere da una vita di Indro Montanelli», a cura di Paolo Di Paolo, Rizzoli)–

(vedi anche biblioteca in scheda 2225759
e database libro in scheda )

Il Montanelli che scrive lettere

Tartu

Montanelli ha insegnato filologia italiana («materia che non so») all’Università di Tartu in Estonia.

Peso

«Ma a proposito di peso, caro Giovanni, devo darti un dispiacere. Sia tu che Craxi, diventati adepti della moda dell’uomo scattante e in forma, vi siete sottoposti a infernali diete alimentari e, ma qui non ti ci vedo, a estenuanti esercizi fisici. Ebbene, Craxi ce l’ha fatta, è dimagrito. Tu non sei riuscito a modificarti la stazza. Hai sostenuto che ciò non è vero perché, in base a dati in tuo possesso, Craxi sarebbe smagrito di 18 chili mentre tu ne hai persi ben 22. E pertanto, nella battaglia della ciccia, saresti il vincitore. Non metto in discussione il tuo tonnellaggio né i chili di lonze e trippe che Craxi è riuscito a scrollarsi di dosso. Ma i 18 chili che Bettino ha perduto, si vedono tutti. I tuoi 22, no. Anzi, mi par quasi che tu sia leggermente ingrassato. Cosa vuoi che ti dica: se agli altri il successo dà alla testa, a te dà alla pancia. Rassegnati» (A Giovanni Spadolini, Milano, [dicembre?], 1985)

Comunisti

«Una moglie comunista, prima è comunista, e poi (molto poi) è moglie» (a un lettore del Giornale).

A Silvio 1

«Caro Silvio, ti ho sognato. Ma era un incubo. Mi vedevo chiuso dentro una macchina blindata da cui non potevo più uscire, e tu da fuori mi facevi le boccacce. Stavolta non mi sono limitato a pensare: ti ho anche parlato. Ma la decenza mi vieta di riprodurre le mie parole» (A Silvio Berlusconi, Milano, 16 maggio 1983).

A Silvio 2

«Caro Silvio, nell’arte dell’imprenditoria, della fantasia, dell’immaginazione, dell’audacia, dello spettacolo, di tutto, tu sei un genio e io un coglione. Nell’arte della polemica, il genio sono io e tu il coglione» (A Silvio Berlusconi, Milano, 16 maggio 1983).

A Silvio 3

«Considero il tuo ingresso nella vita politica una iattura soprattutto per te; e siccome non sono un servo sciocco come quelli di cui ti sei servito in televisione per denigrarmi ho creduto che fosse mio dovere dirtelo, e lo credo ancora» (A Silvio Berlusconi, Milano, gennaio 1994,).

Scalfari

«Scalfari ed io abbiamo questo in comune: che non sappiamo mai bene se siamo più amici quando facciamo gli amici o quando facciamo i nemici».

Corriere

Queste le ragioni del rifiuto della direzione del Corriere: «Sono un disordinato, refrattario al lavoro di team e animato da uno spirito d’indipendenza che spesso sconfina nella riottosità: non conosco remore di cautela e di diplomazia; non credo che riuscirei a imporre la disciplina per il semplice motivo che non l’ho mai rispettata io stesso; detesto la routine, non sono disposto a rinunziare alla mia spregiudicatezza, come invece dovrei se la responsabilità della mia firma coinvolgesse quella del Corriere, e infine penso di godere già presso i lettori – il cui giudizio è l’unico che mi stia a cuore – di una considerazione cui i galloni direttoriali non potrebbero nulla aggiungere. Non è quindi per disinteresse e umiltà, ma per orgoglio e tornaconto, che non ambisco a cucirmeli sulla manica» (A Mario e Giulia Maria Crespi, Milano, 23 dicembre 1967)

Rifiuti

Cariche rifiutate da Montanelli in carriera: direzione del Corriere della Sera; candidatura alla Camera e al Senato; Senatore a vita; Cavaliere del Lavoro.

Dalla Spagna

«Vuole utilizzarmi? Niente contratto e niente obblighi né per me né per Lei. Se vuole, Le riservo l’esclusiva della mia firma per il periodo che Ella crede, dietro soltanto garanzia di un minimo di tre o quattro articoli al mese da retribuirmi volta per volta. (Lettera al direttore del Corriere della Sera Aldo Borelli dal fronte spagnolo durante la guerrra civile).

Carcere

Montanelli in carcere (febbraio 1944) chiede a Gaetano Greco Naccarato, «denaro (molto), sigarette, fiammiferi, vettovaglie e libri. Poiché è estremamente difficile far entrare roba, bisogna che essa sia portata a piccolissimi intervalli e che non sia ingombrante. Per le vettovaglie chiedo: niente pane, ma uova sode, cioccolato, salumi, burro, un po’ di zucchero, torrone: roba condensata, insomma. Per i libri andrebbero bene quelli della collezione “La zattera” di Bompiani (tascabili). […] Un pettine e un asciugamano». Greco Naccarato lo accontenta in parte: ««Il mio morale è certamente ottimo, ma l’unico modo di rovinarmelo è di mandarmi dei libri come questo. Il Gatto! E che me ne frega, a me, dei gatti?» (giugno 1944).

Liberazione

«Sul piano morale, la Liberazione ha sostituito una classe dirigente di piccoli viziosi a una di grandi peccatori. Non ci abbiamo guadagnato».

Vizio

«Gl’italiani, a proibir loro il Peccato, cadono nel Vizio».

Notizie tratte da: Notizie tratte da: «Nella mia lunga e tormentata esistenza. Lettere da una vita di Indro Montanelli», a cura di Paolo Di Paolo, Rizzoli.