www.cinquantamila.it/fiordafiore 18/3/2013, 18 marzo 2013
Chi c’è nel Movimento 5 Stelle • Cosa prevede la grande finanza per l’Italia • Giornali e libertà • Azione disciplinare nei confronti di Ingroia • Robot italiani M5S La composizione del M5S secondo Mannheimer: il 18% (che corrisponde circa al 4% dell’elettorato italiano) dei votanti del Movimento è composto dai più partecipi, per esempio chi discute online su meetup e/o dà impulso a raccolte firme o altre azioni
Chi c’è nel Movimento 5 Stelle • Cosa prevede la grande finanza per l’Italia • Giornali e libertà • Azione disciplinare nei confronti di Ingroia • Robot italiani M5S La composizione del M5S secondo Mannheimer: il 18% (che corrisponde circa al 4% dell’elettorato italiano) dei votanti del Movimento è composto dai più partecipi, per esempio chi discute online su meetup e/o dà impulso a raccolte firme o altre azioni. Qui si trovano in particolare i più giovani, specie sotto i 24 anni, e i possessori di titolo di studio più elevato. Un ulteriore 24% prende parte al Movimento attraverso la pubblicazione di propri commenti e interventi sul blog, pur senza promuovere vere e proprie iniziative. Invece il 28% dei votanti per Grillo legge regolarmente il blog, anche se non vi partecipa attivamente. Solo il 30% dell’elettorato del M5S è costituito da semplici elettori, meno giovani di età e più lontani dal dibattito politico (tanto che buona parte di essi si definisce «apolitico»), che in molti casi si sono decisi all’ultimo momento a dare il voto a Grillo, e che non prendono parte a nessuna delle attività e delle iniziative promosse dal Movimento. Tra loro emergono divergenze su alcuni temi: «Si è già rilevato come sull’euro buona parte degli elettori grillini assuma una posizione di contrarietà e ritenga addirittura non opportuna la proposta di un referendum popolare al riguardo. (…) È vero che il 77% di quanti optano oggi per il M5S si dichiara contrario a concedere la fiducia a un esecutivo che veda la presenza dei partiti tradizionali. Ma, al tempo stesso, quasi un elettore grillino su quattro assume una posizione opposta. Ancora una volta, c’è differenza tra le posizioni di chi ha votato M5S senza parteciparvi attivamente e chi prende parte in qualche modo alle attività promosse da Grillo. I primi appaiono più propensi e disponibili a una apertura nei confronti del Pd (così come si erano dimostrati più favorevoli a un mantenimento della nostra presenza nell’euro), mentre i secondi assumono una posizione di maggior chiusura. Ma anche tra questi ultimi - gli “attivisti” del M5S - ben il 25% ritiene opportuna una alleanza di governo in cui partecipi anche il Movimento» (CdS). [Sull’argomento Leggi anche il Fatto del giorno] Scenari Un documento di Crédit Agricole su ciò che la grande finanza si aspetta dalla politica italiana. Lo scenario più probabile (25%) prevede che non si farà alcun governo, ci saranno nuove elezioni e ancora ingovernabilità. Risultato: spread a 500, con tassi dei Btp a circa 6,50%. Se le elezioni finiscono bene (cioè, nell’ottica dei mercati, con Monti-Bersani) lo spread scenderebbe a 150, ma le probabilità, secondo lo studio, sono del 20%. Tutte le altre ipotesi (Bersani-Berlusconi, Bersani-Grillo) sono più remote e danno, in termini di spread, risultati peggiori. Lo sviluppo largamente più probabile, per gli scommettitori della grande finanza, sono nuove elezioni a breve scadenza: 45 per cento di probabilità, quasi una su due. Lo scioglimento del Parlamento appena eletto sarebbe il primo scossone allo spread, che salirebbe a 400 punti (cioè un tasso del 5,50 per cento già sufficiente, forse, a invocare un salvataggio da parte della Bce di Draghi). Fra la grande coalizione Bersani-Berlusconi e quella Bersani-Grillo, invece, più probabile la prima: 30 per cento contro 25 per cento. La reazione dei mercati, però, sarebbe diversa. Mentre un accordo Pd-Pdl lascerebbe, almeno all’inizio, lo spread ai livelli attuali, un accordo fra Pd e M5S sarebbe accolto con grande diffidenza dall’alta finanza e i tassi salirebbero di circa 50 punti. Lo scetticismo, però, è più o meno lo stesso, sia di fronte alla coalizione del Pd con Berlusconi, sia a quella con Grillo: in nessuno dei due casi si prevedono le riforme strutturali che la grande finanza ritiene necessarie per riavviare lo sviluppo italiano. Al massimo, un mantenimento della disciplina fiscale di Monti e una nuova legge elettorale (20 per cento di probabilità con Berlusconi e 15 per cento con Grillo). In tutt’e due i casi, la presenza comunque di un governo allenterebbe la pressione dei mercati e lo spread scenderebbe a 200 punti. Tuttavia, ambedue gli ipotetici governi potrebbero, al contrario, perdere il controllo della spesa pubblica e spaccarsi, riaprendo il vuoto politico, che costerebbe un rialzo dello spread a 450 punti (Ricci, Rep). Stampa «L’ho sempre detto: a est non c’è libertà di stampa, a ovest non c’è libertà dalla stampa» (Martina Navratilova) (Audisio, Rep). Ingroia Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha chiesto l’avvio di un’azione disciplinare nei confronti dell’ex procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, per le frasi dopo la sentenza della Cassazione che annullò la condanna a Marcello Dell’Utri (disse: «La mia cultura della prova viene dagli insegnamenti di Falcone e Borsellino. Quella del presidente Grassi non so»). Secondo il ministro, Ingroia ha «leso l’immagine della magistratura». Robot Alcuni dei robot creati in Italia: quelli indossabili, che calzati sulle braccia o sulle gambe possono agevolare i movimenti durante la riabilitazione di un paziente oppure amplificare la forza umana. I robot “companion”, che potrebbero diventare degli assistenti in grado di aiutare le persone in tutte le faccende domestiche. Pesci automi che imitano il polpo e la lampreda, robot grilli, vermi e ragni eccetera (Segantini, CdS).