Silvia Nucini, Vanity Fair 13/3/2013, 13 marzo 2013
Quando Rossana Podestà si mise insieme a Walter Bonatti, lui in quel momento ne frequentava almeno altre cinque: «I primi tempi da lui incontravo donne che mi guardavano male, mi chiedevano chi fossi, suonava il telefono, io rispondevo e mettevano giù»
Quando Rossana Podestà si mise insieme a Walter Bonatti, lui in quel momento ne frequentava almeno altre cinque: «I primi tempi da lui incontravo donne che mi guardavano male, mi chiedevano chi fossi, suonava il telefono, io rispondevo e mettevano giù». Invece di perdere la pazienza, gli consigliò di sistemare le sue cose: «Quando hai finito ci vediamo. Sono partita per Roma, lui mi chiamava: “Rossana, oggi ne ho fatte fuori due”. E io: “Bravo, amore mio”. Da lì è stato bravissimo. Le donne le guardava tutte, ma muoveva solo gli occhi e non la testa. Io me ne accorgevo lo stesso, e ridevo». La cosa che più le manca: «Che non mi scalda il letto. Andavo a letto un pochino dopo di lui, giusto il tempo che il suo corpo facesse un po’ di tepore nelle lenzuola. Entravo e gli mettevo un piede tra le gambe e lui rabbrividiva, ma me lo scaldava. Abbiamo dormito insieme per trent’anni, quasi senza saltare una notte».