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 2013  marzo 18 Lunedì calendario

PASIONARIA ONU DI MIGRANTI E RIFUGIATI

Prima Nilde Jotti. Poi Irene Pivetti. Ora, lei: Laura Boldrini. Profilo professionale super-international. Cultura politica non da sinistra frou frou e nemmeno classicamente vendoliana, anche se è stata eletta nelle liste di Sel. Se Boldrini, classe 1961, da Macerata, fosse svedese sarebbe una liberal un po’ di sinistra. Qui è stata invece la polemica anti-immigrati, una delle caratteristiche dei governi del centrodestra, che ha fatto diventare la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati l’icona di un progressismo scriteriato e di un terzomondismo retorico. Non è questo Boldrini. E’ una donna tosta, che non ha mai indossato un poncho andino, pur avendo frequentato le Ande, o delle tuniche africaniste e pauperiste, pur conoscendo i poveri e l’Africa. Voleva fare la giornalista, è finita nell’impegno umanitario sul campo, in tutti i campi: dai Balcani all’Afghanistan, Pakistan e Iraq, Iran e Sudan, Caucaso, Angola, Ruanda.
IN GRECIA
Quando Nichi Vendola, alla vigilia delle ultime elezioni, le ha chiesto di candidarsi, la chiama mentre lei sta in Grecia. Suona il telefonino e in quel momento Boldrini stava soccorrendo un ragazzo nero, massacrato di botte in mezzo alla strada forse da nazisti, certamente da razzisti. Vendola non fa in tempo a parlarle che lei lo sommerge con il suo racconto: «Non sai che cosa terribile.... ». E si sfoga per dieci minuti, narra il fattaccio, gli trasmette la sofferenza che sta vedendo e vivendo. Poi: «Ah, scusa Nichi, volvi dirmi qualcosa?». Vendola: «Pensavo di candidarti alla Camera». Lei si prende tempo per pensarci. Qualche giorno più tardi gli dirà di sì. E così spiega la decisione agli amici: «Mi devo rimboccare le maniche e aiutare il mio Paese in prima persona. Sennò, non ho più il diritto di lamentarmi».
I diritti, «la compassione» (di cui parla anche nel discorso di ieri alla Camera), le donne, i migranti, la pace, la guerra, il local, il global, l’alimentazione. Sono questi i suoi temi. Tipici di chi ha trascorso una vita professionale tra Fao e Onu. Si definisce «donna di guerra e di frontiera». E Laura è proprio così, dicono gli amici, che ieri da vari angoli del mondo hanno ascoltato in streaming il suo discorso alla Camera.
CAMILLERI
Andrea Camilleri ha stima di lei e lei lo ha coinvolto in molte iniziative. Per esempio il premio ai marinai che hanno salvato migranti. Sul molo di Lampedusa, nel 2003, in occasione del naufragio devastante delle cento persone partite dalla Somalia e solo tredici si sarebbero salvate, Boldrini organizzava i soccorsi notte e giorno, curava l’assistenza, veniva vissuta come la madrina dei sofferenti, la donna pratica che cerca soluzioni. Quando una barca non si trovava, capitava che l’sos arrivasse prima al suo telefonino che alle capitanerie di porto e lei attivava le operazioni di salvataggio. Una donna che non ha paura della folla, ecco. E che ieri nel discorso oltre alla «compassione» ha raccontato «la speranza» che bisogna dare agli ultimi, ai sofferenti, a chi il lavoro non ce l’ha o lo ha perso e a «chi viene da lontano». Un’espressione, quest’ultima, che ha fatto scattare un commento - quasi in coro - nell’aula di Montecitorio: «Guarda che Papa Francesco ha già parlato». Ideologia della pietà? Buonismo a buon mercato? C’è chi potrebbe pensarla così. C’è chi sarebbe pronto a bollare come terzomondismo d’antan questo tipo di atteggiamento culturale, ma tant’è: Boldrini va avanti così, convinta di stare nel giusto.
ANASTASIA
E’ stata eletta in Sicilia. Ha un ex marito, un compagno, una figlia che vive a Londra: Anastasia. Si è laureata in giurisprudenza alla Sapienza di Roma nel 1985. Ha iniziato a lavorare in Rai prima di approdare, nel 1989, all’Onu lavorando per quattro anni alla Fao, dove si occupava della produzione video e radio. Dal 1993 al 1998 è portavoce per l’Italia al Programma alimentare Mondiale. Dal 1998 al 2012 è portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati, per il quale coordina anche le attività di informazione in Sud-Europa. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali la medaglia della Commissione nazionale per le pari opportunità tra uomo e donna (1999) e il titolo di Cavaliere della Repubblica (2004).
IL MONDO
E’ una borghese. Ma «capire il mondo con gli occhi di chi non sta in cima al mondo» è una delle sue pratiche professionali. Un pizzico di retorica, nel discorso di ieri, si è affacciato. Forse favorita dall’emozione di occupare un incarico che non era stato previsto nella sua road map. Ma i percorsi di guerra, cui è abituata, nel Parlamento balcanizzato purtroppo non le mancheranno.