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 2013  marzo 17 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - VOGLIONO ANDARE AL VOTO IL 30 GIUGNO


ROMA - Prima la minaccia di espulsione per i senatori Cinque Stelle che hanno scelto di votare Grasso. Poi un attacco a tutto campo nei confronti del Pd. Beppe Grillo non ha gradito l’esito delle votazioni per le presidenze delle Camere. E se la prende soprattutto con il partito di Bersani, accusato di aver "giocato l’unica carta rimasta, quella della foglia di fico visto che Franceschini e la Finocchiaro erano indigeribili", come scrive in un nuovo post. "Sanno di essere impresentabili" aggiunge Grillo, "e quindi devono presentare sempre qualcun altro. Per loro ci vuole del "conservatorismo compassionevole". Quanto all’ipotesi di una candidatura di D’Alema al Quirinale, sarebbe "un fiammifero in un pagliaio", dice Grillo. Il Paese "non reggerebbe a sette anni di inciucio. Un passo indietro preventivo e una smentita, anche indignata per le ’voci infondate’, sarebbero graditi", conclude. Infine, la previsione: "La legislatura sarà breve".
Ma intanto i senatori Cinque Stelle - invitati a dimettersi in quanto avrebbero tradito gli elettori - stavolta non tacciono. E, con toni diversi, rispondono al leader, rivendicando autonomia di giudizio senza voler tradire la linea del movimento. "Sicuramente ieri nella cabina elettorale qualcuno di noi ha agito in coscienza e questa è stata una grande espressione di libertà, di quello che è il nostro spirito", dice Vito Crimi, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, in un video pubblicato durante la notte su Facebook, per fare un resoconto delle votazioni.
Il candidato ideale del Movimento era Luis Orellana, ribadisce Crimi. "Dobbiamo però dare atto che in questi mesi siamo riusciti a stimolare le forze politiche a tirar fuori dei nomi un po’ più distaccati rispetto all’apparato di partito, un po’ più nuovi rispetto al Partito democratico. Ci possiamo prendere questo merito", aggiunge.
Dando conto della concitata riunione a Palazzo Madama prima del voto, Crimi parla di un "bellissimo confronto, molto emozionante e anche acceso perché si sono tirate fuori tutte le storie legate alla mafia, all’antimafia, visto che avevamo in contrapposizione Schifani e Grasso. I nomi dicevano tutto".
La coerenza del gruppo è stata rispettata, spiega, perché "il gruppo è uscito all’unanimità con un’unica speranza: la non rielezione di Schifani". "In questa linea la quasi totalità ha proseguito nel voto bianca, qualcuno non ha votato, qualcuno Orellana, qualcuno ha agito in coscienza", aggiunge.
"Non siamo telecomandati. Ognuno di noi ha una propria sensibilità. Segue la propria coscienza. E certamente Pietro Grasso non faceva, e non fa, parte del vecchio apparato", gli fa eco in un’intervista a La Stampa Luis Orellana.
Su Facebook si aggiunge anche la voce di Francesco Molinari, senatore grillino, che risponde al messaggio di Grillo con parole altrettanto nette: "Meno reazioni isteriche e più fiducia!", chiede. A Grillo, il senatore dice "di stare sereno, non c’è nessun traditore" e il Movimento 5 stelle al Senato "è unito: nessuna alleanza nessuna fiducia". Poi un consiglio: "studiare le differenze fra cariche istituzionali e ruoli politici non farebbe male".
Sul social network interviene anche la senatrice grillina Paola Nugnes: "Grillo nel suo blog ha fatto un
invito a chi ha votato Grasso a dichiararlo. Forse è contestabile poichè il voto è segreto e la sua segretezza è sinonimo di democrazia e di libertà. Libertà da pressioni e da condizionamenti esterni".
(17 marzo 2013)

BERSANI DALLA LATELLA
ROMA - Pierluigi Bersani, intervistato da Maria Latella a Sky Tg24, incassa il successo della giornata di ieri, con l’elezione dei due nomi proposti dal centrosinistra - Laura Boldrini e Pietro Grasso - alla guida di Camera e Senato. "Abbiamo cercato fino all’ultimo riconoscimento reciproco. Non è stato possibile. Abbiamo fatto quel che volevamo e dovevamo fare". Ma rassicura le forze politiche: "Le istituzioni non c’entrano nulla con il governo. Tranquilli tutti, Movimento 5 Stelle, Berlusconi, Monti: ieri le istituzioni hanno preso una boccata d’aria fresca, tra Paese e istituzioni ora c’è più amicizia".
Tra le tappe del percorso politico che si apre ora - "difficilissimo", rileva - il segretario Pd ne individua una che segna un impegno preciso: "Entro luglio una legge sul finanziamento ai partiti: servono solo piccole contribuzioni dei cittadini volontari", ma "non sono disposto a riunciare al concetto di finanziamento alla politica", sostiene il segretario del Pd. E annuncia: "Fino a quando non si fa questa norma sono disposto a sospendere l’erogazione dei rimborsi elettoriali". Ma alle critiche sulle spese per il mantenimento della macchina del partito - e in primis gli stipendi ai suoi funzionari - Bersani alza le difese: "Il Pd è un partito nazionale, abbiamo attività ovunque. Senza soldi non si fa nulla, e vale per tutti", e con un riferimento esplicito a Beppe Grillo: "Anche per montare un palco ci vogliono soldi".
Le proposte sul sito. "Superamento del finanziamento pubblico prevedendo un sistema di piccole contribuzioni private assistite da parziali detrazioni fiscali. Riforma dei partiti che applichi l’articolo 49 della Costituzione e che ne regoli la vita interna, la formazione degli organismi dirigenti, i codici etici, la trasparenza per l’accesso alle candidature". Sono solo alcune delle proposte del Partito Democratico sul tema "Democrazia, moralità e trasparenza della vita pubblica" che fanno parte degli otto punti formulati dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, approvati dalla Direzione nazionale del partito "per dare vita ad un governo del cambiamento" e pubblicati sul sito del Pd www.partitodemocratico.it. "Tra le altre proposte - si ricorda in una nota dell’ufficio stampa del Pd - la riduzione del numero dei parlamentari (da 630 a 300 deputati, da 315 a 150 senatori); la trasformazione del Senato nel Senato delle Regioni; l’equiparazione dello stipendio dei parlamentari e degli amministratori regionali a quello di un sindaco di capoluogo di provincia; la cancellazione delle province dalla Costituzione; la promozione di unioni e consorzi tra comuni; la fissazione di un tetto all’indennità dei dirigenti pubblici e delle società pubbliche; il disboscamento delle società partecipate dai comuni". Sul sito è possibile commentare le proposte, proporne la modifica e "contribuire con ulteriori ipotesi di intervento".
M5S. E sul Movimento 5 Stelle il segretario Pd torna poi parlando in pubblica a Brescia, commentando le dinamiche partecipative introdotte da Grillo: "Il M5S fa riunioni chiuse e poi vuole lo streaming quando va dal capo dello Stato, secondo un antico e conosciuto leninismo. Sono un cuneo... ’mi organizzo più o meno segretamente e poi approfitto di tutti gli spazi che la borghesia cogliona e capitalista mi offre’: non sono grandissime novità".
Governo. Il passaggio per la formazione del governo rimane stretto, riconosce il segretario Pd: "In questo momento non ci sono condizioni per accordi politici preventivi". L’ipotesi di un governo "tecnico" è improponibile: "Non andrebbe bene, lo escludo in premessa, che alla fine di questo percorso venisse fuori l’idea, e c’è qualcuno che lo sta suggerendo, che in qualunque modo lo chiamiamo, facciamo una specie di governo Monti senza Monti. Lasciamo stare, perché è mettere dei precari coperchi su una pentola a pressione. Serve cambiamento". La proposta di Bersani "non sarà in nome dell’ambizione o di una larga intesa, ma di una responsabilità". "Ho sempre detto che cercherò una corresponsabilità fino all’ultimo, se non ci sarà ci caricheremo della nostra responsabilità: il cambiamento". E ribadisce la richiesta alle forze politiche di un appoggio su punti percepiti come prioritari dal Paese: moralità pubblica e lavoro.
Camera e Senato. Che la nomina dei due presidenti del Parlamento sia scaturita grazie al "sacrificio" dei maggiorenti del Pd Bersani non lo nega ma lo rivendica come un patrimonio di pratica politica proprio del partito: "Siamo di una generazione capace di queste scelte, di non metterci davanti: Finocchiaro, Franceschini, io ed altri". E sulla scorta dell’entusiasmo suscitato ieri dal discorso di Laura Boldrini al momento dell’insediamento, dopo che fra i commentatori è uscita l’ipotesi di sue future candidature a incarichi di governo, Bersani ha spiegato: "Mi ha molto colpito la sua reazione quando le abbiamo fatto la proposta: grande umiltà. E’ una persona che capisce il peso degli incarichi". E con una battuta svela che i nomi di Boldrini e Grasso sarebbero stati spesi comunque nel suo eventuale governo: "Ho buttato via due ministri".
Percorso a ostacoli. Il percorso, ora, si fa difficoltoso. Da martedì e mercoledì "il Quirinale prende in mano la situazione, mi affido al Capo dello Stato che ha un compito difficilissimo". Lo afferma Pier Luigi Bersani alla trasmissione di Latella su Sky. "E’ una strada molto stretta, ma altre strade si rivelerebbero anche più strette", dice il segretario del Pd. "Tutte le soluzioni che prevedessero una compartecipazione delle forze dovrebbero essere larghissime e unanime", aggiunge Bersani.
(17 marzo 2013)

ALFANO DALLA ANNUNZIATA PROPONE LO SCAMBIO GOVERNO-QUIRINALE
ROMA - Potrebbe esserci un "sì" del Pdl ad un governo Bersani se il Pd accetterà di eleggere alla presidenza della Repubblica un "moderato". E’ il messaggio al centrosinistra che il segretario del Pdl, Angelino Alfano, lancia nel corso di un’intervista a In mezz’ora, in Onda su Rai 3. "Parleremo con Bersani e saremo disponibili a sostenere un suo governo se ci sono le condizioni: rappresentanza dei moderati alla presidenza della Repubblica e misure economiche per far ripartire l’economia", dice Alfano. E ancora: "Crediamo che dopo tre presidenti di sinistra il popolo dei moderati meriti un rappresentante alla presidenza della repubblica". La replica del Pd arriva dopo poco. Ed è di netta chiusura: "Per scambi indecenti qui non c’è recapito", dicono dal Nazareno.
Per il resto, Alfano nell’intervista assicura che il Pdl "si sente pronto ad andare ad elezioni" perché "il clima è quello da campagna elettorale". Mentre, sull’ipotesi Napolitano bis, dice di non ritenerla realistica: basta accanirsi, "il presidente si è già sottratto con tono fermo e credo con una irreversibilità di giudizio all’ipotesi" di un secondo mandato "già lo hanno tirato per la giacca e anche maluccio", dice.
E sulla questione del Quirinale scoppia una lite in diretta con la conduttrice Lucia Annunziata, che definisce "impresentabili" gli esponenti del Popolo della libertà. Immediata la replica del segretario del Pdl: "Come si permette di definire impresentabili noi? Avete disprezzo per il voto di milioni di persone. Lei ha detto una cosa ingiusta". A fine trasmissione la giornalista chiede scusa per il suo "giudizio franco".
Poco prima il segretario del Pdl aveva rivolto una serie di critiche alla sinistra. "Con le cifre" viste ieri in Parlamento, ha detto "Bersani non può ottenere un incarico di governo". "’Ci affidiamo alla saggezza del presidente della Repubblica. Speriamo che Bersani recuperi la bussola e la rotta per il bene del paese. In un paese normale, come e’ accaduto in Germania, devono collaborare i due più grandi partiti per governare il tempo della crisi". Ad Annunziata che gli ha chiesto se Monti si sia rivolto al Pdl per essere eletto al Quirinale, Alfano risponde: "In qualche misura sì".
Il segretario del Pdl attacca anche il Movimento 5 Stelle. Col voto di ieri "Grillo è di fatto una costola della sinistra", dice. "Alla prima occasione hanno tradito in contraddizione con quello che avevano promesso ai cittadini", aggiunge, in riferimento alla votazione di ieri in Parlamento. "Grillo dovrebbe ammettere che 15 dei suoi lo hanno già abbandonato - dice -. O vengono allo scoperto e vanno con Bersani, o Bersani non ha i numeri per fare il governo".
Nel corso dell’intervista Alfano ha criticato la scelta dei presidenti del Senato e della Camera. Pietro Grasso "è espressione di una sinistra che ha voluto mettere un pubblico ministero a capo del Senato. Noi non abbiamo una simile visione di queste cose", dice. "Al Senato loro hanno schierato un pm in pensione, noi abbiamo schierato un presidente del Senato che ha bene onorato le istituzioni repubblicane", aggiunge Alfano, che sottolinea come il Pd abbia "vinto il primo round con un risultato non sufficiente". Poco prima un altro commento sulla presidente della Camera, Laura Boldrini. "Quello della Boldrini è stato un discorso tipico dell’estrema sinistra, un discorso piatto e melenso, tipico della vecchia retorica di sinistra e di una demagogia esasperata".
(17 marzo 2013)

MESSAGGIO DI NAPOLITANO
ROMA - "Siamo oggi - noi italiani - credo che lo sappiamo bene, di nuovo in un momento difficile e duro, per l’economia che non cresce, per la disoccupazione che aumenta e dilaga tra i giovani, per il Mezzogiorno che resta indietro, per quel che non va nello Stato, nelle istituzioni, nella politica e che va modificato, che richiede, e già da tempo, di essere riformato. Ritroviamo dunque - questo è il mio augurio - come nelle celebrazioni del Centocinquantenario, orgoglio e fiducia, e ritroviamo il senso dell’unità necessaria. Unità, volontà di riscatto, voglia di fare e stare insieme nell’interesse generale, senza dividerci in fazioni contrapposte su tutto, senza perdere spirito costruttivo e senso di responsabilità". Lo afferma in un videomessaggio il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della "Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera".
"Festeggiamo oggi - ricorda il capo dello Stato - come ricorrenza storica il 17 marzo, che nel 2011 ha segnato il compiersi del 150mo anno di vita dell’Italia unita. In quell’occasione, e lungo molti mesi, si sono svolte in tutto il paese innumerevoli celebrazioni, dalle più solenni sul piano nazionale e anche internazionale, alle più semplici e partecipate nelle scuole, in seno ad associazioni di ogni sorta e nei Comuni, nei centri più piccoli, con vaste e calorose adesioni di giovani e di cittadini. Ebbene, è molto importante non dimenticare quel che esse hanno significato: gli italiani si sono mostrati consapevoli di quel che di meglio abbiamo fatto nella nostra storia, e soprattutto di come siamo riusciti a superare momenti difficili e drammatici grazie a un grande sforzo per superare le divisioni tra noi, per unire le nostre energie e volontà".
"Così - sottolinea ancora la prima carica dello Stato - superammo le terribili prove della guerra e del dopoguerra, liberandoci dalla dittatura, dandoci con la Repubblica e la Costituzione regole di libertà e democrazia, ricostruendo l’Italia dalle rovine e facendola diventare già 50 anni fa uno dei paesi più sviluppati e moderni in Europa e nel mondo. E’ per ricordare e rivivere tutto questo che il 17 marzo lo celebriamo, e lo celebreremo ogni anno, come Festa dell’Unità d’Italia".
(17 marzo 2013)