Paolo Colonnello, La Stampa 16/3/2013, 16 marzo 2013
LA GIORNALISTA-VALLETTA "SILVIO MI COMPRO’ DUE CASE"
Bisognava stare nella «piccioniaia» dei cronisti che seguono i processi sui bunga bunga di Arcore per capire l’effetto che fa sentire la «collega» Silvia Trevaini, 29 anni, in forza al Tgcom di Mediaset come giornalista, raccontare che, in quanto frequentatrice delle cene di Arcore e «amica» almeno dal 2006 di Silvio Berlusconi, «oltre allo stipendio di 2500-3000 euro al mese come giornalista assunta a tempo indeterminato, il presidente mi versa altri 2500 euro dal febbraio scorso, cioè dall’inizio delle udienze perché, come ha detto lui stesso, sono stata danneggiata da questo processo e la mia carriera è stata penalizzata».
Bisognava essere lì e guardare le facce basite dei giornalisti e delle giornaliste precarie che da anni ricevono poche centinaia di euro per svolgere un lavoro talvolta massacrante, che spesso li sottopone a rischi di querele e cause di risarcimento, quando la «collega» Trevaini ha raccontato, con nessun imbarazzo, che «sì, effettivamente nel 2007 Berlusconi mi ha versato 290 mila euro per comprare una casa a Milano Due, così, diceva, sarei stata più vicina alla redazione». E poi, «visto che sono una ragazza molto solitaria, tutta casa e lavoro, e non amo spostarmi troppo la sera, mi ha versato altri 400 mila euro nel 2009 per comprare la casa dove vivo adesso, vicino al centro, in piazza Santo Stefano, così i miei amici mi possono venire a trovare senza attraversare tutta la città. La prima casa ovviamente l’ho venduta». Si capisce: mica tutti hanno editori così sensibili. Al punto che, racconta la giornalista, «nel 2009 ho ricevuto altri due bonifici da 40 mila e 80 mila euro, e anche una macchina». Un’Audi TD, di quelle sportive fiammanti. Metti che le fosse venuta voglia di uscire di casa e andare a trovare qualcuno, o magari fare un servizio. Capita, a chi lavora.
Certo, il caso della giornalista Trevaini forse è un po’ speciale perché lei - al processo che vede imputati Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti per induzione alla prostituzione - si sente una vittima. «Alle cene di Arcore ci andavo, certo, ma non succedeva niente di strano, si parlava di argomenti di attualità, ci si confrontava su temi politici, magari si parlava dei propri lavori. A volte si scendeva in discoteca, qualcuno ballava o si facevano spettacoli tipo Bagaglino, spettacoli ironici...» Mai visto Nicole Minetti ballare la lap dance? «Non ricordo». Ma... vestita strana? «L’ho vista vestita come alle ultime sfilate per l’intimo...». E cosa ha pensato quando ha visto una consigliere regionale vestita così? «Niente. Ognuno si veste come vuole... Io frequento Berlusconi dal 2006, l’ho conosciuto in Sardegna, a Portorotondo. Stavo passeggiando nella piazzetta insieme ai miei genitori quando l’ho incontrato, da lì è nata un’amicizia». Lei aveva 23 anni, lui già quasi 70. «Mi dava consigli. Ma non abbiamo mai parlato della mia carriera, anzi non si è mai permesso d’intervenire». Sicuro. Lei da quel momento però è decollata. Dopo una partecipazione a «Miss Muretto» ad Alassio, nel 2005, eccola valletta e poi giornalista dal 2006 in Mediaset. Una carriera bruscamente interrotta dalle infami inchieste della procura milanese. «Lavoro a Mediaset da anni. All’inizio facevo la valletta, poi sono stata assunta al Tg4, quindi sono passata a Studio Aperto, poi al Tg5 e ora sono a Tgcom». Quindi lei non ha perso il lavoro! «No, ma la mia immagine è stata danneggiata, perché per una donna già è difficile fare carriera e adesso la mia carriera ha subito un arresto. E poi anche in famiglia... Pensi che da quando c’è questa storia mio padre, che lavora nel campo dell’edilizia, ha subito una serie di controlli fiscali...». Così si è arrivati ai bonifici mensili: «Non so quanto dureranno. Non ne ho più parlato con il presidente. Non so nemmeno come sono iniziati». Scusi, ma lei si è trovata in banca dei soldi e nessuno l’ha avvertita? «Non so, non mi è stato detto nulla, l’ho letto sui giornali, lo ha detto il presidente in un’intervista, ma non me lo sarei aspettato...».