Antonio D’Orrico, Sette 15/3/2013, 15 marzo 2013
LA VERA STORIA DEL CENTRAVANTI «CONTESTATORE»
Chi era veramente Paolo Nuti, giocatore di calcio degli anni Sessanta e Settanta? E perché torno a parlare di lui? Ho parlato la prima volta di Paolo Nuti perché è uno dei personaggi del Dizionario dei soprannomi calcistici di Furio Zara e Nicola Calzaretta, libro delizioso e ancora in cerca di editore che gli autori mi hanno mandato per avere un parere. Io l’ho pubblicamente festeggiato perché l’ho letto anche come una piccola storia del costume e una mitologia minima raccontate attraverso le fantasiose invenzioni linguistiche degli appassionati e degli esperti di cose del pallone (con un risultato finale che va, a mio parere, oltre il ristretto ambiente futbolistico).
A UN PASSO DALLA COPPA. La scheda dedicata nel Dizionario a Paolo Nuti recita: «ALTROVE - Uno dei soprannomi più stralunati e poetici della storia del calcio. Era così chiamato Paolo Nuti, mezzala con la prerogativa di essere sempre nel posto sbagliato. All’allenatore di turno che gli chiedeva “perché non hai pressato?”, oppure “perché non sei corso in area?”, il candido Nuti rispondeva: “Ero altrove”. E fu Altrove per sempre. Ha giocato negli anni ’60 con Fiorentina, Verona, Foggia, Varese, Mantova e Atalanta. O forse no. Forse era altrove».
Trovo questa scheda bella e simpatica e per questo l’avevo citata in questa rubrica. Adesso, a proposito di Nuti, mi scrive il giornalista sportivo Franco Ordine che, dopo avermi ringraziato per avergli fatto scoprire (letterariamente parlando) il grande Gaetano Cappelli, ricorda a me e agli autori del Dizionario che Nuti fu centravanti (e non mezzala) nel Foggia allenato da Tommaso Maestrelli, l’anno in cui fu quasi promosso dalla B alla A e «arrivò a un passo dalla coppa Italia addirittura». Nuti giocò soltanto quell’anno nel Foggia «perché, di gol ne faceva pochi, pochissimi. In questo senso era proprio altrove».
MEZZALA SÌ, MEZZALA NO. C’è poi un’altra lettera. Ed è di Ilaria Nuti, figlia del calciatore, che scrive: «Mio padre non ha mai avuto il ruolo di mezzala ma sempre quello di attaccante ed è ricordato, diversamente da quello che lei sostiene, più come il “Contestatore”. Spesso lo si vedeva fare delle grandi discussioni con gli arbitri (e per questo fu squalificato nel Varese) e, purtroppo, non è riuscito ad avere grande fama perché a soli 22 anni, nella fase più delicata della sua carriera, ebbe un grande infortunio ai legamenti per cui fu poi trasferito al Verona con il grande Liedholm. Mi passi la battuta, se fosse stato “altrove” i legamenti forse non se li giocava!!!».
CON AFFETTO. Il vero «Altrove» era dunque il «Contestatore»? La (bella) storia di Paolo Nuti centravanti (ma non c’è nulla di male a essere mezzala, anzi, e, tra l’altro, l’album Panini 1967-68 lo indica come ala sinistra) si arricchisce di particolari e il Dizionario di Zara e Calzaretta conferma di essere una miniera di storie.
Mi dispiacerebbe se Ilaria Nuti si fosse sentita in qualche modo ferita da quello che ho scritto. Come dicono i due autori, il loro (e il mio) voleva essere solo «un omaggio affettuoso a un giocatore che – più o meno involontariamente – portava con sé un soprannome così poetico».