www.corriere.it, 15 marzo 2013
MILANO
Oggi è una signora con i capelli bianchi e gli occhiali per la vista. Lo sguardo, forse, è un po’ emozionato. I ricordi di quando andava a scuola, ormai sono un po’ sbiaditi, ma ora, dopo oltre 60 anni, ce n’è uno che acquista più importanza di altri. «Se non mi sposo con te, mi faccio prete». Se la ricorda bene Amalia, la dichiarazione ricevuta dal suo «fidanzatino» Jorge. Andavano alle medie, avevano dodici, forse tredici anni. Vivevano entrambi nel quartiere di Flores, a Buenos Aires. Il ragazzino le consegnò una letterina. Ci aveva disegnato su una casetta bianca, con il tetto rosso. «Sotto c’era scritto, "questa è la casa che comprerò quando ci sposeremo"», racconta Amalia. «Non gli risposi mai. Volevo solo che sparisse».
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INNOCENZA - I due erano fidanzati, ma in un senso «fanciullesco», racconta ancora la signora: «Non mi propose mai cose cattive». La storia tra i due non continuò a lungo. «Mio padre si arrabbiò moltissimo. Non vidi mai più Jorge, i miei genitori mi proibirono di vederlo e fecero tutto il possibile perché ci separassimo. Ora siamo tutte e due persone umili, forse addirittura anime gemelle, amiamo le persone povere. Gli dissi di non cercarmi più, altrimenti avrebbe dovuto vedersela con mio padre». Il foglio finì poi tra le mani della madre di Amalia, che lo strappò.