Grazia Longo, La Stampa 15/3/2013, 15 marzo 2013
INSEGUITI DAI DELITTI COMMESSI NEL PASSATO
Una partita di scacchi tra investigatori e presunti colpevoli. Una guerra contro il tempo alla ricerca della verità. Un flash back di volti, ambizioni, sogni infranti da una mano che può restare invisibile anche per decenni. E che quasi sempre nasconde il volto di un familiare, un amico, un collega di lavoro.
Complice la nota fiction tv americana, i cold case (letteralmente casi freddi) sono ormai noti anche al grande pubblico come reati (solitamente delitti) su cui le indagini vengono riaperte ad anni - spesso molti - di distanza. Ed ecco che restano impressi fotogrammi che raccontano scampoli di vite spezzate. La giovanissima Simonetta Cesaroni, in costume bianco sulla spiaggia, morta in una mattina d’agosto del ’90 a Roma con 29 coltellate e un colpo in testa. Tra ipotesi al limite dell’assurdo, dal Sismi alla banda della Magliana e un indagato (l’ex portiere Vanacore, poi archiviato) morto suicida, si è dovuto attendere il 2011 per un processo.
È stato condannato l’ex fidanzato Raniero Busco che in appello è però stato assolto. Recentissimo il caso della bella diciannovenne siciliana Valentina Salamone: ci sorride ancora da tutte le foto. Era il 24 luglio 2010 e pareva un suicidio per impiccagione: venne frettolosamente archiviato. Solo pochi giorni fa è stato arrestato l’ex amante Nicola Mancuso, con l’accusa di aver inscenato il suicidio. E un delitto camuffato in suicidio anche la fine di Claudia Agostini, professoressa di inglese morta (spinta sulle scale?) nel 2003 a Roma. Ma perché un caso torna sotto la lente di ingrandimento di investigatori e inquirenti? Molto si deve alla tenace denuncia di un padre, un fratello, un figlio di chi è stato ucciso ma sistemato sulla scena del delitto come se si trattasse di un suicidio. Molti si rivolgono per un aiuto ai giornali, ai programmi Tv. E lo ottengono. Com’è avvenuto appunto per Valentina e Claudia: la prima è stata ammazzata perché chiedeva troppo amore, la seconda perché ne chiedeva troppo poco. Ma per la soluzione dei casi molto si deve anche alla pazienza e alla professionalità degli addetti ai lavori, aiutati negli ultimi anni da nuove scoperte scientifiche. Prezioso è l’Afis, acronimo di Automated Fingerprint Identification System, l’archivio generale delle impronte digitali che negli anni ha registrato milioni di tracce. I gruppi speciali di carabinieri e polizia organizzano delle squadre che si occupano, in collaborazione con le procure, di vecchi casi insoluti. In Italia se ne contano a decine, ma per alcuni si intravede una soluzione.
Ci sono storie che più di altre attirano i riflettori, ma tutte hanno diritto ad essere ricordate. Come ad esempio Dina Dore, trovata morta nel bagagliaio dell’auto a Cagliari nel 2008. Aveva solo 37 anni e il caso era stato classificato come un sequestro di persona dell’Anonima sarda. Un anno fa la svolta: arrestato il marito, Francesco Rocca, 43 anni, presunto mandante dell’omicidio. Lunedì prossimo è previsto l’incidente probatorio per chiarire la posizione di Pier Paolo Contu, 23 anni, all’epoca minorenne, presunto assassino.
E la scomparsa dell’infermiera Maria Teresa Dell’Unto, 58 anni? Dopo otto anni la cold case della questura di Roma ha chiesto la riapertura delle indagini, archiviate nel 2005 per mancanza di movente e del ritrovamento del corpo. A ottobre 2009 è stato arrestato il suo ex amante, un collega, 64 anni: Angelo Stazzi. Pochi mesi fa si è poi scoperto che Stazzi era un serial killer di anziani ricoverati in clinica. È un ex compagno di università, invece, il professore di 55 anni indagato lo scorso febbraio dalla cold case della questura di Torino per l’omicidio, nell’88, di Giorgia Padoan. A inchiodare il professore, una perizia fonica di ultimissima generazione.
Mentre anche all’ostinazione del figlio di Caterina Vaiana, si deve la svolta, nel 2013, della morte della donna e del suo amante e cognato nel ’90 nel Trapanese: straziati a colpi di lupara, si pensò a lungo a uno scenario mafioso. Sono appena stati arrestati i due fratelli di Caterina.