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 2013  marzo 15 Venerdì calendario

DA CARACAS A PALAZZO MADAMA “SAREI COME UN PADRE DI FAMIGLIA”

ROMA — «Andrò in Aula, a Palazzo Madama in giacca e cravatta, ci mancherebbe. Sono abituato a indossarle per lavoro». Luis Alberto Orellana, senatore del M5S, venezuelano di nascita, «ma italiano da trentanove anni», candidato alla presidenza del Senato: «Sto già preparando il discorso».
Senatore, allora cosa dirà nel suo discorso di insediamento alla seconda carica dello Stato, se ce la farà?
«Ho detto che sto scrivendo il discorso, ma è una battuta. Comunque, mi richiamerò al ruolo di garanzia che ha quella poltrona».
In che senso?
«Al Senato ci sono due blocchi contrapposti, il Pd e il Pdl, nessuno dei quali ha i numeri. Ecco perché io svolgerei per entrambi un ruolo di garanzia, farei in modo inoltre che non ci siano più schiaffi per i cittadini».
A che cosa si riferisce?
«Al fatto che nel 2007 il V-Day aveva raccolto 350 mila firme per modificare la legge elettorale e i criteri di candidabilità. Ebbene, il fatto che per due legislature non sia stata presa in lacuna considerazione una legge di iniziativa popolare, lo vedo come uno schiaffo istituzionale. E questo ovviamente non vale solo per le leggi di iniziativa popolare proposte da noi, ma da chiunque. Farò in modo che queste proposte siano sempre
discusse e prese in considerazione ».
Qual è il suo modello politico di riferimento?
«È fondamentale che l’impegno politico sia affrontato in modo disinteressato avendo come riferimento la saggia gestione del buon padre di famiglia».
Può fare un esempio?
«Dobbiamo smettere di distruggere
l’ambiente che ci circonda, ma dobbiamo dare priorità al rispetto e alla tutela dell’ecosistema. Per il territorio italiano fortemente “antropizzato” è un imperativo categorico e la sfida consiste proprio nel rendere compatibile l’ambiente naturale con
lo sviluppo umano».
Lei non ha esperienza politica. Pensa di farcela a guidare un sistema complesso come il Senato?
«Credo molto nella volontà personale di raggiungere un risultato. La mia biografia lo dimostra. Sono altresì convinto che questa spinta personale non debba mai andare in contrasto con la capacità di fare gruppo e di ascoltare le persone».