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 2013  marzo 15 Venerdì calendario

DALLA CROCE ALLA MITRIA ECCO PERCHÉ FRANCESCO SI VESTE ANCORA DA VESCOVO

SECONDO indiscrezioni diffuse dalle agenzie, non appena fu condotto nella sacristia della Cappella Sistina, detta più comunemente Stanza delle Lacrime, Papa Francesco si tolse la talare rossa che rivestiva da cardinale per indossare la veste bianca del pontefice. Come vuole un’antichissima tradizione prescritta dai cerimoniali papali fin dal secolo
XIII.
Sempre secondo la tradizione,
il Maestro delle Celebrazioni liturgiche, monsignor Guido Marini, avrebbe poi proposto al nuovo papa di indossare, sopra la veste bianca, la mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino e la croce d’oro. Francesco avrebbe però rifiutato di farlo. E, a proposito, della croce d’oro che gli presentava monsignor Marini, il Papa gli avrebbe detto con piglio deciso: «Questa la mette lei», «io mi tengo questa, la croce di quando sono divenuto vescovo, una croce di ferro». Il fatto è indirettamente confermato da Padre Lombardi quando afferma che sul balcone della Loggia il papa portava una croce di ferro, «la stessa che Bergoglio aveva prima anche da vescovo: una croce piuttosto semplice e non d’oro».
L’abbandono della mozzetta merita una spiegazione. Perché da almeno sette o otto secoli la figura del Papa è rivestita di due colori, rosso e bianco. Il Papa porta fin dal Medioevo i colori che erano allora rinviavano simbolicamente al martirio (il sangue rosso) e alla purezza (il biancore candido) di Cristo. Lo afferma la più antica definizione, destinata a diventare classica nella storia del vestiario pontificio, del più importante liturgista medievale, il vescovo Guglielmo Durand (1286): «Il sommo pontefice appare sempre vestito di un manto rosso all’esterno; ma all’interno è ricoperto di veste candida: perché il biancore significa innocenza e carità; il rosso esterno simbolizza la compassione [...] il Papa infatti rappresenta la persona di Colui che per noi rese rosso il suo indumento ».
Affacciandosi sul balcone della Loggia delle Benedizioni
soltanto con la tonaca bianca, Papa Francesco ha quindi voluto affidare al solo colore bianco — la veste talare e lo zucchetto — il compito di dare una identità alla sua nuova figura di Papa. Il rosso non è apparso
nemmeno ieri, quando il vescovo di Roma si è recato a pregare a Santa Maria Maggiore.
Solo il bianco dunque. È come se il Vescovo di Roma volesse accentuarne il valore simbolico,
che è, in questo contesto, soprattutto il valore della purezza. Originariamente la purezza di Cristo, di cui deve rivestirsi il Papa, Vicario di Cristo. Così spiegava Guglielmo Durand.
E così ripeteranno nei secoli successivi i cerimoniali pontifici. Ma la purezza della sua veste deve riversarsi anche sulla Chiesa, sembra dire il Papa.
Il fatto che nella sua visita a Santa Maria Maggiore, Francesco si sia presentato con la sola tonaca bianca ci ricorda indirettamente che il pontefice non ha rivestito, come avrebbe potuto, il manto rosso, l’elemento del vestiario del papa, in termini simbolici, forse più antico. Ricevendo il manto rosso il Papa accedeva alla sua nuova dignità. E poi, come diranno ad iosa i cerimoniali pontifici anche di epoca moderna, il Papa deve essere sempre e soltanto vestito di due colori, bianco (tonaca) e rosso (manto, mozzetta).
Papa Francesco non ha forse avuto il tempo di farsi fare, come Benedetto XVI, delle scarpe rosse. Ma le porterà veramente? Anche le scarpe rosse appartengono al vestiario pontificio fin dai secoli antichi. Sulle famose pantofole dei papi venivano persino ricamate delle croci, a ricordo del fatto che il Papa è Vicario di Cristo. Si possono vedere chiaramente in un famoso affresco, conservato alla Pinacoteca Vaticana, Melozzo
da Forlì raffigura Sisto IV (1471-1484) in trono nell’atto di conferire al genuflesso Bartolomeo Sacchi, detto «il Platina », la nomina a primo prefetto della Biblioteca Vaticana.
Per la sua prima celebrazione nella Cappella Sistina il nuovo pontefice è entrato subito dopo i 114 cardinali elettori con in mano la ferula, il bastone che simboleggia la sua autorità sulla Chiesa. La ferula, dicevano i liturgisti medievali, non è curva come il pastorale dei vescovi, perché l’autorità del vescovo di Roma sovrasta quella dei vescovi.
Si è però anche notato che la mitra che Francesco ha portato alla fine della cerimonia liturgica nella Cappella Sistina fosse diversa di quella che portarono i suoi predecessori. Di fatto, il Papa non ha messo sul suo capo una mitra papale, ma quella che aveva da arcivescovo di Buenos Aires. Semplice come la croce di ferro che non volle fosse sostituita dalla tradizionale croce d’oro pontificia.
Purezza, semplicità, umiltà. È per mettere in evidenza, fin dall’inizio del suo pontificato, questi valori che il nuovo eletto non ha esitato a sconvolgere tradizioni antiche. Per dare segnali forti di cambiamento e di aggiornamento.