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 2013  marzo 15 Venerdì calendario

NELLA CASA CON IL PERGOLATO E I LIBRI DI BORGES DOVE JORGE SFIDÒ LA MADRE CHE NON LO VOLEVA PRETE

BUENOS AIRES — È una casa bassa, a due piani. La facciata è decorata con marmo nero e spicca un enorme portone in legno. Dalla porta sul fianco si affacciano Marta e Arturo Blanco, i proprietari di questa casa del quartiere
porteñodi
Flores, la stessa in cui nacque e trascorse la sua infanzia l’uomo che dall’altro ieri è la massima autorità della Chiesa cattolica: Francesco I. Della costruzione originale rimane solo il patio, sul fondo. E in questo patio c’è il padiglione che in primavera diventa un pergolato. Qui Jorge Bergoglio, il nuovissimo papa, fece la conoscenza della letteratura e anche della musica. Sotto la sua ombra vide crescere i tre fratelli, qui si lamentò quando sua mamma Regina, casalinga, rifiutava di accettare che suo figlio più grande volesse consacrarsi alla religione, che desiderasse, né più né meno, diventare prete.
«Non riusciamo a crederci, siamo commossi. Pensare che il papa è cresciuto qui ci riempie di orgoglio », spiega Marta. Lei e suo marito, professore all’Università di Buenos Aires – un ateneo pubblico, il più prestigioso del Paese – comprarono questa abitazione dai Bergoglio più di trent’anni fa. All’epoca papa Francesco
era
g i à
sacerdote. Il segnale divino lo aveva ricevuto molto prima, in piena adolescenza: fu il giorno dell’equinozio di primavera, quando uscì a festeggiare con una fidanzatina e sentì il desiderio di confessarsi e andò nella chiesa di San José de Flores, una delle più antiche ed emblematiche della capitale argentina. Dal confessionale uscì convinto di doversi dedicare a Dio, ma preferì non dire niente.
Sotto il pergolato affrontò la durezza di sua madre, che non voleva un figlio seminarista. Forse Regina preferiva che fosse come Óscar, che incrociava tutte le sere nella piazzetta per giocare a pallone con i ragazzi del quartiere. Ricorda Rafael Musolino, 76 anni, vicino dei Bergoglio da tutta una vita: «Jorge era molto chiuso, ma molto educato. Non voleva giocare a pallone con noi, preferiva leggere o conversare. Era timido, sì, ma una bravissima persona». La piazza dove più di mezzo secolo fa il futuro papa andava a passeggiare oggi è recintata. All’epoca c’era un triangolo pieno di alberi frondosi, con panchine dove i vicini si riunivano per chiacchierare quando veniva la sera. Bergoglio aveva già scelto il suo cammino.
Nel patio di questa casa austera, il papa scoprì anche la passione per la letteratura: dai libri di scienza alle poesie di Jorge Luis Borges, che portò in classe con lui una volta, quando insegnava nel collegio Inmaculada di Santa Fe, una provincia dell’interno. I libri di scienza lo spinsero a iscriversi all’istituto tecnico numero 27, molto vicino
a casa sua, dove a 18 anni prese il diploma di perito chimico. Ma prima di terminare la scuola superiore, suo padre gli aveva chiesto di cominciare a lavorare e andò in un laboratorio dove completò la sua formazione di adulto. Non solo imparò il mestiere, entrò in contatto anche con la politica. La sua principale di allora – sequestrata e
desaparecida
durante l’ultima dittatura militare in Argentina, tra il 1976 e il 1983 – simpatizzava apertamente per il comunismo. Il papa si interessò
molto, ma non militò mai. Sotto il pergolato di quella casa prese la politica come oggetto di studio.
E la musica. Bergoglio è sempre stato un appassionato di musica popolare argentina, anche se non disdegnava di ascoltare anche gruppi e solisti di altri Paesi. Grazie a suo padre conobbe il tango. Ricorda padre César Scicchitano Tagle, cappellano delle Madres Escolapias del collegio Paula Montal, a Buenos Aires: «Alcuni anni fa ricevette una donazione enorme di dischi. In fondo ne era dispiaciuto, perché avrebbe preferito che gli donassero denaro o cibo per i bambini. Però stava lì, con questa pila di dischi. Allora mi chiese che gli registrassi su cassetta l’opera di Edith Piaf. Si, su cassetta: Bergoglio non aveva l’attrezzatura necessaria per ascoltare musica su compact disc, per esempio. E il computer lo usava pochissimo». Lettura e musica, la preparazione artistica del papa, sotto il pergolato di una casa semplice a Flores, l’unico scenario ancora vivo della sua infanzia e adolescenza.
(copyright Clarin-Repubblica. Traduzione di Fabio Galimberti)