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 2013  marzo 15 Venerdì calendario

IL «CINCINNATO» PENDOLARE A ROMA CHE SI BATTE PER I DIRITTI DEI ROM —

Subito una battuta per esorcizzare il peso della candidatura («Tra poco mi metto a scrivere il mio discorso di insediamento»): così si presenta Luis Alberto Orellana, il senatore che i Cinque Stelle voteranno come presidente a Palazzo Madama. Cinquantuno anni, cresciuto in Venezuela (è nato a Caracas, ma è in Italia da quando aveva tredici anni), si presenta con le idee chiare: «Sono stato eletto al Senato — spiega — in Lombardia, mi sono candidato e penso di poter svolgere questo ruolo in maniera migliore rispetto a quello che siamo stati abituati» con un presidente (Renato Schifani, ndr) «che ha mortificato le nostre iniziative legislative». È sposato con Loredana e padre di due figli adolescenti. Parla correntemente inglese e spagnolo oltre all’italiano.
Una laurea in Scienze dell’Informazione, un lavoro nel campo delle telecomunicazioni, giramondo di professione, ma di stanza a Pavia, Orellana tra le sue esperienze passate ha trascorso anche un anno come cooperante a Nairobi in Kenya dove ha insegnato all’African Advanced Level Telecom Institute. Nel motivare la sua candidatura alle Parlamentarie cita Cincinnato come esempio di buona politica e dichiara: «Occorre rifondare la democrazia italiana che deve riprendere e mantenere saldi i principi costituzionali anche se in buona parte disattesi».
Il suo profilo è fortemente legato alle tematiche ambientali. Su Twitter, invece, si batte per migliorare la situazione dei rom e dei musulmani. Scrive il 10 luglio: «Io vado a messa la domenica e la chiesa l’ho trovata già fatta. I musulmani non hanno la moschea. Almeno un tendone, suvvia». Orellana si è avvicinato ai Cinque Stelle nel 2009, anno in cui entra nel «Meetup» di Pavia e si candida alle elezioni comunali. Sempre nello stesso anno, partecipa alla fondazione del movimento e da allora il suo impregno tra i grillini è un crescendo continuo: è membro del comitato promotore della legge di iniziativa popolare «Zero Privilegi» per ridurre i costi della politica lombarda e referente pavese dei referendum contro nucleare e acqua pubblica. Un impegno continuo tra banchetti e battaglie del movimento. Ora la sfida più difficile: quella per la seconda carica dello Stato.
In un’intervista a La Provincia pavese ha commentato con un pizzico di stupore la sua elezione — «Ero sesto in lista e l’ipotesi di essere eletto non era del tutto concreta» —, ribadendo però che l’esito elettorale «è stata una vittoria del gruppo, soprattutto del movimento di Pavia e di Beppe Grillo». A Roma farà il pendolare: «Sarò nella capitale dal lunedì al venerdì. I miei figli? Sono abituati a vedermi andar via per lavoro. Sarà un bell’impatto, ma è per una buona causa».
E. Bu.